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SEVERO

di Guido Calogero - Enciclopedia Italiana (1936)
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SEVERO (Σεβῆρος, Severus)

Guido Calogero

Filosofo greco, appartenente al cosiddetto platonismo medio. La data della sua vita è incerta: in base agli scarsi indizî superstiti sembra si debba assegnare al secolo II d. C. Da menzioni di autori antichi risulta che egli scrisse ὐπομήματα "commentarî": in particolare un suo commentario al Timeo platonico è ricordato da Proclo, che se ne vale più volte nel suo commento alla stessa opera. Eusebio (Praep. evang., XIII, 17) riferisce poi un ampio frammento ἀπὸ τοῦ Σεβήρου τοῦ Πλατωνικοῦ περὶ ψυχῆς: ma queste parole possono alludere tanto a uno scritto a sé di S. Sull'anima quanto a una parte del suo commentario al Timeo (e al dialogo platonico si riferisce il principio del frammento stesso).

Il pensiero di S. è sostanzialmente dominato da quel generale motivo di conciliazione sistematica delle antitesi del pensiero precedente e di quello platonico in particolare, che anima tutto il processo preparatorio e formativo del neoplatonismo. Così, nella teoria delle categorie, S. connette elementi platonici e aristotelici con elementi stoici; nella psicologia, sia per quanto concerne l'anima cosmica sia per quanto concerne l'anima umana, procura di meglio assicurare il legame organico tra i varî momenti, inferiori e superiori; nella cosmologia cerca abilmente di conciliare la dottrina della creazione enunciata nel Timeo platonico con quella aristotelica dell'eternità del mondo. Notevole pure, in questo complesso sincretistico e quasi neoplatonico, è l'apporto del matematismo neopitagorico. Manca ancora un'edizione del materiale superstite.

Bibl.: E. Zeller, Die Philosophie d. Griechen, III, i, 4ª ed., pp. 836, 841 segg.; W. Jaeger, Nemesios von Emesa, Berlino 1914; K. Praechter, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II A, Stoccarda 1921, coll. 2007-2010.

Vedi anche
Libio Sevèro Sevèro, Libio (lat. Libius Severus). - Imperatore romano d'Occidente (m. Roma 465); creatura di Ricimero, che lo fece (461) imperatore a Ravenna; ebbe il riconoscimento della sua dignità dal senato, ma non dall'imperatore d'Oriente, Leone. Sulpìcio Sevèro Sulpìcio Sevèro (lat. Sulpicius Severus). - Scrittore ecclesiastico (n. in Aquitania 360 circa - m. Primuliacum 420 circa); dopo la morte della moglie, si ritirò a vita monastica presso Primuliacum (forse l'od. Primillac) seguendo l'esempio di s. Martino di Tours e s. Paolino di Nola. È autore di Chronicorum ... Marco Dìdio Giuliano Dìdio Giuliano, Marco (lat. M. Didius Severus Iulianus). - Imperatore romano (Milano 133 - Roma 193). Iniziò la sua carriera al tempo di Marco Aurelio che lo protesse; già governatore di varie province, quando (193) Pertinace fu ucciso dai pretoriani, offerta ad essi una cospicua somma, fu proclamato ... Eusèbio di Cesarea Eusèbio di Cesarea. - Scrittore cristiano antico (n. 265 circa - m. Cesarea di Palestina 339 o 340), detto il "padre della storia ecclesiastica". Studiò e lavorò nella biblioteca di Cesarea. Vescovo di Cesarea (313 ca.) è noto per il suo pensiero teologico e per le opere erudite e storiche. Tra le prime si ...
Vocabolario
sevèro
severo sevèro agg. [dal lat. severus]. – 1. a. Che esercita la propria autorità o il proprio ufficio con rigore, senza indulgenza e senza debolezza: giudice, esaminatore, critico s.; padre, maestro s.; un dirigente s. ma comprensivo; essere,...
severità
severita severità s. f. [dal lat. severǐtas -atis]. – L’essere severo; carattere, atteggiamento, comportamento di chi è severo: la s. dei giudici, della commissione d’esame; trattare con s.; qualità di ciò che è severo: la s. del verdetto;...
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