SESAMO (gr. σήσαμον; lat. sesămum; lat. scient. Sesamum Indicum L. o S. orientale DC.)
Pianta Dicotiledone Simpetala della famiglia Pedaliacee: è un'erba annua, eretta, pubescente che può raggiungere 60-150 cm. d'altezza, con foglie ovali dentate o le inferiori anche trilobate, lungamente picciolate; i fiori solitarî e ascellari hanno una corolla rosea tubulosa, bilabiata, che somiglia un poco a quella della digitale. Il frutto è una capsula oblunga, oscuramente tetragona quadrivalve perché ognuna delle due logge è bipartita per un falso tramezzo. I semi sono numerosi, piccoli, obovati, simili nella loro forma a quelli del lino ma più piccoli, con spermoderma di vario colore: bianchi, rossastri o neri. Quelli della varietà bianca forniscono l'olio più pregiato.
Il sesamo è originario dell'Asia tropicale e probabilmente dell'India.
Questa pianta può essere coltivata nelle stesse regioni dell'arachide cioè fino nei climi temperati caldi, ma prospera meglio nei paesi caldi un po' secchi a suolo leggiero, sabbioso, argilloso, di media fertilità, fresco o facilmente irrigabile in caso di necessità. Nelle zone calde è una coltura autunnale o invernale, in quelle più fredde è una coltivazione estiva. In India si fanno spesso due raccolti: in gennaio e in ottobre-novembre.
Il terreno deve essere ben lavorato; per un ha. di terreno occorrono 20 litri di semi quando si semina alla volata e la metà quando invece si pratica la semina in solchi distanti 90 centimetri. La fioritura avviene circa 1½-2 mesi dopo lo sviluppo delle piante e la raccolta si fa 3½-4 mesi dopo.
Si tagliano o si sradicano le piante prima che le capsule siano aperte, e si espongono al sole perché termini la maturazione: poi si battono per la raccolta dei semi. La produzione può andare dai 6 ai 12 e fino ai 18 quintali per ettaro.
Due batterî (Pseudomonas sesami e Bacillus sesami) attaccano le piante nei terreni umidi: anche alcune larve di Lepidotteri producono danni.
Il sesamo si coltiva in India (2 milioni di ha. con una produzione media di 400.000-600.000 tonn. di semi), nella Turchia asiatica, in Cina, in Indocina, nelle colonie inglesi e francesi dell'Africa occidentale, nell'Africa orientale, in Egitto, nel Sudan Anglo-Egiziano, negli Stati Uniti d'America. Secondo Stapf il sesamo coltivato in Africa è il S. radiatum Schum. et Thonn. o S. occidentale Heer et Rogl.
I semi contengono un olio grasso (olio di sesamo) in proporzione varia a seconda delle varietà e delle regioni: il loro contenuto va da 25,13 a 55,63%; ma industrialmente se ne estrae dal 40 al 48%.
L'olio di sesamo, di color giallo chiaro, solidifica a −4° o −6° e consta di 72,8% di oleina, 26,7% di palmitina e di stearina. È usato a scopo alimentare, nell'industria dei saponi e i panelli hanno un alto valore nutritivo per il bestiame, specialmente per le vacche lattifere.