GALBA, Servio Sulpicio
Nato sul principio del sec. II a. C., fu tribuno militare sotto Emilio Paolo nelle guerre contro Perseo, ma, essendo avversario personale del console, cercò poi invano osteggiarne il trionfo. Pretore nel 151 a. C., fu mandato nella Spagna Ulteriore, ove subì una grave sconfitta, ma nell'anno successivo, essendosi ricongiunto con lui il console L. Licinio Lucullo, governatore della Citeriore, i Lusitani chiesero pace, ed egli la concesse a patto che emigrassero verso sedi migliori, ma, quando essi a tale uopo si divisero in tre schiere, egli le fece separatamente assalire e massacrare, vendendo schiavi nella Gallia i superstiti. Per questa grave mancanza di fede, al suo ritorno in Roma, il tribuno L. Scribonio Libone propose che egli fosse sottomesso al giudizio di uno speciale tribunale, e Catone, ormai vecchissimo, perorò questa proposta. G. si difese con ogni mezzo, anche cercando di suscitare la pietà del popolo, e la proposta fu respinta, ma alla slealtà di lui fu addebitato il lungo e snervante prolungarsi della guerra in Spagna, e i fatti accennati ebbero come conseguenza l'istituzione della quaestio repetundarum nel 149 a. C. Fu console nel 144; nel 138 assunse la difesa degli appaltatori delle foreste del Bruzio, fino allora tenuta da Lelio. Probabilmente fece parte dell'ambasceria mandata dai Romani in Creta per comporre con arbitrato la lunga e generale guerra intestina fra le città dell'isola, al che si riferiscono alcune interessanti epigrafi. Ebbe fama di valentissimo oratore.
Bibl.: G. De Sanctis, Storia dei Romani, IV, i, Torino 1923, pp. 480 segg., 540, 593; id., in Riv. di fil. classica, LIV (1926), p. 130 segg.; Drumann-Groebe, Geschichte Roms, Berlino 1899 e segg., V, p. 143; F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, 2ª serie, 1931, col. 767 segg.; Schanz-Hosius, Geschichte d. röm. Literatur, I, 4ª ed., Monaco 1927, p. 215 segg.