sfasciamaggioranza
(sfascia-maggioranza), s. m. e f. (iron.) Chi impedisce alla maggioranza parlamentare della quale fa parte di proseguire il proprio percorso politico.
• echeggia sulla stessa identica linea, anzi con qualche stonatura di «ottimismo della volontà» in più, anche il simmetrico (a [Renato] Schifani) presidente della Camera, lo sfascia-maggioranza Gianfranco Fini: che elogia [Giorgio] Napolitano perché «ha spronato tutti, e in primo luogo forze politiche e istituzioni, a guardare avanti con realismo ma fiducia, e a cogliere l’occasione per uscire dall’abituale frastuono e da ogni calcolo tattico». (Anubi D’Avossa Lussurgiu, Liberazione, 2 gennaio 2011, p. 4, Politica) • Fatto sta che, come ha sottolineato, Marco Lisei, consigliere del Pdl che ha votato per [Nello] Cesari, la maggioranza di Palazzo d’Accursio non è riuscita ad indicare un nome. «Sono allo sfascio» ha commentato Lisei. Quelli di Sel a fare gli sfasciamaggioranza, non ci stanno. (Luca Sancini, Repubblica, 4 ottobre 2011, Bologna, p. IX).
- Composto dal v. tr. sfasciare e dal s. f. maggioranza.
- Già attestato nella Repubblica del 13 gennaio 1989, p. 2 (Alberto Stabile), nella variante sfasciamaggioranze.