SEVERO (F. Valerius Severus)
Imperatore romano di origine illirica; è ignota la data della sua nascita. Fu nominato Cesare dell'Augusto Costanzo Cloro il 1° maggio 305 e ricevette allora le province di Italia, Africa e Pannonia. Alla morte di Costanzo, il 25 luglio 306, fu elevato alla dignità di Augusto. Nella primavera del 307 mosse contro Massenzio ma, abbandonato dalle sue truppe, si rifugiò a Ravenna, dove fu fatto prigioniero; portato a Roma, venne poco dopo ucciso.
Coniarono per lui le zecche di Roma, Aquileia, Siscia, Tarragona e Cartagine. Nella Gallia si trova il suo ritratto solo sulle monete d'oro della zecca di Treviri, fino alla morte di Costanzo. La sua effigie presenta il carattere comune agli imperatori di origine illirica: l'angolo quasi retto della fronte con la linea estrema della testa; la bocca è serrata, gli occhi rotondi. Le guance sono magre e rugose; l'espressione è giovanile. Non si conoscono ritratti di S., oltre quelli monetali.
Bibl.: Groag, in Pauly-Wissowa, XIV, 1928, c. 2426 ss., s. v. Maxentius; Seeck, ibid., II A, 1923, c. 2002 ss., s. v., n. 15; R. Paribeni, Da Diocleziano alla caduta dell'Impero d'Occidente, Roma 1941, p. 46 ss.; J. J. Bernoulli, Röm. Ik., II, 3, p. 205 s. - Monete: H. Cohen, Monn. Emp., VII, p. 130 ss.; J. Maurice, Numismatique Constantinienne, I, Parigi 1908, p. 57 ss.