CORAZZINI, Sergio
Poeta, nato a Roma nel 1887 e ivi morto di tisi il 18 giugno 1907. Costretto dalle tristi condizioni familiari a una vita disagiata, il C. fu tuttavia confortato da una schiera di fraterni amici, sui quali esercitò un vero fascino. Una loro rivista, Cronache latine, di cui pubblicarono alcuni fascicoli tra il 1905 e il 1906, è tipica manifestazione di quello stato d'animo che poi fu detto crepuscolare (v. crepuscolare, poesia). Il C. pubblicò varî opuscoli di poesia: Le dolcezze (Roma 1904), L'amaro calice (Roma 1905), Le aureole (Roma 1905), Piccolo libro inutile, che contiene anche liriche di Alberto Tarchiani (Roma 1906), Libro per la sera della domenica (Roma 1906), che dopo la morte di lui vennero ripubblicati dagli amici in un unico volume, Liriche (Napoli), che si è andato via via arricchendo nelle varie edizioni: esso contiene anche scritti inediti e pubblicati solo in periodici. Il C. scrisse anche versi in vernacolo romanesco. L'ispirazione del C., accorata, malinconica, risente del suo stato d'animo di giovane consacrato alla morte nel rigoglio delle energie spirituali; e, se è facile riconoscere nei suoi versi, oltre a qualche eco del D'Annunzio e del Pascoli, l'efficacia dei suoi prediletti poeti decadenti francesi e belgi (Verlaine, Laforgue, Samain, Jammes, Rodenbach, Maeterlinck), il C. ha un accento ben suo, sia che culli e carezzi la sua rassegnata tristezza, sia che (come qua e là negli ultimi componimenti) ceda a un senso d'accorata, struggente ironia.
Bibl.: G. Cuchetti, Un antesignano dei crepuscolari: S. C., Venezia 1929; C. Pellizzi, Le lett. ital. del nostro secolo, Milano 1929, pp. 314-16; E. Veo, I poeti romaneschi, Roma 1927, p. 252; F. M. Martini parla con memore affetto del suo compagno di giovinezza nel romanzo Si sbarca a New York, Milano 1930.