SETTIZONIO
. Il biografo di Settimio Severo (vita Severi, 24) ci narra che questo imperatore (v. settimio severo) costruì sul Palatino un edificio detto Septizonium, destinato a fare da fronte monumentale al suo palazzo, in modo da riempire di meraviglia i viaggiatori che venivano dall'Africa. Che il Settizonio fosse una costruzione di gran lusso è testimoniato dalle numerose illustrazioni che ce ne hanno lasciato gli artisti del Rinascimento, le quali ci mostrano un fabbricato a tre piani con avancorpi sporgenti ornati con portici di colonne policrome: un'idea molto vicina di come l'edificio si doveva presentare nell'età romana ci può essere data dalla ricostruzione della scena del teatro di Sabratha in Tripolitania.
Il piano inferiore, composto di un alto podio, anch'esso rivestito di marmi, fu scavato nel sec. XVI e formava un quarto piano, mentre non è escluso che al disopra esistessero in antico gli altri tre piani che dovevano - secondo l'interpretazione più comune del nome - formare i sette di tutta la fronte; alcuni studiosi, invece, sono inclini a credere che le sette zone si dovessero contare in senso verticale.
Altri hanno pensato a etimologie differenti fondandosi su alcune versioni medievali del nome: Septifolium, Sedem Solis e Septemsoliis, ma la forma esatta del nome stesso ci è data anche da iscrizioni africane, in cui esso compare attribuito a ninfei monumentali. Fu distrutto da Sisto V per opera dell'architetto Fontana e il suo materiale servì per molte fabbriche allora in corso, tra cui le fondazioni dell'obelisco vaticano, il sepolcro di Sisto V in S. Maria Maggiore, quello di Pio V e la Cappella Sistina in Vaticano.
Bibl.: Th. Dombart, Das palatinische Septizonium zu Rom, Monaco 1922; E. Petersen, Septizonium, in Röm. Mitt., 1910, p. 56 segg.; A. Bartoli, in Boll. d'Arte, 1909, p. 253.