server farm
loc. s.le f. inv. Centro per la gestione, la manutenzione e la custodia della sicurezza di numerosi server informatici.
• Esistono altri posti come questo. Google, Amazon e Facebook hanno delle server farm anche più grandi in termini di metri quadrati per l’archiviazione dei nostri dati e della nostra privacy. (Massimo Sideri, Corriere della sera, 27 novembre 2011, p. 27, Cronache) • La rete T-net per connessioni ad alta velocità percorre tutto lo Stivale. E la «server farm di Milano ‒ spiega ancora [Francesco] Mazzola ‒ è vigilata da guardie armate che controllano gli accessi. In caso di blackout si attivano gruppi di continuità a protezione dei dati e dell’operatività delle aziende per cui lavoriamo». (Gioia Sgarlata, Repubblica, 7 aprile 2015, Palermo, p. XII) • Vuoi mandare un messaggio, clic, ed è partito, è già arrivato, e tutto sembra scorrere liscio come l’olio, e tuttavia per sostenere questa fulmineità occorrono centrali nucleari, satelliti, antenne giganti che emettono onde come tsunami, enormi datacenter o server farm (giacché si utilizza il termine molto contadino di «fattoria» per designare questi parchi di macchine, e credo che si potrebbe parlare anche di «stalla» dove il verbo si fa bit) con sale più soffocanti che in un sottomarino, tubature multicolori, spaghetti di cavi, fumi che salgono verso le nuvole, come sopra la città fabbrica di Lenoir nella Carolina del Nord. (Fabrice Hadjadj, Avvenire, 6 marzo 2016, p. 26, Agorà).
- Espressione inglese composta dai s. server e farm ‘fattoria’.
- Già attestato nella Repubblica del 6 ottobre 1997, Affari & Finanza, p. 18 (Massimo Miccoli).