CELIBIDACHE, Sergiu (App. III, i, p. 340)
Direttore d'orchestra e compositore rumeno, morto a Parigi il 14 agosto 1996. Dopo il ritorno definitivo di W. Furtwängler a capo dei Berliner Philarmoniker (1952), C. intraprese una lunga carriera come direttore ospite presso le principali orchestre europee e americane. Dal 1959 ha diretto l'orchestra della Süddeutscher Rundfunk a Stoccarda; nel 1962 ha assunto la direzione dell'orchestra della Radio svedese a Stoccolma. Dal 1973 al 1975 è stato Primo direttore ospite dell'Orchestre national de France; dal 1977 ha diretto la London Symphony Orchestra. Dal 1979 fino alla morte è stato Generalmusikdirektor dell'Orchestra filarmonica di Monaco di Baviera, con la quale ha effettuato numerose tournée in tutto il mondo. In Italia ha diretto ripetutamente l'orchestra del Teatro alla Scala (1953-62), le orchestre della RAI e del Maggio musicale fiorentino. Dal 1960 al 1963 ha tenuto corsi di direzione d'orchestra presso l'Accademia musicale chigiana di Siena. C. ha inoltre composto quattro sinfonie, un Requiem, un concerto per pianoforte e numerosi brani per orchestra, e ha tenuto corsi di fenomenologia musicale presso l'università di Magonza.
Personalità carismatica - singolare connubio di visionarietà 'orientale' e meticolosità germanica - C. ha dimostrato fin dal suo soggiorno berlinese di possedere doti non comuni: memoria prodigiosa, orecchio sensibilissimo, perfezionismo esasperato fino al limite della nevrosi. Temperamento impulsivo, personaggio atipico e isolato nella compagine musicale internazionale, C. ha diretto relativamente poco, sottoponendo le orchestre a condizioni di lavoro molto dure, esigendo numerosissime e accuratissime prove. Ha rifiutato polemicamente l'incisione discografica, ritenendo che la musica debba continuamente rigenerarsi attraverso nuove esecuzioni, considerate ognuna come un evento irripetibile; le sue storiche interpretazioni sono quindi testimoniate soprattutto da registrazioni dal vivo e radiofoniche.
Il repertorio di C. - esclusivamente sinfonico - non è vastissimo, e si incentra essenzialmente sui grandi autori del primo e secondo Romanticismo, con particolare predilezione per Čajkovskij e Brahms. Molto frequentati e amati da C. sono stati anche Debussy e Ravel, mentre più limitate risultano le interpretazioni di altri autori del Novecento.
Bibl.: F. Herzfeld, Magie des Taktstocks, Berlin 1954; E. Stinchelli, I grandi direttori d'orchestra, Roma 1987; P. Isotta, Protagonisti della musica, Milano 1988, pp. 81-93.