SGURGOLA (A. T., 24-25-26 bis)
Paese del Lazio meridionale (prov. di Frosinone), situato sulla estrema pendice di una delle propaggini dei Lepini digradante verso la valle del Sacco, qui piuttosto ristretta; consta della parte antica, raccolta in alto (384 m.) intorno alle rovine della rocca, e di una parte più recente, in basso, su un ripiano. Conta (1931) 3646 abitanti dei quali 3157 nel centro e il resto sparso nella campagna. Il territorio del comune (19 kmq.) comprende zone coltivate (olivo, vite, cereali) e pascoli; sulla sinistra del Sacco è una vasta area boscata (Macchia di Sgùrgola). La stazione ferroviaria della linea Roma-Cassino dista km. 3,5.
La situazione dell'abitato, che costituisce come una naturale torre di guardia da cui si scopre tutta la vallata dalle alture di Segni fino al Liri, può spiegare forse il nome di Sgurgola comunemente riportato al vocabolo longobardo sculca "sentinella, scolta". L'abitato primitivo era sicuramente nell'estremo cocuzzolo dello sperone; aveva mura e porta, oggi circondate da costruzioni più moderne. Una remota abbazia di cisterciensi doveva sorgere intorno alla chiesa della Madonna delle Grazie e venne soppressa alla fine del 1400. Altra antica chiesa è la "Madonna dell'Aringo", con opere del 1000. Sgurgola fu feudo della famiglia Conti, al principio del sec. XIV (1319) passò ai Caetani, indi ai Colonna. I signori di Sgurgola presero parte all'oltraggio di Anagni con Sciarra Colonna e Nogaret (1303) e si vuol mostrare ancora nelle località dell'"Aringo" e di "Pietrarea" i punti dove sarebbero convenuti i congiurati.