sette sorelle
Espressione coniata negli anni 1940 da E. Mattei, per designare il gruppo delle maggiori compagnie petrolifere internazionali che esercitavano un dominio praticamente incontrastato sul mercato mondiale: le statunitensi Exxon, Mobil, Texaco, Standard Oil of California (Socal), Gulf Oil, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell e l’inglese British Petroleum. A seguito della nascita e rapida espansione dell’industria del petrolio, queste compagnie avevano creato un cartello che deteneva il controllo mondiale del mercato, fissando prezzi, livelli di produzione e rispettive quote di mercato. A fronte della perdita del controllo nella produzione e nella raffinazione del petrolio, ai Paesi produttori veniva riconosciuto il pagamento dei diritti di concessione dei giacimenti e una royalty fissata in percentuale sul prezzo di listino. Le compagnie petrolifere potevano invece definire liberamente il prezzo di vendita e gestire il processo produttivo dall’estrazione alla raffinazione. I loro profitti erano molto superiori rispetto a quanto versato dalle compagnie stesse ai Paesi produttori.
Il gruppo di compagnie che controllavano il mercato si è nel tempo modificato in seguito alla fusione tra la Socal e la Gulf Oil, che ha dato vita nel 1984 alla Chevron Corporation, a sua volta fusa nel 2001 con la Texaco, e alla fusione (1999) della Exxon con la Mobil.
Il potere di mercato è cambiato: secondo valutazioni degli anni 2000 («Financial Times», 2007), il gruppo di imprese che controllano il mercato petrolifero è composto da 7 compagnie per lo più nazionalizzate e di appartenenza a Paesi fuori dall’area OCSE: Saudi Aramco (Arabia Saudita), Gazprom (Russia), China National Petroleum Corporation (Cina), National Iranian Oil Company (Iran), Petróleos de Venezuela (Venezuela), Petrobras (Brasile) e Petronas (Malaysia).