Scrittore russo (n. Kuldiga 1892 - m. in prigionia 1939). Cultore di teatro (fu collaboratore di S. Ejzenštejn e di V. Mejerchol´d, tradusse e diffuse l'opera di B. Brecht) e di cinema, fece parte di varî gruppi letterarî, svolgendo un'intensa attività come saggista e teorico della letteratura. Scrisse poesie, di evidente matrice futurista (Železnaja pauza "Pausa di ferro", 1919), e drammi, rappresentati con successo (Slyšiš´ Moskva? "Senti, Mosca?", 1923; Ryči, Kitaj "Ruggisci, Cina", 1926). Arrestato nel 1937, fu riabilitato nel 1956.