SESSUOLOGIA (fr. sexologie; sp. sexuologia; ted. Sexualwissenschaft; ingl. sexuology)
È l'insieme dei fatti e delle teorie relativi alla nozione dei fenomeni sessuali, dai punti di vista biologico, anatomico, fisiologico, psicologico. Altri articoli dell'Enciclopedia Italiana, come embriologia; fecondazione; genitale, apparato; nascita; parto; riproduzione; sesso; ecc., dànno ampî ragguagli intorno alla biologia e all'anatomo-fisiologia dell'attività sessuale sia dell'uomo, sia degli esseri inferiori. Nella presente trattazione verranno sviluppati i temi seguenti: a) storia della sessuologia; b) manifestazioni e sviluppo dell'attività sessuale umana; psicologia sessuale; c) fisiopatologia sessuale; d) psicopatologia sessuale.
Cenno storico. - Le prime descrizioni, con intenti scientifici, relative ai fatti della vita sessuale, risalgono a non oltre il Rinascimento (Leonardo). Più tardi, i problemi biologici della generazione vengono affrontati con notevole acume da Buffon, che apre la via agli studî posteriori di J. Hunter, L. Spallanzani, ecc. Le polemiche tra "ovisti" e "animalculisti" del Seicento e Settecento (A. van Leeuvenhoeck, Ch. Bonnet, L. Spallanzani, M. Malpighi, ecc.) annunciano le ricerche più sicure e metodiche dei biologi della fine del sec. XVIII e del principio del XIX: F. W. von Gleichen-Russwurm, A. Haller, C. F. Wolff, K. E. v. Baer, J. Prévost e J. B. Dumas, M. Rusconi, ecc.; ma solo nella seconda metà del sec. XIX la sessuologia richiama vivamente l'attenzione degli studiosi. S'inizia una serie di studî di patologia e psicopatologia sessuale, a opera specialmente di R. V. Krafft-Ebing, A. Moll, P. Näcke, A. Raffalovich, J. M. Charcot, E. Régis, A. Lacassagne, M. Hirschfeld; mentre le condizioni psicofisiologiche dell'impulso sessuale vengono osservate e descritte, specialmente per ciò che riguarda gli animali, da E. Steinach, R. Pflüger, F. Müller, A. Forel, A. Weismann, J. H. Fabre, ecc., e i riti e i costumi relativi alle forme elementari dell'unione sessuale sociale vengono studiati da J. Lubbock, P. Bartels, A. G. Haddon, R. Modigliani, ecc. Medici e psicologi come P. Mantegazza, S. Gross, Th. Ribot, St. Hall, C. Lloyd Morgan descrivono da vicino molti aspetti parziali della vita sessuale umana, e a questi si aggiunge un letterato, Rémy de Gourmont, che ne La physique de l'amour dà un saggio, sia pure ancora assai imperfetto, di come si possano affrontare i fenomeni della sessualità con intendimenti naturalistici.
Si giunge così all'epoca attuale, in cui la sessuologia assume definitivamente carattere scientifico. In tale epoca, tre studiosi in special modo lasciano un'orma profonda nel campo delle ricerche sessuologiche: Havelock Ellis, Sigmund Freud e Gregorio Marañón.
H. Ellis in una lunga serie di lavori ha riunito un materiale vastissimo di osservazioni proprie e altrui su tutte le principali questioni di sessuologia: caratteristiche dell'evoluzione sessuale, sentimenti sessuali normali e deviati, rapporti della vita sessuale con i più svariati aspetti della vita di relazione, nelle diverse età e presso i diversi popoli.
S. Freud, fondatore della psicoanalisi (v.), si è posto ancor più risolutamente sulla via dell'indagine psicologica, approfondendo particolarmente: la sessualità infantile; le peculiarità di questa e delle sue repressioni ed evoluzioni per la vita sessuale dell'adulto, le caratteristiche profonde della maschilità e della femminilità psichiche; il fattore sessuologico nell'assetto familiare e sociale; i rapporti della sessualità con le nevrosi, le psicosi, le perversioni, i disturbi del carattere; i punti di contatto fra la sessualità infantile e quella dei nevrotici e dei primitivi.
G. Marañón ha recato notevolissimi contributi alla morfologia sessuologica, allo studio dei valori biologici di maschilità e di femminilità e degli stati che egli denomina "intersessuali", a quello dei loro sviluppi e variazioni dai punti di vista endocrinologico e biochimico.
Manifestazioni e sviluppo dell'attività sessuale umana. Psicologia sessuale. - Indipendentemente dai problemi generalissimi d'ordine biologico, relativi alla funzione della sessualità rispetto alla vita organica, ai rapporti tra sessualità e riproduzione, alla morfologia sessuale, al significato e all'importanza del dimorfismo per una concezione storico-evolutiva della sessualità, si possono osservare alcuni fenomeni fondamentali nell'attività sessuale umana quali si presentano all'indagine obiettiva, e cioè senza trarre necessariamente da essi conclusioni di ordine universale o teleologico.
Il primo fatto che si offre al nostro esame è l'esistenza, nell'uomo, di una "tendenza sessuale", sia che si voglia limitarla, come certi fisiologi, a un bisogno fisico localizzato, sia che la si consideri, come il Freud e la sua scuola, quale una tendenza generale, psichica e organica a un tempo, assai più vasta della sua espressione genitale. Questa tendenza sessuale è soggetta a ogni sorta di variazioni quantitative e qualitative, dipendenti da fattori individuali e sociali, somatici e psichici, generali e accidentali, naturali e artificiali. Essenzialmente dinamica, essa cerca soddisfazione: e non si saprebbero definire genericamente i processi che a essa si riferiscono se non come successioni di stati qualitativamente diversi ("tumescenza" e "detumescenza" secondo H. Ellis, tensione e distensione secondo altri autori). L'esplicazione dell'attività sessuale non implica necessariamente il concorso di un altro individuo: cosicché è lecito distinguere, in tale esplicazione, un momento "autoerotico" e un momento "alloerotico". Essa non implica neppure necessariamente un'attività genitale, poiché possono aversi soddisfazioni di natura indiscutibilmente sessuale senza la partecipazione dell'apparato genitale. La distinzione fra sessualità e genitalità è anzi basilare per un'esatta visione delle manifestazioni qui considerate.
La sessuologia ha studiato e studia le singole condizioni che presiedono alle infinite variazioni di entrambi questi comportamenti, le determinazioni della condotta erotica relativa all'oggetto dell'attrazione sessuale, l'importanza dei singoli sensi specifici in tale attrazione, le caratteristiche diverse e talora opposte del comportamento alloerotico nei due sessi, le deviazioni maggiori o minori dalla normalità nella scelta dell'oggetto, ecc. Le ricerche sessuologiche hanno abbandonato la concezione secondo la quale solo l'osservazione diretta, di laboratorio, dei processi somatici, microistologici e microchimici, potrebbe dare origine a una "scienza" sessuologica, e ha messo tra l'altro maggiormente in valore i metodi psicologici per lo studio dei fenomeni sessuali, anche se di tali fenomeni, per lo più di carattere assai complesso, non è raro ottenere una riduzione a processi fisici od organici elementari.
Da tale punto di vista appare di primaria importanza la serie di constatazioni ab origine, relative all'evoluzione delle tendenze e delle attività sessuali nell'individuo umano: evoluzione di cui è dato ormai descrivere con sufficiente esattezza le fasi caratteristiche, anche prescindendo dalle loro profonde determinanti organiche.
Secondo la maggioranza dei moderni sessuologi, l'attività sessuale comincia con la nascita: del tutto superato è, per essi, il concetto secondo cui essa s'inizierebbe all'epoca della maturazione delle ghiandole sessuali, ossia alla pubertà. La psicoanalisi, in particolare, insiste sulla seguente concezione evolutiva, che parecchi sessuologi anche non psicoanalisti oggi condividono, e di cui si espongono qui le linee fondamentali.
La sessualità del bambino è profondamente diversa da quella dell'adulto, in quanto non è legata se non limitatamente, e in determinate epoche, alla zona genitale. Nel bambino esiste una "disposizione sessuale" diffusa e poco differenziata, che in date epoche di sviluppo si accentua, fissandosi su particolari zone del corpo. L'epidermide stessa, d'altronde, è suscettibile, se stimolata in certi modi (solletico, carezze) di procurare al bambino un eccitamento e rispettivamente una soddisfazione di ordine sessuale; ma l'appellativo di "zona erogena" è generalmente riservato a quei punti del corpo che volta a volta, nel corso dell'evoluzione sessuale, acquistano una sorta di primato rispetto a tutta la superficie cutanea.
La prima, in ordine di tempo, di queste fasi evolutive della sessualità è quella in cui la predominanza erogena viene assunta dalla zona orale: il piacere del poppante, relativo all'eccitazione della mucosa della bocca durante l'assorbimento del latte materno, si disgiunge ben presto dalla soddisfazione nutritiva in cui a tutta prima si trova coinvolto; il bambino succhia il proprio dito, mostra di gradire se alcuno gli solletichi le labbra, ecc. A tale fase ne succede un'altra, caratterizzata dalla soddisfazione che il bambino prova nel controllare i proprî sfinteri e nel trattenere o abbandonare il contenuto intestinale. In questa fase si manifesta altresì il primo controllo dell'attività muscolare, che consente una generale estrinsecazione delle tendenze aggressive. Sia l'attività sessuale orale, sia quella anale e uretrale, hanno dunque un contenuto prevalentemente autoerotico, e così pure l'attività che segue alle due descritte, e nella quale l'interesse del bambino si orienta verso la zona genitale. In questa fase infantile non si può peraltro ancora parlare di "genitalità" in un senso rigoroso: l'autoerotismo del bambino e della bambina è rivolto rispettivamente al membro e alla clitoride: donde il termine di "fase fallica, che il Freud e gli psicoanalisti hanno adottato per indicare questa ulteriore tappa dell'evoluzione degl'istinti sessuali.
Psicologicamente, il bambino attraversa varie esperienze durante queste fasi "pregenitali" della sua vita sessuale. I suoi primi trasporti affettivi sono rivolti alla madre (o alla nutrice), e ciò non appena esso riesca a distinguere il corpo materno dal proprio, e a rivolgere alla madre una parte dell'interesse esclusivistico autoerotico ("narcisistico") che aveva per la sua propria persona. La considerazione ulteriore del padre pone il piccolo essere in due situazioni distinte secondo che si tratti di un bambino o di una bambina: nel primo caso il rapporto affettivo verso la madre continua, complicato da un sentimento misto, di ammirazione e di rivalità, verso il padre (situazione cui la psicoanalisi ha dato il nome di "complesso edipico"); nel secondo il processo di evoluzione degli affetti, più complicato e più lento, porta nei casi normali alla situazione inversa, ossia a un sentimento di rivalità della bambina verso la madre, nei confronti del padre. Tali situazioni, importantissime per l'ulteriore sviluppo psicosessuale dell'individuo, vengono normalmente, e in ordine a varî motivi, più o meno felicemente superate, e il bambino giunge, verso il suo 5° o 6° anno di età, a quel periodo in cui la sua attività sessuale si assopisce, sembra sommergersi in un'amnesia che coinvolge la grandissima maggioranza dei fatti della prima infanzia: periodo cosiddetto "di latenza", che va sino alla pubertà e che è il più adatto per l'educazione e l'istruzione del futuro uomo.
Con l'età pubere, dopo un periodo nel quale l'adolescente si trova come per la prima volta di fronte ai problemi della sessualità (e nel quale ripete senza rendersene conto, in modo spostato e mascherato, gli atteggiamenti psicosessuali dell'infanzia), l'individuo diventa sessualmente adulto, la maturazione dell'apparato genitale stabilisce nei casi normali un primato di tale zona rispetto all'attività sessuale in genere, e i processi di questa seguono il decorso ordinario alloerotico.
L'amnesia che, come si è detto, ricopre la massima parte della vita infantile dalla nascita sino al periodo di latenza, e in particolar modo l'attività sessuale dei primi anni, non è se non uno dei tanti aspetti di quel vasto insieme di processi che contrastano e frenano il libero esplicarsi delle tendenze sessuali: processi per i quali Hesnard adopera il termine comprensivo di "controsessualità". Tali processi contraddistinguono in modo speciale le società civili, per quanto anche presso i selvaggi si riscontrino sempre, in forme diverse, freni e barriere di quest'ordine.
Sin dai primi mesi della vita del bambino, e tanto più quanto maggiormente egli cresce in età, molte tendenze vengono modificate o inibite a opera dell'ambiente. L'opera degli educatori, colpisce in modo particolare le espressioni della sessualità infantile, che già in età tenera vengono infatti smorzate a tal segno che molti adulti non riescono neppure ad avvertirle. In un primo tempo tale repressione parte esclusivamente dall'esterno, ed è effimera; ma in un secondo tempo il bambino fa sue le esortazioni, le proibizioni o le minacce degli educatori, e queste influiscono sulla sua condotta partendo dal suo interno, venendo a far parte della sua coscienza morale. Molti degli accennati processi di repressione degl'istinti, particolarmente sessuali, avvengono peraltro senza che la coscienza li avverta, secondo un processo quasi automatico di obliterazione e di sommersione nell'inconscio di quei contenuti psichici incompatibili con l'ulteriore sviluppo individuale. Potenti controcariche psichiche (Gegenbesetzungen del Freud) impediscono a tali contenuti di riapparire alla coscienza, e l'eccessiva tensione delle due forze in urto viene invariabilmente risentita come angoscia, mentre nei casi normali si determina un equilibrio stabile, che assicura all'individuo l'esplicazione senza disturbo psichico della propria sessualità, nei limiti socialmente consentiti.
La "controsessualità" può causare peraltro perturbazioni e deviamenti anche gravissimi qualora una costituzione individuale particolarmente sensibile non ne sopporti le costrizioni, o - ciò che fa lo stesso praticamente - qualora tali costrizioni risultino eccessive rispetto a quel che può sopportare una costituzione normale (v. appresso la trattazione dedicata alla psicopatologia sessuale).
Descrivere minutamente i comportamenti diversi dell'adulto nelle molteplici manifestazioni della vita sessuale, studiare la psicogenesi di sentimenti complessi che accompagnano con maggiore o minor frequenza tali manifestazioni (come p. es., la gelosia, il pudore), approfondire le basi di un'etica, di un'etnologia, di una pedagogia, di un diritto sessuali, rientra nei compiti della sessuologia, ma è incompatibile con i limiti della presente esposizione.
Fisiopatologia dell'apparato genitale. - Ci riferiamo all'uomo, nel quale le funzioni sessuali sono meglio note soprattutto in caso di malattia o anormalità (v. anche genitale, apparato).
Nel periodo embrionale e nella prima infanzia l'apparato genitale si differenzia e si sviluppa come ogni altra parte del corpo, ma è privo di proprie funzioni specifiche. Però già prima che l'apparato sessuale sia maturo le ghiandole sessuali adempiono a una funzione morfogenetica della più alta importanza per l'ulteriore sviluppo del sistema sessuale stesso nonché per tutto l'organismo. Ciò è dovuto specialmente alla secrezione interna di cellule situate negl'interstizî dei tubuli seminiferi e dei follicoli ovarici e perciò anche dette ghiandole interstiziali. Questa secrezione interna delle ghiandole sessuali agisce su altre ghiandole a secrezione interna (v. endocrinologia) e sui varî organi della vita vegetativa e di relazione con azione stimolante (ormoni) o con azione di freno (caloni). Alla loro volta le secrezioni interne di altre ghiandole (ipofisi, tiroide, paratiroide, timo, corticale, surrenale) intervengono per gli stessi scopi morfogenetici insieme con le ghiandole sessuali, con azione concorrente o antagonista. Come risultato si ha, normalmente, il definitivo sviluppo degli organi sessuali e la differenziazione somatica e psichica dei caratteri proprî ai due sessi (v. sesso). Si comprende perciò che soprattutto in questo periodo formativo ogni deficienza della secrezione interna delle ghiandole sessuali ha la massima importanza sulla definitiva costituzione della personalita somatica e psichica dell'individuo e sulle venture funzioni sessuali. Fatti patologici a carico delle ghiandole sessuali, ereditarî, o acquisiti nelle prime età, possono essere isolati o far parte di tutto un quadro generale di deficienze di sviluppo o di fatti degenetativi. Rammentiamo: l'assenza o l'ipoplasia congenita delle ghiandole sessuali, il mancato sviluppo a causa di mancata discesa ontogenetica dei testicoli nella sede normale (ectopia testicolare; criptorchia); le atrofie in seguito a traumi o a processi infiammatorî infettivi acuti (orchiti da parotite epidemica, da febbre maltese, ecc.) o cronici (rara la tubercolosi del testicolo nell'età infantile, più frequenti le lesioni atrofizzanti da sifilide congenita); i tumori, la castrazione, ecc.
Alla castrazione in età adatta, cioè quando i caratteri sessuali primarî e secondarî siano bene affermiati, seguono abbassamento del tono generale, diminuzione delle sensazioni genetiche, modificazioni somatiche (ingrassamento, invecchiamento precoce, intorpidimento psichico), a volte anche modificazioni di alcuni caratteri sessuali secondarî. Difficilmente essa produce la perdita completa di questi caratteri, invece consente generalmente, almeno per un certo lasso di tempo, una parte della funzione genitale, la copula, ma senza alcuna possibilità di fecondazione per mancanza delle cellule sessuali. Nella donna il flusso mestruale, essendo legato al processo di ovulazione, cessa nella castrazione, nella gravidanza e nella menopausa. Il decadimento di appetito e di tono sessuale e l'involuzione stessa degli organi sessuali che avvengono dopo la menopausa nella donna e gradatamente nella vecchiezza maschile non dipendono unicamente dal cessare della funzione della parte interstiziale delle ghiandole sessuali, ma dall'insieme involutivo di varie ghiandole a secrezione interna (ghiandole sessuali comprese) nonché dallo stesso ciclo di involuzione di tutti gli organi sessuali e dei loro tessuti e specialmente del sistema nervoso vegetativo e di telazione, con le suddette ghiandole in connessione d'interdipendenza.
Per comprendere le alterazioni della funzione sessuale è necessario conoscere i punti fondamentali dell'anatomia e della fisiologia dell'apparato genitale. Ma non ripeteremo qui quanto è detto ampiamente nella voce genitale, apparato.
Impotenza virile si suole chiamare l'impossibilità o difficoltà di erezione, o la scarsa durata di essa nel maschio, per cui è impossibile la copula e quindi la fecondazione. Più giustamente questa forma d'impotenza deve chiamarsi impotentia coeundi per distinguerla da quella per la fecondazione o generandi. È chiaro che la distruzione o comunque la mancata funzione del centro spinale o delle radici e nervi periferici che se ne dipartono rendono impossibile ogni forma di erezione. Lesioni più alte, invece, del midollo spinale, se complete, cioè di tutta la sezione spinale, rendono impossibile l'erezione geneticamente utile, perché cosciente e utilizzabile, ma lasciano la possibilità di erezioni per così dire a corto circuito o automatiche. La distruzione parziale di alcuni fasci spinali può rendere difficile o impossibile l'erezione di origine cerebrale o perché impedisce attraverso un inesatto o mancante apprezzamento sensoriale il controllo dinamico dell'atto (lesione dei cordoni posteriori) ovvero perché impedisce l'apporto afferente al centro spinale dell'onda nervosa proveniente dall'alto (lesione dei cordoni laterali). È molto discusso se esista un centro cerebrale dell'erezione che alcuni autori collocherebbero nei lobi frontali. Ma lesioni ivi localizzate dànno disturbi tali per tutto l'organismo e per la vita del soggetto da mettere fuori dell'attenzione la funzione sessuale.
Agendo sulle varie zone del sistema nervoso, che vanno dagli organi sensoriali periferici al centro midollare attraverso o meno al cervello, mentre le lesioni distruttive dànno impotenza, lesioni più lievi possono agire invece da stimolo determinando un certo grado di erezione patologica. Assai spesso però al fatto infiammatorio stimolante e irritante segue poi il fatto cicatriziale degenerativo, o distruttivo. Questo caso s'avvera il più frequentemente nella tabe, ma può aversi anche per altre lesioni dell'asse cerebro-spinale e dei nervi periferici (lesioni traumatiche, emorragie, compressioni, fatti infiammatorî, mieliti trasverse, poliomieliti, sclerosi a placche, tumori, tubercolosi vertebrale, nevriti, ecc.). In alcuni casi dette lesioni non sono così estese e intense da abolire la funzione, e allora l'impotenza può essere non assoluta ma relativa. Fin qui s'è parlato d'impotenza organica, dovuta cioè a lesioni materiali del sistema nervoso; ma più comune è l'impotenza funzionale, cioè indipendente da lesioni organiche apprezzabili. Essa si può avere in forma transitoria o persistente, completa o relativa. È assai discutibile la possibilità di un'impotenza funzionale prolungata, in individuo sano e normale, come conseguenza di abusi sessuali di data non recentissima. Invece assai spesso l'abuso sessuale, l'onanismo, il coito interrotto hanno contribuito a provocare una forma di esaurimento generale neuro-muscolare o psichico, o di neurastenia con manifestazioni generali e sessuali. La lunga astinenza può a volte condurre a una certa frigidità nella ripresa della funzione: in simili casi ha molta importanza il fattore emotivo. Gli sport esercitati molto attivamente, il lavoro cerebrale intenso e protratto possono transitoriamente rendere più torpido il centro genetico. Queste forme temporanee possono ripresentarsi, soprattutto nei soggetti con facile esauribilità nervosa. Nell'impotenza psichica, detta impropriamente neurastenia sessuale, emozioni, preoccupazioni, ricordi, e soprattutto autosuggestioni, agiscono inibitoriamente sui centri cerebrali e spinali. Il più spesso ciò avviene in soggetti a particolare labilità nervosa, ma può anche presentarsi in individui perfettamente normali. Talvolta quest'impotenza è relativa a una sola persona che può anche essere quella più a lungo desiderata. Ha di solito origine in un primo insuccesso che poi resta come immagine fissa e dominante nei futuri rapporti. Si tratta invero di forma generalmente transitoria. Transitoria è anche l'impotenza da esaurimento generale per malattie acute in atto o da poco pregresse. Significato patologico più grave hanno invece le impotenze da intossicazione cronica esogena come alcoolismo, caffeismo, nicotismo, e soprattutto quelle da stupefacenti come oppio, morfina, cocaina, ecc., e quelle da tossicosi endogene, come gotta, diabete, ecc. Spesso i varî fattori soprannumerati si associano fra loro. Così spesso oltre alla labilità nervosa si può avere una depressione costituzionale o acquisita per malattia, del "tono genetico" dipendente in gran parte da scarsa vivacità di funzione della ghiandola sessuale. Si tratta generalmente di fatti patologici localizzati ai genitali (epididimiti, deferentiti, spermatocistiti, prostatiti, uretriti posteriori croniche; per la donna salpingiti, metriti, ecc.). Alcune volte queste "spine sessuali" in primo tempo stimolano l'appetito sessuale poi successivamente esauriscono alquanto il tono genetico: è il caso delle forme dapprima acute, poi croniche, di cui l'esempio più tipico è la blenorragia con le sue conseguenze. Altre volte fin da principio il processo patologico ha addirittura influenza inibitrice sul tono genetico. È il caso della tubercolosi del testicolo e delle vescichette seminali, del sarcocele sifilitico, dei tumori del testicolo, ecc. Alcune di queste cause sono suscettibili di essere allontanate da cure opportune, altre no. L'impotenza da vecchiaia è in rapporto all'involuzione anatomica degli organi sessuali, per la quale essi diventano incapaci alla funzione.
Nella donna la deficienza della normale libido si dice frigidità. Fisiologica è la frigidità legata ai cicli funzionali proprî del sesso (mestruazioni, gravidanze, allattamento), ma anche fuori di queste occasioni la frigidità, almeno relativa o temporanea, è nella donna assai più frequente che nel maschio, senza che intervenga un fattore fisiopatologico propriamente detto. Si rifletta alla diversità di educazione sessuale della donna, al fatto che la donna il più spesso è scelta, e non sceglie il suo compagno. Il tempo e la frequenza dei rapporti sono ugualmente il più spesso estranei alla sua volontà. Pertanto il legislatore non considera la frigidità muliebre quale causa di annullamento di matrimonio purché permetta, sia anche passivamente, l'atto sessuale.
Molte forme di esagerazione dell'appetito sessuale sono d'interesse essenzialmente psichiatrico; bisogna però andar cauti nel ritenere patologiche le espressioni sessuali, perché sono notevoli in questo campo le varianti fisiologiche individuali. Comunque, esistono realmente degli stati di falso erotismo di origine patologica dovuto all'azione di uno stimolo meccanico, chimico, o circolatorio su un punto qualunque delle vie nervose sensoriali o motrici della sfera sessuale, come si può avere in malati di forme acute cerebrospinali, nella tabe spinale, che in primo tempo può dare aumento di senso erotico e poi impotenza; e nelle lesioni locali (uretriti, papillomi dell'uretra prostatica, spermatocistiti, affezioni pruriginose dei genitali, prostatiti, ecc.) che allo stato acuto possono dare stimolo sessuale esagerato e in quello cronico produrre l'effetto opposto. Alcune sostanze chimiche in dose opportuna possono agire da eccitanti sia del centro nervoso spinale sia di centri corticali (alcool, caffè, nicotina, tartufi, cantaride, ecc.); l'uso ripetuto di queste sostanze porta invece all'effetto opposto. Gli stupefacenti non procurano mai un aumento reale della "vis coeundi", ma solo un'ebbrezza psichica. Altri farmachi in dose terapeutica hanno azione tonificante del sistema nervoso in genere e anche del centro spinale in specie (fosforo, arsenico, stricnina, yohimbina, ecc.).
Anomalie frequenti della funzione sessuale dipendono da malformazioni o lesioni anatomiche locali dei genitali. Delle malformazioni congenite ricordiamo l'ermafroditismo, nel quale secondo i casi v'è possibilità o meno di funzione completa, il deficiente e più ancora l'esagerato sviluppo delle parti; la brevità del frenulo, la fimosi congenita, l'aplasia vaginale, la vagina doppia o settata o falcata, la resistenza abnorme dell'imene, il vaginismo, ecc. Quest'ultimo consiste in una particolare sensibilità dell'ostio vaginale fino al punto che un lieve stimolo ad esso provoca una contrattura del constrictor cunni; per vincere quest'affezione talora è stato necessario il taglio dei nervi pudendi interni. In generale riguardo al dolore la suscettibilità individuale è assai varia; lievi irritazioni banali possono impedire i rapporti sessuali in persone sensibili, mentre in altri soggetti essi sono possibili anche per fatti patologici noti come assai dolorosi. In linea ggnerale le erosioni superficiali sono più sensibili che quelle profonde. Tra i fatti patologici acquisiti più comuni ricordiamo le malattie veneree e sifilitiche e loro complicanze, le forme tubercolari, i tumori benigni e maligni; le forme degenerative dei tessuti e i postumi di fatti distruttivi (cicatrici), infine le forme erpetiche semplici, quelle infiammatorie, traumatiche o irritative o da germi volgari, ecc.
L'eiaculazione ha un proprio centro nervoso spinale in certo modo indipendente dal centro dell'erezione ed è localizzato alquanto più in alto nel midollo spinale. Si comprende pertanto come sia possibile avere eiaculazione senza erezione, ed erezione senza eiaculazione. La mancanza di spermatozoi si può avere per varie cause (per es. asportazione, atrofia congenita o acquisita, sclerosi, degenerazione dei testicoli); in questi casi patologici il liquido eiaculato può essere più o meno scarso e ridursi a solo liquido prostatico misto a secrezione delle altre ghiandole annesse all'uretra maschile. Quando le anomalie o aplasie testicolari congenite colpiscono tutto il testicolo, allora la mancanza della spermatogenesi passa in seconda linea di fronte alla totale mancanza di ogni funzione sessuale. Ma si può avere anche per cause ereditarie un'azoospermia contrastante con uno sviluppo discreto o completo dell'insieme del testicolo e con sviluppo degli organi e della funzione copulatrice. Il più spesso allora si tratta d'incapacità della ghiandola testicolare a condurre a sufficiente maturazione le proprie cellule sessuali. Anche però quando questa maturità è raggiunta i nemaspermi si possono mostrare incapaci di fecondare: spesso questi casi sono dovuti a intossicazioni gravi o a gravi tare degenerative trasmissibili per ereditarietà, e allora l'azoospermia funziona come una difesa naturale della specie. Si può avere azoospermia anche per lesioni - il più spesso di origine infiammatoria - delle vie spermatiche (epididimiti, deferentiti, spermatocistiti, ecc., di origine gonococcica, luetica, tubercolare, ecc.). Azoospermia permanente si ottiene con la resezione chirurgica bilaterale dei dotti deferenti come si pratica per la sterilizzazione a scopo eugenico. Inoltre la composizione del veicolo spermatico ha grande importanza per la vitalità e motilità degli spermatozoi. Fatti patologici possono dare un veicolo eccessivamente denso, o ricco di pus, o anche semplicemente mutare la reazione normale lievemente alcalina. Una secrezione vaginale acida (p. es., per ristagno di secrezioni, per fermentazioni abnormi), è esiziale per i nemaspermi. Un tappo di muco o di pus al collo uterino, tumefazioni o cicatrici della mucosa uterina e soprattutto del canale cervicale; abbondanti secrezioni patologiche del corpo dell'utero o delle trombe (salpingi), possono impedire o rendere più difficile la fecondazione per ostacolo meccanico al risalire dei nemaspermi. Altrettanto si dica per le anomalie di sviluppo dei genitali interni femminili, o per malformazioni e difetti di posizione, congeniti o acquisiti (utero infantile, retroversione, antiflessione esagerata). Però assai più importanti, anche se meno frequenti, sono le sterilità femminili inerenti alla cellula sessuale femminile, come può avvenire per aplasie congenite di tutto l'apparato sessuale o del solo ovaio; per infiammazioni, neoplasmi benigni o maligni, o per castrazione chirurgica o fisica (raggi Röntgen), ecc. Oppure, analogamente a quanto s'è detto per il maschio, l'ovulo è semplicemente, forse per una certa immaturità, inadatto a lasciarsi fecondare; ovvero, una volta fecondato, è inadatto per ragioni biologiche, a volte assai misteriose, alla successiva evoluzione.
Più comuni però sono i casi nei quali, sempre analogamente a quanto si è detto per il maschio, gli ovuli pur normali e maturi non possono scendere e progredire verso l'utero per un ostacolo, il più spesso acquisito e infiammatorio, delle salpingi (veri corridoi di conduzione fra ovaia e utero), o delle parti vicine, ligamehti, ma interessanti sia anche meccanicamente il dotto salpingeo. Se ciò avviene bilateralmente si ha sterilità.
La sterilizzazione eugenica è praticata appunto interrompendo chirurgicamente le vie salpingee.
Psicopatologia sessuale. - Le forme psicopatologiche dell'attività sessuale si possono distinguere in tre gruppi principali, a seconda che si tratti d'infantilismi, di nevrosi o di perversioni. Tale classifica è però tutt'altro che assoluta, molti infantilismi erotici potendo rientrare a rigore negli altri due gruppi, o costituire loro aspetti sintomatologici.
Lo stesso concetto di psicopatologia sessuale è poi continuamente soggetto a revisioni da parte dei moderni sessuologi.
Tra i più noti infantilismi sessuali va citato anzitutto l'autoerotismo morboso, che si distingue da quello normale di certi periodi della vita infantile (v. sopra) appunto perché perdura in epoche nelle quali l'individuo avrebbe dovuto normalmente assumere un comportamento alloerotico. La psicogenesi dell'autoerotismo morboso è svariatissima e spesso assai complicata: esso insorge certamente sopra un terreno di predisposizione (timidezza, emotività eccessive), e rivela un mancato superamento di situazioni inibitive infantili, per cui l'individuo, causa un'inibizione inconscia, continua a sentirsi precluso, in un modo o nell'altro, il rapporto erotico con l'altro sesso, e ciò benché tale sentimento non corrisponda di fatto alla realtà. Il persistere nel comportamento autoerotico rinforza a sua volta la disposizione alla timidezza, alla "fuga dal reale", ecc., e stabilisce un circolo vizioso che diventa sempre più difficile spezzare.
Una forma sempre nettamente morbosa di autoerotismo è il vero "narcisismo" quale è stato primamente denominato e descritto da Havelock Ellis, ossia l'interesse erotico, pressoché o del tutto esclusivo, per la propria persona, interesse che spesso è accompagnato da atti masturbatorî. Questo narcisismo è da distinguere, in quanto forma riflessa e coltivata, dal narcisismo spontaneo della prima infanzia e dai suoi derivati psichici (tratti di carattere, ecc.), proprî dell'età adulta.
La frigidità maschile e femminile, e l'impotenza virile propriamente detta (v. sopra) possono avere un'origine anche del tutto psicogena, sia nelle loro forme saltuarie, sia in quelle permanenti. I disturbi dell'erezione, l'eiaculazione precoce o la mancanza di eiaculazione nell'uomo, l'anaffettività, la debolezza o la nullità dell'eccitazione o il disgusto del rapporto eterosessuale in entrambi i sessi possono dipendere esclusivamente da disturbi della sfera psichica conscia o inconscia, e vanno in tal caso trattati alla stessa stregua delle psiconevrosi.
Accanto a questi ipoerotismi esistono forme di ipererotismi, che anch'essi, sebbene più raramente, possono risultare da esperienze psichiche particolari. Sono spesso conseguenza dell'autoerotismo accentuato, mentre più rari sono gl'ipererotismi alloerotici (satiriasi maschile, ninfomania femminile), nei quali peraltro la causante è di solito fisiopatologica (v. sopra).
L'importanza del fattore sessuale nell'eziologia delle nevrosi è stata primamente messa in luce dalla psicoanalisi (v.), ed è oggi riconosciuta, in grado maggiore o minore, da un gran numero di sessuologi. Nel nevrotico l'attività sessuale normale alloerotica è sempre più o meno disturbata, e in suo luogo s'instaura una sintomatologia svariatissima, le cui scaturigini istintuali inconscie non possono esser poste in luce se non mediante un trattamento particolare. Rinviando alla voce nevrosi per una sommaria classifica di queste forme psicopatologiche, basti qui menzionare che l'autoerotismo, il narcisismo, la frigidità, ecc., citati più sopra, fanno spesso parte di una complessa sindrome nevropatica, entro la quale vanno inquadrati e studiati. Disturbi transitorî dell'attività sessuale adulta possono anch'essi causare manifestazioni psiconevrotiche (nevrosi cosiddette "attuali"): così un eccesso o una brusca sospensione dell'onanismo, certe pratiche "neomaltusiane", ecc.
Secondo un'antica e notissima formulazione di S. Freud, "la nevrosi è il negativo della perversione". Ciò va inteso nel senso che mentre nel nevrotico certe tendenze anormali, o ritenute tali, vengono inibite e trattenute nell'inconscio, e si manifestano solo, spesso del tutto irriconoscibili, nei sintomi, nel pervertito tali tendenze giungono almeno parzialmente alla coscienza, e trovano sovente esecuzione, non senza frequenti lotte dell'individuo stesso che vorrebbe liberarsene. Talora le tendenze in questione restano confinate nel campo della fantasia, e vengono allora a far parte dei già menzionati autoerotismi morbosi.
Le perversioni sessuali sono estremamente varie e complesse, cosicché in questa trattazione ne verranno passate in rassegna solo le forme tipiche e principali. Una classificazione razionale delle perversioni si potrebbe fare in base alla loro psicogenesi, ossia alla loro connessione con determinati periodi della vita infantile: si è visto infatti che la perversione come tale non è altro se non l'accentuazione o l'esasperazione di una tendenza istintiva parziale, caratteristica più o meno appariscente di una certa fase dell'evoluzione infantile: tendenza che anziché venir superata, o anziché fondersi con le altre e rimanere insieme con esse quale funzione preparatoria o concomitante nei confronti del rapporto erotico normale, mantiene o riassume il predominio (in seguito a una "fissazione" o a una "regressione"), a parziale o completo detrimento del rapporto stesso.
Dal punto di vista descrittivo, le perversioni sessuali si possono distinguere in due grandi gruppi (classifica di S. Freud, generalmente adottata): perversioni attinenti alla meta e attinenti all'oggetto.
1. Perversioni attinenti alla meta. - Includono tutti i casi in cui l'oggetto dell'interesse sessuale è normale, o poco si discosta dalla normalità, ma in cui lo scopo perseguito non è il rapporto erotico, o quanto meno questo è subordinato ad altre esigenze. Tali perversioni sono, principalmente, le seguenti:
Scopofilia ("voyeurisme"): consiste nel godimento esclusivo o quasi esclusivo, provato alla vista delle nudità o degli atti sessuali altrui: più frequente nell'uomo, si accompagna spesso all'impotenza o all'autoerotismo.
Esibizionismo: consiste nel trovare una soddisfazione sessuale mostrando ad altri le proprie parti genitali, o altre regioni del corpo che abitualmente si tengono celate. Al pari del piacere di guardare, assume carattere di perversione solo quando sia fine a sé stesso, e si manifesti in circostanze scandalose. Nelle sue forme più lievi, è molto più frequente nella donna che nell'uomo; il contrario accade nelle sue forme più gravi.
Sadismo: secondo la definizione di P.-E. Garnier, consiste "nel provare una voluttà genitale solo attraverso il dominio o la violenza esercitati su persone dell'altro o del medesimo sesso, su animali o su oggetti"; in questi ultimi casi, peraltro, tale perversione si complica, e diventa attinente all'oggetto oltre che alla meta. La parola sadismo è stata desunta dal nome del marchese di Sade (v.), nelle cui opere si trovano molti esempî e descrizioni di atti del genere. Le forme in cui si esplica il sadismo sono molteplici: si va dalle umiliazioni o da un certo eccesso di violenza nel rapporto sessuale sino ai casi-limite delle torture o della morte inflitte dai sadisti criminali alle loro vittime. La psicoanalisi ha esteso il concetto di sadismo, e ne ha ravvisato le origini in un istinto primario di distruzione e di morte, connaturale alla stessa materia vivente; tale istinto, ravvisabile nella sua forma "estrovertita" in una quantità di azioni umane anche volte a nobili fini, diventerebbe dannoso in quei casi nei quali non sarebbe sufficientemente fuso con gl'istinti dell'Eros, ossia con la "libido". Il sadismo, come pure il "masochismo" (v. appresso), risulterebbero dunque da un "disimpasto" più o meno accentuato degl'istinti primordiali.
Masochismo: dal nome di L. von Sacher-Masoch (v.), consiste nel piacere sessuale provato attraverso umiliazioni e violenze fisiche subite da parte dell'oggetto del rapporto erotico. Nelle sue forme lievi è più frequente presso la donna (v'è chi ravvisa addirittura in questa una disposizione masochistica essenziale); mentre nell'uomo ha in massima carattere di deviazione più grave che non il sadismo. Espressione, secondo la psicoanalisi, di un refluire secondario dell'istinto distruttivo verso l'individuo che non riesce a estrovertirlo convenientemente, il masochismo trova una barriera nello stesso limite della tolleranza organica al dolore. Nell'uomo rivela spesso una disposizione omosessuale passiva, e trae origine sovente da maltrattamenti subiti nell'infanzia e collegati a precoci esperienze erotiche, come nel caso famoso di J.-J. Rousseau.
2. Perversioni attinenti all'oggetto. - Includono tutti i casi in cui l'oggetto del rapporto sessuale è diverso da quello dell'alloerotismo normale. Tali perversioni sono, principalmente, le seguenti:
Omosessualità: consiste nella ricerca di un individuo del proprio sesso quale oggetto erotico; è la più nota e studiata fra le perversioni sessuali.
Il problema dell'omosessualità supera, come tale, i confini proprî alle altre anomalie della vita sessuale, poiché tocca di necessità i problemi biologici assai più vasti del dimorfismo sessuale, della bisessualità e dell'intersessualità.
Gli studî sull'omosessualità presso certe specie animali, sull'ermafroditismo, sui caratteri anatomici residuali del sesso opposto ravvisabili in qualsiasi individuo - mammelle rudimentali nell'uomo, pene rudimentale (clitoride) nella donna -, sulla diversa considerazione dell'omosessualità nelle varie epoche storiche e presso i varî popoli, ecc., hanno condotto, specie dopo le recenti ricerche di G. Marañón, ad ammettere una bisessualità originaria maggiore o minore in ogni individuo, e un successivo orientamento di essa nel senso dell'uno o dell'altro dei tipi morfologici fondamentali, orientamento determinato: a) dalla disposizione originaria; b) dalle influenze e dalle acquisizioni estrinseche. Il substrato somatico (endocrino?) dell'inversione resta peraltro ancora assai oscuro, mentre le sue determinanti psicogene sono state, specie nell'ultimo trentennio, notevolmente approfondite.
L'omosessuale è dunque un individuo sul quale i fattori a e b hanno influito in maniera variabilissima, dimodoché si possono raggruppare nella stessa categoria gl'invertiti "amfigeni" (la cui sessualità, cioè, può avere come oggetto tanto l'uno quanto l'altro sesso), quelli occasionali, già nominati, e quelli completi. Si aggiunga che un'indagine accurata ha permesso di ravvisare componenti omosessuali, attuali o trascorse, coscienti o inconscie, in molti comportamenti d'individui che si ritengono eterosessuali e che come tali vengono generalmente considerati.
Nessun rapporto assoluto si è potuto peraltro stabilire, specie per quanto riguarda gli omosessuali uomini, tra omosessualità e caratteristiche somatiche o anche psichiche dell'altro sesso: molti omosessuali hanno infatti carattere e struttura somatica perfettamente virili (e rispettivamente femminili), e viceversa; naturalmente si tratta di percentuali, e i pareri divergono circa la loro valutazione statistica.
Ha valore relativo anche la distinzione empirica tra omosessuali "attivi" e "passivi", sebbene l'attività si avvicini più alla maschilità, e la passività alla femminilità. L'omosessualità, come tale, può essere del tutto indipendente da tare o da malattie organiche, come pure da altre conclamate anormalità psichiche.
I rapporti omosessuali vanno dalle semplici effusioni sentimentali sino ai rapporti più intimi.
La psicoanalisi ha profondamente studiato l'eziologia psichica dell'omosessualità, sottolineando, per quanto concerne il maschio, specialmente i punti seguenti, che qui di necessità si schematizzano: fissazione e identificazione infantili a un'immagine materna più o meno virile; esclusivistica ipervalutazione del genitale maschile (quello femminile sembrerebbe inconsciamente, all'omosessuale, effetto di una "evirazione"); sopravvivenza più o meno accentuata dell'erotismo delle fasi pregenitali; precoce sottomissione di fronte al padre, ecc.; nella femmina, presso cui è più facile distinguere tipi "attivi" e tipi "passivi", notando in un gruppo di omosessuali la non avvenuta rinunzia al possesso del membro ("protesta virile") e l'identificazione al padre, e nell'altro gruppo una repressione eccessiva dei primi trasporti eterosessuali, la paura dell'"aggressività" maschile, ecc.
In alcuni stati l'omosessualità è punita come tale a termini di legge; in altri è solo perseguibile penalmente, al pari delle altre perversioni, quando ne risulti scandalo pubblico o danno comunque arrecato ad altri.
Feticismo: consiste nella limitazione dell'interesse sessuale a una parte, intrinseca o estrinseca, dell'oggetto umano normale. Anche a questa perversione si giunge per gradi, partendo da quell'interesse per le parti del corpo, per le vesti o per gli ornamenti della persona amata, che è proprio dell'amore normale. Il feticismo, nelle sue forme clamorosamente patologiche, è assai più frequente nell'uomo che nella donna.
L'oggetto dell'interesse feticistico può essere una zona del corpo (capelli, seno, mani, occhi) o un capo di vestiario (calze, scarpe, guanti, camicia).
I feticisti sono spesso anche dei nevropatici, talora degli schizoidi o degli schizofrenici. In molti casi la loro soddisfazione sessuale è soltanto autoerotica.
Zoofilia erotica (bestialità): consiste nel trovare una soddisfazione erotica attraverso il rapporto sessuale con animali. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di un'abitudine acquisita - da parte d'individui ineducati e d'infimo livello intellettuale - in circostanze particolari, come, p. es., l'isolamento. In altri casi si tratta di nevropatici, psicopatici, mitomani, tossicomani, che uniscono spesso questa ad altre perversioni.
Necrofilia: massima fra le aberrazioni sessuali, consiste nel ritrarre una soddisfazione erotica dal rapporto intimo con cadaveri. I casi di questo tipo estremo appartengono tutti alla psichiatria (degenerati, eredoluetici, dipsomani, psicopatici in genere), mentre si hanno casi più lievi in cui il rapporto rimane immaginario e larvato (necrofilia di E. A. Poe), o in cui il desiderio erotico viene esaltato da funzioni o da ambienti funebri, ecc.: anche in questi casi si tratta però comunque di soggetti nevropatici.
Bibl.: Fondamentali: H. Ellis, Studies in the psychology of sex, voll. 7, Filadelfia 1901-10 e 1928; id., Psychology of sex, New York 1933; S. Freud, Gesammelte Schriften, voll. 12, Vienna 1912-34, e in particolare Drei Abhandlungen zur Sexualtheorie, ivi 1905 (trad. ital., Napoli 1921); R. Krafft-Ebing, Psychopathia sexualis, nuova ed., Berlino 1924; G. Marañón, Los estados intersexuales en la especie humana, Madrid 1929 (trad. it., Bologna 1934); id., Tres ensayos sobre la vida sexual, 7ª ed., Madrid 1934; A. Hesnard, Traité de sexologie normale et pathologique, Parigi 1933. Cfr. anche la bibl. della voce psicoanalisi, specialmente per quanto riguarda la psicopatologia.
Inoltre: P. E. Garnier, Les fétichistes: pervertis et invertis sexuels, Parigi 1898; Ch. Féré, L'instinct sexuel, 2ª ediz., ivi 1902; A. Marro, La pubertà, 2ª ed., Torino 1902; R. de Gourmont, La physique de l'amour, Parigi 1911; M. Hitschfeld, Die Homosexualität, Berlino 1914; id., Sexuapathologie, voll. 3, ivi 1917-1919; id., Geschlechtskunde, voll. 3, Stoccarda 1928; St. Hall, Adolescence: its psychology, New York 1916; R. Goldschmidt, Mechanismus und Physiologie der Geschlechtsbestimmung, Berlino 1920; id., Die sexuellen Zwischenstufen, ivi 1931; A. Kronfeld,Über psychosexuellen Infantilismus, Lipsia 1921; id., Sexualpsycholopathologie, ivi 1923; S. Ferenczi, Versuch einer Genitaltheorie, Vienna 1924; K. Abraham, Versuch einer Entwicklungsgeschichte der Libido, ivi 1924; M. Caullery, Les problèmes de la sexualité, n. ed., Parigi 1929; P. Vachet, Connaissance de la vie sexuelle, ivi 1930; A. Forel, Die sexuelle Frage, n. ed., Monaco 1931; O. Schwarz, Über Homosexualität, Lipsia 1931; W. V. Richmond, Enciclopedia sessuale (trad. ital.), Milano 1936.
Etnologia.
L'etica sessuale delle popolazioni primitive è incardinata in un complesso di tabu (v.), che avvolgono la vita in un'atmosfera di superstizione e mostrano l'uomo orientato in maniera differente dell'uomo civile. La separazione dei due sessi, presso le genti nei più bassi stadî della civiltà, è subordinata a una serie di riti, mediante i quali avviene il trapasso dalla classe infantile a quella dell'età pubere o adulta. Prima che queste formalità siano compiute, i fanciulli e le fanciulle vivono e s'incontrano liberamente, si dànno convegno in luoghi di ritrovo, abbandonandosi a giuochi di ogni genere, e spesso, anticipando, nei divertimenti, i piaceri nuziali. Presso varie genti dell'Africa nessun divieto è fatto ai ragazzi di stare a dormire con le loro coetanee. Le ragazze dei Galla chiamano "l'amico delle labbra" il giovane armigero al quale dedicano i loro servigi. Questa costumanza assume un carattere particolare tra i Masai, presso cui ogni guerriero ha la sua fanciulla, cui affida il bestiame e gli oggetti del suo abbigliamento. La relazione amorosa non è segreta, né riprovevole, e la donna non ne fa un mistero, anzi procura di farlo sapere agli altri commilitoni, recandosi nell'accampamento per offrire al suo Ossandja (questo è il nome che ella dà all'innamorato) un recipiente pieno di latte, che gli depone presso la gamba sinistra.
Finché l'Ossandja rimane nell'accampamento, la fanciulla deve essergli fedele; ma se egli se ne allontana, anche per un sol giorno, ella ha diritto di scegliersi un altro amante.
In varî luoghi della Melanesia, dove alla ragazza che ha più amanti compete il titolo di "mancotta", che significa "pubblica" ed è puramente onorifico, esiste una singolare istituzione: "la casa dei celibi", nella quale si trovano, per convivere temporaneamente, alcune coppie di giovanetti.
Grande importanza dànno i primitivi ai segni fisiologici della pubertà, che considerano come espressione dello sviluppo fisico e della maturità sessuale dell'organismo e però li festeggiano con cerimonie e riti speciali di carattere magico-religioso. Nella Nigrizia, ai primi accenni della pubescenza e talvolta anche prima, verso il decimo anno, i fanciulli, maschi e femmine, vengono presi in custodia da istitutori o istitutrici, che li istruiscono nei segreti della vita del piacere, per prepararli al matrimonio. Fanno parte del tirocinio di questi collegi le danze, i tatuaggi o altre mutilazioni, il linguaggio segreto, ecc.
Col nome di "Chensanueli" gli Azimba dell'Africa centrale indicano la cerimonia che ha luogo, per una fanciulla, al primo indizio della mestruazione e che serve a introdurla o iniziarla ai misteri della femminilità mediante canti e danze di carattere erotico. Fra essi e altri popoli africani (per es., i Pigmei del Gabon) la cerimonia include anche la deflorazione, mediante uno strumento qualsiasi, ed è eseguita talvolta dalla madre.
Diffusa in tutto il mondo è l'idea che la donna sia impura durante il periodo mestruale, e specialmente durante la prima mestruazione. Si ritiene che ogni organismo animale o vegetale risenta i tristi effetti del flusso mensile delle donne. Da qui l'uso d'isolarle (Australia, Africa, America, ecc.) in speciali capanne o di contrassegnarle con particolari emblemi o distintivi (pittura del viso, presso i Cafri; nastri di varî colori sul petto presso i Gioloffi; ceste di conchiglie vuote nel Queensland). Mezzi di purificazione, al termine del periodo, sono le lustrazioni, i fuochi (Samoiedi), i suffumigi (Murdruku).
Anche impura è considerata in molti luoghi la donna nel periodo della gravidanza, e però viene isolata in qualche capanna, lontana dall'abitato. Guai se ella lasci il solitario asilo e passi per i campi coltivati, o si faccia vedere nel luogo dove si costruisce qualche barca o si preparano armi e strumenti. Questi varî attrezzi non avrebbero effetto e forza nella pesca e nella caccia, nella guerra e nell'agricoltura.
L'idea dell'impurità della gestante è tanto radicata che, in qualche luogo, si crede che anche il marito vi abbia la sua parte, onde si applicano a questi alcune delle restrizioni riguardanti la moglie (v. ad es., covata). Presso i Papua, i Bantu dell'Africa meridionale e altri popoli, egli non può partecipare alle spedizioni guerresche, alle cacce e ai lavori dell'agricoltura, perché "il sangue della donna lo accompagna e lo mette in una triste condizione".
Sono pochi i popoli primitivi che tengono in pregio la verginità. Alcuni (Africa nord-orientale), praticano l'infibulazione delle bambine (v. deformazioni e mutilazioni: XII, p. 490 segg.). La deflorazione artificiale prima delle nozze è nell'uso di varie genti. Talora il compito della deflorazione non è lasciato allo sposo, ma affidato a un parente della sposa, a uno stregone, a un capo, a uno straniero. La prostituzione prenuziale, nei paesi ove è ammessa o favorita (tribù sahariane, ecc.) è un mezzo per procurarsi la dote. Gli etnologi dànno il nome di "prostituzione ospitale" all'uso di offrire al forestiero, per il tempo in cui rimane nella famiglia o nel clan, una compagna, che può essere una figlia, una sorella o una delle mogli della persona che lo ospita. Della natura di questa costumanza partecipano quelle forme di prostituzione occasionale che si verificano nel tempo delle adunanze festive, periodicamente stabilite ("le corti d'amore", "le notti della libertà" dei Tuareg), ovvero nel tempo del lutto, durante la veglia del cadavere (Nuova Guinea Britannica).
La grande libertà che, presso la maggior parte delle popolazioni inferiori, è accordata alle giovani nubili, si muta, spesso, in una severa restrizione col matrimonio, che conferisce alle donne un alto grado di moralità e le obbliga ad essere fedeli al marito, tranne nel caso in cui questi per consuetudine ne disponga il prestito a un parente o a un amico, ora a titolo di gratitudine, ora a scopo di prolificazione. L'usanza del prestito è largamente praticata dalle popolazioni del Congo, tra i membri di un gruppo, e talvolta anche tra amici appartenenti a gruppi diversi. Presso le tribù degli Avendji, nell'alto Ogoué, sono frequenti i casi di giovani che, non avendo i mezzi per procacciarsi qualche compagna, si mettono alla dipendenza di un capo, e lavorando nella sua azienda, usano delle sue mogli. I figli che nascono da tali unioni, sono legittimi, e in caso che il capo divorzi da qualcuna delle mogli concessa in uso ai dipendenti, suole sostituirla.
L'adulterio è equiparato al furto e, non di rado, all'incesto, che è generalmente detestato e riempie d'orrore l'animo del primitivo per i malefici effetti che determina, non solo nei riguardi dei singoli colpevoli, ma dell'intera comunità. Purtuttavia esistono eccezioni alla regola, allorquando si tratta d'iniziare o portare a compimento un'impresa importante o pericolosa. In tali casi l'unione dell'uomo con la sorella o la figlia viene raccomandata e favorita come un mezzo per superare i rischi della guerra o la difficoltà della caccia (Melanesiani, Polinesiani, Negri africani, ecc.), quasi che l'atto criminoso assimili il guerriero e il cacciatore a uno stregone. Nonostante ciò, le relazioni sessuali tra i coniugi, alla vigilia d'una guerra, d'una grande caccia e d'una grande pesca, sono sospese. Del pari sospese durante il periodo della gravidanza e quello dell'allattamento, che spesso dura due, tre o più anni, sono le relazioni carnali fra marito e moglie; e talvolta l'uomo non solo si astiene dall'aver contatto con la moglie incinta, ma con tutte le altre, fino a che quella non si sia sgravata.
La ripresa dei rapporti presuppone cerimonie e pratiche di purificazione le quali variano da luogo a luogo.
Una delle più comuni norme dell'etica, presso la maggior parte dei primitivi, impone all'uomo di non assistere al parto di alcuna donna, anche quando il parto si presenti laborioso e siano in pericolo la vita della madre e quella del feto. I Pigmei fuggono dalla partoriente in tali condizioni, abbandonandola al proprio destino. Da parte sua la donna in travaglio deve dissimulare il dolore, per non essere sospettata di maleficio. Il parto difficile è indizio di condotta non irreprensibile, e a scongiurarne i pericoli si cerca d'indurre o di costringere con ogni mezzo la puerpera a confessare la supposta colpa. Presso qualche popolazione, il parto gemino è ugualmente ritenuto conseguenza di relazioni adulterine o anche dell'infrazione di qualche tabu.
Raramente il luogo del parto è la capanna abitata dalla famiglia, perché uno speciale tabu vieta che esso avvenga nella casa. I luoghi prescelti sono le foreste, i campi, preferibilmente quelli dove si trovano corsi d'acqua. Presso gli Hererò la capanna che sia servita per lo sgravo di una donna, è abbattuta, come si fa presso altri popoli per la capanna del morto. Al contrario di queste genti, i Cafri Xosa non la distruggono, ma evitano di farla insozzare dalla partoriente, la quale viene collocata, completamente ignuda, sopra un cumulo di terra, che si asporta col sangue, dopo l'espulsione del feto e della placenta.
Bibl.: Ploss-Barthels, Das Weib in der Natur- und Völkerkunde, 10ª ed., Lipsia 1913; J. Müller, Das sexuelle Leben der Naturvölker, 2ª ed., Amburgo 1906; F. Karsch-Haak, Das gleichgeschlechtliche Leben der Naturvölker, Monaco 1911; B. Malinowski, The sexual life of savages in North-Western Melanesia, Londra 1929; H. Freimark, Das Sexualleben der Afrikaner, Lipsia 1911; Ch. Letourneau, L'évolution de la morale, Parigi 1890; H. Ellis, Études de psychologie sexuelle, trad. van Gennep, I-XII, ivi 1908-1932; P. Mantegazza, Gli amori degli uomini, Milano 1892, voll. 2; L. Lévy-Bruhl, Le surnaturel et la nature dans la mentalité primitive, Parigi 1931; I.-R. Spinner, Die Jungfernschaft, Vienna-Lipsia s. a.; A. Corre, La mère et l'enfant dans les races humaines, Parigi 1882.
Folklore.
Le tradizioni popolari rispecchiano, insieme con le naturali attrattive dei due sessi, i contrasti tra l'uomo e la donna. Questa non sempre vi figura come l'essere ideale; non di rado è rappresentata come fonte di mali di ogni specie, astuta quanto il demonio e anche più. Alla sua formazione, e specialmente per quanto riguarda gli organi della generazione, avrebbero contribuito il serpente, il lupo, la lumaca e via dicendo. L'antico e diffusissimo tabu del sangue fa sì che anche nelle credenze popolari odierne, come presso i primitivi e molti popoli dell'antichità, dell'Oriente, ecc., la donna nel periodo catameniale venga considerata impura; onde una serie di divieti: non deve attraversare campi coltivati, salire sopra alberi da frutta, cavalcare bestie da soma, baciare bambini. Somma cura viene rivolta alla castità delle nubili, e se il dubbio si affaccia in qualche caso, la tradizione suggerisce varî espedienti per conoscere il vero stato della persona. In alcuni luoghi della Francia si giudica pura la fanciulla che riesca a rianimare col fiato una candela semispenta; in altri paesi si ricorre a suffumigi di erbe aromatiche, che si crede conturbino la donna corrotta, ecc.
Reminiscenze della vecchia somatomanzia sono alcune massime popolari che pretendono far desumere, dalla forma delle labbra, del piede, degli occhi, dal sorriso e da altri fatti, l'umore e il carattere della donna. Chi desidera una compagna affettuosa e amorevole, prenda una bruna: la fanciulla bianca è languida, e se ha i capelli rossi è perversa. Chi desidera moglie prolifica, scelga una donna piccola di statura; quella alta e di grande complessione è spesso sterile.
Come per la donna, così per l'uomo. Proclivi ai sensi sono gl'individui gibbosi, quelli che hanno il sistema pilifero molto sviluppato, quelli che hanno labbra grosse, ecc.
Innumerevoli le massime e i precetti relativi agli organi, alle funzioni sessuali, all'accoppiamento, alla sua durata, alla sua frequenza, alle sue modalità, alle stagioni propizie e a tutte le particolari forme del piacere; ma essi non hanno sempre carattere osceno; spesso sono massime igieniche, medicinali, morali, religiose: l'uomo e la donna generano, ma il creatore è Dio. Tuttavia, se la procreazione è riconosciuta come opera prevalentemente divina, si crede generalmente che le circostanze in cui ha luogo l'accoppiamento possano determinare il sesso del nascituro; e tali circostanze possono anche essere provocate mediante artifici o espedienti di carattere magico.
Altre pratiche tendono a impedire o limitare l'accoppiamento, riducendo l'uomo all'impotenza, mediante le "legature", che consistono in malie, beveraggi, nodi, ecc.
Bibl.: Kriptadya Recueil de documents pour servir à l'étude des traditions populaires, Parigi 1884-1900; Anthropophyteia, Jahrbücher für folkloristische Erhebungen und Forschungen zur Entwicklungsgeschichte der geschichtlichen Moral, 1904-1913; Beiwerke zum Studium der Anthropophyteia, I-VII; Historische Quellenschriften zum Studium der Anthropophyteia, I-IV; H. Ploss, Das Kind, Lipsia 1911; Ploss-Bartels, Das Weib in der Natur- und Völkerkunde, Berlino 1601.
Per l'Italia, v. R. Corso, Das Gechlechtleben in Sitte, Brauch, Glauben und Gewohnheitsrecht des italienischen Volkes, in Anthropophyteia, VII; id., Reviviscenze, Catania 1927; Z. Zanetti, La medicina delle nostre donne, Città di Castello 1892; G. Bellucci, La placenta nelle tradizioni italiane e nell'etnografia, in Arch. per l'antropologia e l'etnologia, XL (1910); G. M. Pasquarelli, Malattie veneree e sifilide nelle credenze popolari della Basilicata, in Rassegna di studi sessuali, III (1923).