SESTO
. Famiglia di orafi veneziani che diede i più illustri monetieri e medaglisti alla Serenissima tra il sec. XIV e il XV. Nelle monete continuarono l'ingentilimento gotico degli schemi fondamentalmente bizantini; nel campo delle medaglie seguirono l'impulso umanistico padovano inaugurato dai due ultimi carraresi, spingendolo sino alla rievocazione dell'antichità (testa di Galba, Alessandro Magno [?], ecc.); ma nelle oreficerie vere e proprie echeggiarono con bravura e comprensione l'arte della grande scultura lagunare.
I rappresentanti della prima generazione, quella che ci diede anche le oreficerie vere e proprie, furono Mario, con i fratelli Bernardo, Lorenzo e Alessandro. Spetta però al solo Bernardo l'unica oreficeria firmata esistente; una ricchissima croce astile in argento dorato del duomo di Venzone (Bernardo di Marco, 1412; dunque un Marco era capostipite dei S.), che ci ricorda i dalle Masegne, a cui Bernardo era legato come compare, e come tale ricordato nel testamento di Pietro Paolo del 14 maggio 1403, ma anche le gentilezze fiorite e un po' dinoccolate dei Buon. Ed è, nel suo genere, un capolavoro, che l'arte veneta non dimenticherà più, nemmeno nel Rinascimento. La bottega dei S. prosegue con i nipoti Antonio di Bernardo e con Gerolamo e Luca di Alessandro, che ci portano con le notizie sino al 1465; per non dire di Francesco e di Nicola.
Bibl.: L. Forrer, Biografical Dictionary of Medallist, Londra 1904-30; E. F. Hill, A Corpus of Italian medals, Londra 1930; N. Papadopoli, in Archivio veneto, XXXV (1888), p. 2 (per le medaglie e le monete); D. M. Federici, Memorie trevigiane, Venezia 1803; E. Bragato, Da Gemona a Venzone, Bergamo 1913, p. 120 (per le oreficerie). Inoltre, P. Paoletti, Scultura e arch. del Rin. a Venezia, Venezia 1833 (per i documenti pp. 4, 94 e 129).