Shadow of a Doubt
(USA 1942, 1943, L'ombra del dubbio, bianco e nero, 108m); regia: Alfred Hitchcock; produzione: Jack Skirball per Skirball/Universal; soggetto: Gordon McDonnell; sceneggiatura: Thornton Wilder, Alma Reville, Sally Benson; fotografia: Joseph Valentine; montaggio: Milton Carruth; scenografia: John B. Goodwin, Robert Boyle; costumi: Adrian, Vera West; musica: Dimitri Tiomkin.
Nella quieta cittadina californiana di Santa Rosa, la vita borghese dei Newton scorre non meno quieta. Solo la figlia maggiore, Charlie, nutre una irrequietezza malinconica, l'attesa per qualcosa che dovrà pur accadere, a scuotere il grigio procedere dei giorni. Una telefonata annuncia l'arrivo dello zio Charlie Oakley, fratello della mamma, del quale la ragazza porta il nome e per il quale nutre una passione sospesa tra l'infantile e l'amoroso. Charlie Oakley arriva, attraente e amabile, prodigo di regali per tutta la famiglia e d'un magnifico anello per la nipote; senza apparente ragione (ma le prime immagini hanno mostrato due uomini sulle sue tracce), decide di fermarsi e stabilirsi nella miglior camera di casa Newton. Charlie ne è come rapita, la sua vita è trasformata da un'insensata felicità. Poi si spargono voci su un assassino che viaggia per la California uccidendo e derubando le vedove. L'ispettore Graham sospetta che possa essere arrivato in città. La giovane Charlie, che più di ogni altro adora Charlie Oakley, è anche la prima a essere presa dal dubbio. Lui continua a condurre la sua vita elegante e rilassata, lei vede rinsaldarsi la catena degli indizi. Poi la prova decisiva: l'anello che lei porta con tanto orgoglio apparteneva all'ultima vittima. Solo Charlie sa, e lo zio capisce che sa: è lei, ora, la vittima designata. Oakley cerca di provocarne la morte accidentale nel giardino di casa e infine di farla cadere da un treno in corsa, ma è lui a perdere l'equilibrio e precipitare sui binari. Ai funerali di Charlie Oakley, tutti ne ricordano la vita senza ombre: nel frattempo la polizia ha creduto di individuare l'assassino delle vedove, un tale che poi è rimasto ucciso sfuggendo la polizia. La giovane Charlie s'allontana insieme all'ispettore Graham.
Alfred Hitchcock dichiarò più volte di considerare Shadow of a Doubt il migliore tra i suoi film americani, e nel passare degli anni il film (pur meno popolare e 'classico' di altri) si conferma senz'altro tra i risultati più alti del regista. La cronaca familiare e la descrizione della provincia erano argomenti perfetti per Thornton Wilder, che firmò la sceneggiatura (una collaborazione di cui Hitchcock andava particolarmente orgoglioso). Nel cuore di un'America idillica e middle-class piomba il Male assoluto, sotto le spoglie seducenti di Joseph Cotten. È un serial killer, ma arriva nella famiglia della sorella come salvatore: lo zio Charlie, afferma la nipote, è la sola persona "che possa aiutarci". E tale Charlie Oakley resterà per tutti, tranne che per lei ‒ la ragazza innocente che porta lo stesso nome dello zio assassino.
L'intensità e il mistero di Shadow of a Doubt sono generati dal connubio tra la più assoluta banalità della vita quotidiana e le forze del male che agiscono sullo sfondo. Hitchcock fornisce qui la sintesi definitiva di che cosa significhi 'stato di guerra': la violenza è ora dappertutto, la vecchia America elegiaca è fuori campo, nient'altro che un'ipotesi fallace. Il film è invece una riflessione indiretta ma profonda intorno al nazismo, tema che Hitchcock aveva cominciato ad affrontare verso la metà degli anni Trenta. Shadow of a Doubt è dunque veramente un film-emblema del suo tempo.
Charlie Oakley è il capofila d'una serie di grandi per-sonaggi del cinema americano dell'epoca, uomini che la guerra ha trasformato in ombre: suo diretto discendente è certo il Monsieur Verdoux di Chaplin (1947), ma in un modo diverso anche l'Ethan Edwards di The Searchers. Il suo sguardo è penetrante: osserva il ritmo quotidiano della piccola città e i suoi rituali ‒ e sulla base di queste informazioni pronuncerà in seguito "il più bel discorso pubblico che la città abbia mai sentito da molti anni". A tavola, a casa Newton, fa invece un altro discorso, sull'inutilità delle donne anziane: Oakley ha capito esattamente le regole del mondo in guerra e le sta freddamente applicando là dove la guerra, apparentemente, non è arrivata. Attorno a lui, la più smagliante e sostanziosa immagine d'un gruppo: il nucleo familiare, la "fortezza imprendibile" della vita americana, secondo retorica di quegli anni.
Di cruciale ambiguità è la relazione fra i due omonimi, Oakley e la young Charlie, tessuta di messaggi involontari tra i più sottili che si siano visti sullo schermo. Lo zio produce una serie di indizi incredibilmente espliciti: per esempio straccia il giornale (sottraendo la pagina dove si parla dei suoi crimini) prima che il padrone di casa lo abbia letto, gesto che infrange uno dei sacri rituali della famiglia. C'è forse in questo un incosciente desiderio di essere scoperto? Ancora, regala alla nipote un anello, e le lettere incise sono come una nuda confessione: si stabilisce così 'il segreto fra di noi', il segreto nel cuore di ogni individuo. La luce delle inquadrature e i movimenti della macchina da presa articolano una versione ironica del grande amore fra i due Charlie: amore impossibile ma assoluto, stranamente puro perché così fondamentalmente corrotto già nelle sue premesse. Nel cuore sano della famiglia c'è già qualcosa di sregolato, di fuori misura come questo amore, che nella propria non realizzabilità porta con sé il segreto e il tabù. Nelle parole di Neil Sinyard: "Shadow of a Doubt non è solamente uno dei primi e migliori esempi di film noir hollywoodiano che rivela la faccia nascosta della personalità umana. È anche il primo horror americano moderno, capace di mostrare come le radici dell'orrore, della frustrazione e della violenza affondino nel cuore della media normalità familiare".
E nel cuore della famiglia di Shadow of a Doubt si intrecciano, impercettibilmente, i fili di tutta la poetica hitchcockiana: il tema del wrong man, il gioco dei ruoli tra finzione e realtà (il vecchio Newton e il suo amico, con il loro accanito disquisire sulla simulazione del delitto perfetto), il lato buono e cattivo dell'uomo, l'inscindibile unità di erotismo e violenza, e la verità delle parole di Oscar Wilde spesso citate dallo stesso Hitchcock: "Ognuno uccide ciò che più ama".
Interpreti e personaggi: Joseph Cotten (Charlie Oakley, lo zio), Teresa Wright (Charlie, sua nipote), MacDonald Carey (ispettore Jack Graham), Patricia Collinge (Emma Newton), Henry Travers (Joseph Newton), Hume Cronyn (Herbie Hawkins), Wallace Ford (Fred Saunders), Janet Shaw (Louise), Estelle Jewell (Catherine), Edna May Wonacott (Ann Newton), Charles Bates (Roger Newton).
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