SETTIMA
. Nome di un intervallo musicale. Si distinguono tre specie di settime. La settima maggiore si compone di cinque toni e un semitono: la settima minore di quattro toni e due semitoni; la settima diminuita di tre toni e tre semitoni. Dall'intervallo di settima hanno preso nome le tetradi, o accordi di quattro suoni in ordine di terze sovrapposte. Il limite, infatti, che racchiude i componenti estremi di tali complessi fonici, è appunto una settima, e però gli accordi stessi si chiamano accordi di settima.
In questa categoria, assai vasta e varia, di combinazioni sonore, l'accordo tipico è la settima di dominante, che ha le sue basi naturali nel fenomeno acustico dei suoni concomitanti. Combinando infatti i primi sei armonici della serie ascendente, e astraendo poi dai raddoppî, si ottiene appunto un accordo di settima, che ha per fondamentale una dominante, e i cui componenti sono: terza maggiore, quinta, settima minore:
La fortissima tendenza risolutiva di un siffatto complesso sull'accordo di tonica fu assai presto riconosciuta e praticata, ma la sua autonomia come accordo e la facoltà d'esser dato di posta (senza preparazione) furono consacrate da Claudio Monteverdi, nel libero clima artistico della monodia accompagnata.
Ad analogia dell'accordo di settima naturale, i compositori usarono poi altre tetradi, estendendo a tutti i gradi della scala la possibilità di fare ad esse da base. Il carattere armonico e le tendenze risolutive, che tali complessi presentano, provengono loro sia dall'importanza gerarchica, che nell'organismo tonale spetta ai proprî fondamentali, sia alla qualità (maggiori, minori, diminuiti) degl'intervalli che li compongono.
Nello stile cromatico, le diverse alterazioni apportate ai gradi della scala, modificano ancora la sostanza armonica degli accordi di settima e suscitano in essi nuove tendenze attrattive, o ne destano nei componenti che non ne possedevano di decise.
Un caratteristico allacciamento di accordi di settima d'ogni qualità è la cosiddetta progressione delle settime, in cui l'assecondamento del bisogno risolutivo è ritardato sino al termine della serie dissonante. Questo procedimento armonico ha fatto le spese di oltre due secoli di musica, raggiungendo il massimo della sua applicazione tra i compositori del Settecento.