Vedi SEZZE dell'anno: 1966 - 1997
SEZZE (v. vol. Vil, p. 230)
La colonia latina di Setta fu fondata, secondo la tradizione riportata da Velleio Patercolo (1,14), nel 382 a.C.; non è tuttavia da escludere l'esistenza di un abitato sin dagli inizi del V sec. a.C., testimoniata da un passo di Dionigi di Alicarnasso (v, 61, 3). S. partecipò alla seconda guerra punica (Sil., VIII, 375-381 e X, 31-38), ma nel 209 a.C. rifiutò di fornire ulteriori contingenti (Liv., XXVII, 9), comportamento, questo, che le costò, nel 204 a.C., la perdita della propria sovranità di città-stato alleata (Liv., XXIX, 15). Nel 198 a.C. gli schiavi e gli ostaggi cartaginesi relegati a S. tentarono, senza successo, una rivolta (Liv., XXXII, 26). Durante la guerra civile fu espugnata da Siila (App., Bell, civ., I, 87; ma cfr. Plut., Sull., 28,7). Secondo il Liber coloniarum (p. 237, Lachmann), i triumviri vi istituirono una colonia di veterani. S. è ancora ricordata in fonti relativamente tarde (Ptol., Geog., in, 1,63 e Steph. Byz., s.v.).
La più alta magistratura della colonia latina era la pretura (CIL, X, 6466 = CIL, I, 2,1517), mentre con l'istituzione del municipio fu introdotto il quattuorvirato (CIL, X, 6463, 6467; Supplemento Italica, n.s., VI, Roma 1990, p. 26, nn. 8-9).
Il territorio di S. doveva estendersi oltre che sul pianoro settentrionale anche sulla sottostante pianura pontina (Strab., v, 3,5; Plut., Caes., 58; Mart., X, 74 e XIII, 112).
Le più antiche testimonianze umane attestate nell'agro setino sono quelle relative alla c.d. Grotta della cava di calcare, dove sono stati scoperti manufatti litici musteriani di facies pontiniana accanto a focolari e frammenti ossei di grandi mammiferi risalenti al Paleolitico Medio, periodo a cui vanno riferiti anche i resti di elephas antiquus rinvenuti presso la stazione ferroviaria. Alla fase terminale del Paleolitico Superiore e al Mesolitico appartengono i manufatti litici gravettiani della Grotta Iolanda. Il dipinto schematico («uomo a φ») dell'«Arnalo dei Bufali» è collocabile nel Neolitico o Eneolitico, mentre le raffigurazioni schematiche di animali disegnate con carboncino sulla parete di fondo del «Riparo Roberto» sono collocabili in un più ampio arco cronologico che va dal Neolitico fino all'età protostorica o addirittura all'età storica.
Un sepolcreto risalente alla media Età del Bronzo (XVI- XIV a.C.) di facies protoappenninica e appenninica con manufatti ceramici, ossei e bronzei è stato scoperto nella Grotta Vittorio Vecchi (Monte Fulcino). Allo stesso periodo risale l'insediamento di pianura individuato e parzialmente scavato in località Tratturo Canio. Il sito di Tratturo Canio è di grande interesse anche per la storia arcaica della pianura pontina, avendo restituito materiale pertinente a un'area sacra frequentata dalla fine del VI- inizî V sec. a.C. fino alla fine dell'età repubblicana.
In località Fontanelle (c.a 1 km a Ν di S.) è stato fortuitamente rinvenuto un corredo tombale inquadrabile nella IV fase laziale.
Inizialmente la colonia latina di S. era collegata a Roma attraverso la Via Pedemontana, dalla quale si diramava una ripida strada (opus durum, Ludi., frg. no, Marx) con muri di terrazzamento e bastioni difensivi in poligonale; a questa diramazione si riferisce probabilmente la notizia di una lastricatura da parte di un quattuorvir del municipio (CIL, X, 6467). Poco prima di entrare nella città la via era affiancata da una necropoli (CIL, X, 6464- 6465, 6469); un'altra si trovava in contrada Piagge Marine (CIL, X, 6471; Supplementa Italica, n.s., VI, cit., pp. 27, n. 10, 30-31, nn. 16-17), da dove, probabilmente, una strada si dirigeva verso Priverno.
Le mura urbane realizzate in opera poligonale rivelano integrazioni in opera incerta. All'estremità SO del suo circuito si trova un ampio avancorpo in opera poligonale bugnata, che ha un fronte di circa 30 m e a cui si addossano varie strutture in opera incerta: a SE una serie di sette cisterne solo parzialmente conservate; lungo la parete O due corridoi sovrapposti e sul terrazzamento superiore tre corridoi disposti a U. L'area urbana, caratterizzata da notevoli dislivelli, è in parte regolarizzata da muri di terrazzamento in opera poligonale (Via Cavour, Via Corradini). Si ha notizia dell'esistenza di una basilica, probabilmente eretta da M. Aemilius Scaurus (CIL, X, 6462) tra il 54 e il 52 a.C. La presenza di altri edifici è documentata da un mosaico policromo tardo-repubblicano a cubi prospettici (Porta Romana) e da vari resti di pavimentazioni antiche (Via Dante, Scalelle del Duomo).
Numerose sono le testimonianze cultuali. Epigraficamente è attestata l'esistenza di un tempio di Apollo (CIL, X, 6463), il culto imperiale associato (almeno inizialmente) a quello di Mercurio (CIL, X, 6461, 6464, 6469; Supplemento. Italica, VI, cit., p. 27, n. 10), e la presenza di un'area consacrata (Via della Fanfara, ibid., pp. 23-24, nn. 5-6). In contrada Crocevecchia si trova il basamento di un tempio in opera poligonale di calcare, adiacente al quale è stata rinvenuta una stipe votiva di III-II sec. a.C. Nell'area sacra di Tratturo Canio, ove un cippo tufaceo iscritto rivela l'esistenza del culto di Giunone Regina (ibid., p. 20, n. 2), un Postumio Albino console (ibid., n. 3) eresse, entro la metà del II a.C., un tempio ionico in tufo, che fu poi restaurato da un praetor (ibid., pp. 22-23, n. 4)·
Numerose le villae: quelle disposte lungo le pendici dei colli setini sono prevalentemente realizzate in opera poligonale con aggiunte in opera incerta e reticolata (Madonna dell'Appoggio, Cassone), mentre quelle situate in connessione con la Via Pedemontana (Antonina, Capannaccio, Le Grotte) e nella pianura (Muraccia, Fosso Venereo) sono realizzate in opera incerta e reticolata.
In contrada S. Isidoro (S. Scalo) sono stati messi in luce i resti di un impianto termale realizzato con muri in opera laterizia, mista e listata. Vi sono state inoltre rinvenute due statue marmoree femminili di età tardo-repubblicana conservate l'una al Museo Nazionale Romano e l'altra presso la Biblioteca Comunale di Latina.
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Età romana: F. Coarelli, Lazio (Guide Archeologiche Laterza, 5), Roma 1982, in part. pp. 273-278; G. Bevilacqua, Una dedica a Diana proveniente da Sezze, mArchCl, XXXIII, 1983, pp. 216-218; L. Zaccheo, Edilizia romana a Sezze e la villa «Le Grotte», in Lunario Romano, 1983, pp. 437-449; M. Pagano, Nuovi cippi anepigrafi della centuriazione romana di Allifae, Capua, Puteoli e Setta, in RendAccNapoli, LIX, 1984, pp. 173-188; L. Zaccheo, Scoperto il tempio di Giunone, in II Comune oggi, VII, 11, 1985, pp. 6-10; id., I monti Lepini, Roma 1985, pp. 50, 54, 64-69; id., Presenze archeologiche a Sezze, in Territorio Pontino e danno ambientale (Quaderni dei Cepig 8-9), Latina 1986, pp. 59-78; R. Volpe, Selia, in Supplemento Italica, VI, Roma 1990, pp. 19-31; ead., in Epigrafia. Actes du Colloque International d'épigraphie latine en mémoire de Attilio Degrassi, Rome 1988, Roma 1991, pp. 382-383, tavv. XXXVII-XXXVIII
(E. Bruckner)