Série Max
(Francia 1906-1917, circa 150 film colorati, dai 6m ai 20m a 16 fps); produzione: Gaumont.
"Sono stato io a realizzare il primo film di Max Linder, Les débuts d'un patineur", afferma Louis Gasnier, regista della casa di produzione Pathé-Frères. "C'era una scena in cui lui cadeva sul suo cappello trasformandolo in una fisarmonica... Fu un grande successo...". In una sua dichiarazione Max Linder conferma le parole di Gasnier, in un'altra le smentisce. In realtà l'attore, al secolo Gabriel Leuvielle, aveva sicuramente già interpretato vari film per la Pathé prima di Les débuts d'un patineur, girato nel 1906 e uscito nel 1907. Alcuni storici individuano il suo primo film in Première sortie del 1905 (un titolo che ironicamente confermerebbe l'ipotesi), altri indicano invece Le premier cigare d'un collégien, dell'anno successivo (la regia di entrambi è presumibilmente di Gasnier). Si tratta però di congetture difficili da verificare allo stato attuale delle ricerche. Ciò che possiamo affermare è che in Les débuts d'un patineur s'impone chiaramente, per la prima volta, il personaggio di Max, anche se il film appartiene ancora al filone degli inseguimenti con caduta finale e torte in faccia.
All'inizio degli anni Dieci, mentre il lavoro del cineasta si faceva più raffinato, il suo personaggio di 'dandy alla francese', un po' festaiolo e un po' damerino, trovò il suo ultimo tocco di eleganza "nel cappello a cilindro, nel bastone da passeggio col pomo e nei guanti chiari" (così la figlia Maud Linder). Il suo stile si affinò, raggiungendo a volte un'allegra follia venata di dolcezza. In Max prend un bain (Lucien Nonguet e Max Linder, 1911), il giovane soffre di un fastidioso tic e il medico gli consiglia di fare quotidianamente un lungo bagno. Egli si procura quindi una magnifica vasca, talmente grande che non passa dalla porta di casa. Poco importa! Max la sistema sul pianerottolo con grande scandalo del vicinato... Qui il personaggio abbandona il burlesque delle origini per una comicità di costume più sfumata, in linea con l'evoluzione del cinema, che cerca in quegli anni di raggiungere un pubblico più vasto. Si tratta forse di imborghesimento? I temi evocati ‒ matrimonio, bisboccia, ubriachezza, tradimento coniugale, rapporto con la suocera, duello d'onore ‒ dimostrano i profondi legami esistenti tra questo universo e quello del 'teatro del boulevard'. Tuttavia l'atmosfera buffa, l'imprevisto e l'eleganza impediscono a questi film di apparire convenzionali, conferendo loro un'innegabile qualità poetica, come attestano gli esempi sotto riportati.
Max victime du quinquina (Max vittima della china, Max Linder 1911): spossato da una malattia (tema ricorrente nel cinema di Linder), Max consulta un medico che gli prescrive di prendere ogni sera un bel bicchiere di sciroppo di china. La domestica gliene porta uno enorme, che reca la dicitura "Ricordo di Bordeaux". Max beve tutto il contenuto del bicchiere e si sente subito meglio. In seguito a una serie di equivoci, si ritrova a letto con la moglie addormentata del generale, scatenando le ire del marito al suo ritorno dal circolo...
Max et l'inauguration de la statue (Max e il cavaliere Bayardo, Max Linder 1910): Max riceve l'invito a un ballo in maschera. Vi si reca indossando un'armatura da cavaliere e, felice per il successo ottenuto, si abbandona a generosi brindisi. Completamente ubriaco, all'alba si ritrova in strada. Quel giorno il ministro della Guerra deve inaugurare una statua dedicata al Cavaliere Bayard. Due teppisti trafugano la statua e la sostituiscono con l'allegro nottambulo rinchiuso dentro la sua corazza. Lo stratagemma funziona: il Cavaliere impostore dorme tranquillo sul piedistallo mentre il ministro pronuncia il suo discorso. Svegliato all'improvviso, Max scende e ringrazia gli sbalorditi astanti.
Max virtuose (Max Linder, 1913): invitato a una serata di gala, Max si fa passare per un celebre pianista. Quando gli viene chiesto di esibirsi, con la complicità della figlia del padrone di casa ricorre all'aiuto di un pianoforte meccanico. Costretto a seguire il movimento dei tasti su una partitura che non conosce, Max si abbandona a inverosimili contorsioni per ingannare i presenti. Ma uno starnuto inopportuno lo costringe ad abbandonare la tastiera, che continua a suonare da sola svelando l'imbroglio.
Max Linder, "le roi du rire", ottenne via via un incredibile successo internazionale, che lo trasformò nella prima grande vedette degli schermi. Durante una sua tournée a Berlino, nel 1913, girò gli esterni di uno dei suoi capolavori: Max professeur de tango, che uscì l'anno successivo. Il nostro dandy, che ha esagerato con il vino del Reno, arriva completamente ubriaco a una serata di gala dove viene scambiato per l'atteso insegnante di una nuova danza, il tango. Scivolando e barcollando, Max inventa i gesti più assurdi. Tutti i presenti lo imitano, facendo a gara nelle movenze più strambe, finché non arriva il vero professore...
Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Max Linder, che era stato riformato, lasciò il cinema e si arruolò come volontario. Ferito e colpito da una grave forma di polmonite, venne rimandato a Parigi per essere ricoverato in ospedale. Girò ancora qualche Max prima della sua partenza per Hollywood, dove avrebbe iniziato una nuova carriera dedicandosi soprattutto ai lungometraggi. La série Max era terminata.
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