SETTIMANA SANTA (XXXI, p. 548)
SANTA Nel 1951 la Santa Sede (con decreto della S. C. dei Riti Dominicae Resurrectionis del 9 febbraio 1951, in Acta Ap. Sedis, XLIII [1951], p. 128 segg.) restituì la celebrazione della solenne veglia pasquale; cioè, i riti sacri, che preparano l'annuncio gioioso della Risurrezione del Cristo, furono portati dal mattino del sabato santo nel cuore della notte di Pasqua, all'ora in cui tradizionalmente si colloca la resurrezione, e furono "restaurati" nella loro nativa freschezza. L'innovazione, mentre segnava un auspicato ritorno ad antiche forme liturgiche, intendeva permettere una più ampia partecipazione dei fedeli alle funzioni sacre. Cinque anni dopo (decreto della S. C. dei Riti Maxima Redemptionis nostrae mysteria del 16 novembre 1955, in Acta Ap. Sedis, XLVII [1955], pp. 838-847), nello stesso spirito e con gli stessi intenti, fu restaurata tutta la settimana santa. Così la domenica "delle palme", dopo la benedizione dei rami d'olivo, si svolge una processione trionfale in onore di Cristo Re; il giovedì santo, dedicato al ricordo dell'istituzione dell'Eucarestia, è caratterizzato dalla celebrazione solenne della "Cena del Signore" nelle ore serali, preceduta dalla lavanda dei piedi di dodici poveri, come fece Gesù con gli apostoli; il venerdì santo, consacrato al mistero della passione e morte del Salvatore, si celebra l'actio liturgica nel pomeriggio, con i riti dell'adorazione della croce, del Passio, delle orationes solemnes, dell'oratio fidelium e della comunione del popolo, ridonati all'antico splendore. È la più importante riforma liturgica compiuta dalla Santa Sede negli ultimi anni, nello spirito di un generale ritorno all'antica liturgia cristiana.
Bibl.: A. Schmidt, Hebdomada sancta, Roma 1956 (l'opera più completa; ampia bibliogr. pp. 257-295 e pp. 957-978); inoltre: A. Bugnini e C. Braga, Ordo hebdomadae sanctae instauratus, Roma 1956 (bibliogr. pp. 163-165); G. Berti, La Settimana Santa, Milano 1957.