serpente valutario europeo
Accordo stipulato nel 1972 da alcuni Paesi europei con l’obiettivo di stabilizzare il rapporto di cambio tra le rispettive valute e con il dollaro, dopo la fine del sistema monetario internazionale basato sui cambi fissi (sistema nato nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods, ➔ Bretton Woods). All’accordo aderirono, insieme ai 6 Paesi fondatori della Comunità Economica Europea (Germania, Italia, Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo), la Gran Bretagna, la Danimarca, l’Irlanda e la Norvegia.
L’accordo prevedeva parità centrali fra le valute partecipanti, bande di oscillazione attorno a esse pari a ±2,25%; un margine del 4,5% si applicava invece al cambio fra ciascuna valuta partecipante e il dollaro USA. Al s. v. e. si affiancò, poco dopo, il FECOM (Fondo Europeo di Cooperazione Monetaria), strumento creato per finanziare le posizioni debitorie e creditorie fra banche centrali, generate dagli interventi in cambi effettuati nell’ambito dell’accordo valutario. L’accordo ebbe breve vita, travolto dall’instabilità monetaria determinatasi nell’economia mondiale a seguito della crisi petrolifera del 1973. Nel biennio successivo alla sua creazione, le valute partecipanti uscirono dall’accordo, fluttuando liberamente fino alla creazione del Sistema Monetario Europeo nel 1979 (➔ SME).