SHAFTESBURY, Anthony Ashley Cooper, I conte di
Statista inglese, figlio maggiore di John Cooper di Rockborne Hampshire, nato il 22 luglio 1621 a Wimborne St Giles, nel Dorset, s'imbevve sin dall'infanzia della cultura e delle concezioni politiche dei gentiluomini terrieri inglesi.
Nel marzo 1640, Ashley Cooper, per quanto non avesse ancora 20 anni, fu eletto membro del Corto Parlamento per Tewkesbury, e inviato al Lungo Parlamento per Downton nel Wiltshire, ma non poté parteciparvi per un'elezione contestata. Allo scoppio della guerra civile le sue tendenze politiche erano ancora incerte, poiché il suo animo propendeva verso il Parlamento, mentre le sue relazioni lo tenevano legato al re.
Infine nel 1643 egli aderì al partito di Carlo e raccolse nel Dorset un esercito al servizio del re. Fu nominato governatore di Weymouth, ma, forse per le relazioni che il re si proponeva di stringere con gl'Irlandesi e con i cattolici, nel gennaio 1644 diede le dimissioni dal comando e dagli incarichi e si unì al parlamento. Ebbe così un comando militare nel Dorset in difesa del parlamento e riuscì a venire in soccorso di Taunton, ma non a prendere Corfe Castle. Dopo la fine della prima guerra civile, visse un'esistenza tranquilla da privato durante gli anni tormentosi dell'esecuzione di Carlo e del crescente potere di Cromwell: fu nominato gran sceriffo del Wiltshire nel 1646 e nel 1648 justice of the peace.
Nel gennaio 1652 fece parte della commissione parlamentare di riforma delle leggi e del parlamento dei Barebones ("scarni"), essendo membro anche del consiglio di stato nel 1653-54. Alla fine di quell'anno egli si allontanò da Cromwell, che l'escluse dal suo parlamento del 1656. Nel 1658 prese possesso del suo seggio e fece giuramento di lealtà al Protettore, ma fu poi una delle forze predominanti nella violenta opposizione al Cromwell, e poi a suo figlio Richard. In quest'epoca le simpatie dello Sh. erano per i repubblicani e dopo l'abdicazione di Richard egli divenne membro del consiglio di stato. In seguito accettò la restaurazione di Carlo come inevitabile, collaborò con Monck e si unì ai presbiteriani nel chiedere la riammissione dei membri esclusi al cosiddetto "Rump Parliament". Ma per tutta la vita egli negò di essersi reso traditore mantenendo una corrispondenza con i realisti. Alla fine nel maggio 1660 fu uno dei 12 commissarî mandati dalla Camera dei comuni ad invitare Carlo al ritorno.
Su proposta di Monck, lo Sh. fu nominato consigliere privato, e nel novembre 1660 membro dei due consigli per la colonizzazione e per il commercio, incarichi di cui egli si occupò con grande cura ed interesse. Nell'aprile 1661 fu innalzato alla dignità di pari come barone Ashley di Wimborne St Giles, e un mese dopo fu nominato cancelliere dello scacchiere e vicetesoriere. La sua disapprovazione della politica religiosa coercitiva di Clarendon, a cui si oppose apertamente alla Camera dei lords, unita all'istigazione dell'ambizione personale, lo spinse a complottare con Bristol e Arlington nel 1663 contro Clarendon. Lo scoppio della prima guerra olandese che egli favorì nell'interesse del commercio inglese portò alla sua nomina di "tesoriere delle prede".
Nel 1667, dopo la morte di Southampton, lo Sh. divenne membro della commissione del tesoro, e nel settembre 1672 presidente del consiglio del commercio e della colonizzazione. In armonia con Buckingham, dopo la caduta di Clarendon, aveva chiesto che si trattassero amichevolmente i dissidenti, e proposto che Monmouth fosse legittimato. Quando Carlo nel 1670 intavolò le pratiche per il trattato segreto di Dover, lo Sh. fu mantenuto nell'ignoranza delle sue clausole religiose, e per la sua firma e quella di Buckingham fu preparato il "trattato simulato", in cui i pagamenti fatti dalla Francia apparivano come avvenuti in restituzione dell'aiuto inglese contro l'Olanda. Ashley appoggiò con fervore la seconda guerra olandese e la dichiarazione d'indulgenza del re e nel novembre 1672 divenne lord cancelliere e conte di Shaftesbury. Difese la politica della Cabala nel suo discorso inaugurale al parlamento del febbraio 1673 in una brillante orazione, che principiava "Delenda est Carthago". Ma quando nei dibattiti sull'Indulgenza si palesò l'umore della camera, lo Sh. s'inchinò alla tempesta che si approssimava e parlò in favore della legge del giuramento di fedeltà, forse spinto a ciò da un accenno fatto da Arlington alla vera natura del trattato di Dover, furioso di essere stato ingannato e più amaro che mai contro i cattolici romani. Durante l'estate il confessato cattolicismo del duca di York e il suo secondo matrimonio avvicinarono lo Sh. al principe Rupert e lo allontanarono dalla corte; il 9 novembre 1673 Carlo gli ordinò di consegnare il gran sigillo, ed egli divenne da allora il più feroce oppositore della corte. Gli energici discorsi fatti durante le due sessioni parlamentari del 1675 contro Danby, ora primo ministro, non ebbero molto effetto, perché le due camere indebolirono i loro attacchi con dissensi tra di loro. Lo Sh., col sostenere che la durata della proroga di 15 mesi sino al 1677 rendeva il parlamento allora riunito illegale, diede prova di quella ingenuità perícolosa ed impetuosa, che rese spesso instabile e priva di scrupoli la sua tattica. In questa occasione Carlo parò il colpo mandando lo Sh. e i suoi tre soci in carcere alla Torre, per avere sostenuto che il parlamento era automaticamente sciolto. Essi vi rimasero sotto sorveglianza sino al febbraio 1678, quando fecero atto di sottomissione. Si ebbe poi un anno di attività politica intensa e complicata. Le false rivelazioni di Titus Oates nell'autunno del 1678 diedero allo Sh. l'occasione che egli desiderava, di destare animosità contro i cattolici, sì da far nascere alla fine una reazione dei tories. Nel frattempo le rivelazioni di Montague avevano portato alla caduta di Danby, e in un tentativo di salvarlo Carlo sciolse il parlamento. Il nuovo parlamento, che si riunì nel marzo 1679, era manifestamente whig, e Carlo, costretto in aprile a venire a un compromesso, nominò un consiglio privato di 30 membri, di cui fu lord-presidente lo Sh. I whigs presentarono un decreto di esclusione, che era giunto alla seconda discussione, quando il re in maggio prorogò il parlamento. Tuttavia lo Sh. riuscì a mandare in porto la "legge dell'Habeas Corpus" durante questa sessione, prima che il parlamento fosse differito. Il re aspettò che le passioni si calmassero durante l'estate, appoggiandosi sempre più a Sunderland e Halifax, e in ottobre licenziò lo Sh.
Un nuovo parlamento non fu autorizzato a radunarsi prima dell'ottobre 1680, quando fu presentato un secondo decreto di esclusione. Dopo una grande lotta verbale tra Halifax e lo Sh. alla Camera dei lords, la legge di esclusione fu respinta in quella camera per 33 voti, e nel gennaio 1681 Carlo sciolse il parlamento, intimando ad un nuovo di riunirsi in marzo ad Oxford, lontano dalla sfera di influenza dello Sh. Agendo prontamente e ordinando un rapido scioglimento, quando fu di nuovo manifesto che i whigs non avrebbero accettato altro che l'esclusione, Carlo si liberò del suo ultimo parlamento in pochi giorni, e ai whigs non rimase altro che di tornare a casa. Il 2 luglio lo Sh. fu imprigionato nella Torre sotto l'accusa di colloquî miranti al tradimento, ma nel novembre venne assolto da una giuria formata da whigs. Durante il 1682 egli iniziò con Russell e Monmouth quelle discussioni vaghe circa una sollevazione contro il re, che incoraggiarono alcuni whigs meno influenti a macchinare il tradimento del Rye House. Per istigazione dello Sh., Monmouth fece una marcia nel Cheshire e nell'ovest, ma fu arrestato in settembre, e in novembre lo Sh. lasciò l'Inghilterra per l'Olanda, avendo perduto ogni speranza in una ribellione vittoriosa. Morì ad Amsterdam nel gennaio 1683.
Bibl.: W. D. Christie, Life of Anthony Ashley Cooper, I Earl of Shaftesbury, Londra 1871.