EISENSTEIN, Sergej Michajlovič
Regista del cinema russo, nato a Riga nel 1898 e morto a Mosca il 10 febbraio 1948. Compì studî di ingegnere edile e fu scenografo presso Meyerhold. Avviato al cinema da Lupu-Pick, divenne uno dei principali esponenti del cinema sovietico e teorico della nuova arte. Alla base della sua estetica sta l'affermazione della preminenza del montaggio a posteriori sugli altri elementi sintattici del film. In Sciopero (1925), La corazzata Potemkin (1925), Ottobre (1927) e La linea generale (1928-29) realizzò in sede pratica i postulati della sua teoria, affermando, con una tecnica fotografica smagliante e un gusto lirico dell'inquadratura, un temperamento di narratore aggressivo e robusto, disponendo il materiale girato in cadenze ed in ritmi espertissimi, secondo l'urgenza drammatica e i suggerimenti del simbolo. Recatosi nel Messico, vi girò (1933) Que viva Mexico!; rimaneggiato da altri, il film vide la luce come Lampi sul Messico e conservò solo parzialmente l'impronta originale del regista. Dopo l'incompiuto Orfana di Bejin (1934-37) e Alessandro Nevskij (1938), opera di transizione, diresse (1943-46) i primi due episodî della trilogia di Ivan il Terribile nei quali, venendo meno alle sue stesse premesse teoretiche, appuntò il suo interesse verso l'inquadratura intesa come organismo plastico autonomo, rifacendosi ad un espressionismo controllato e mordente, d'ampie risonanze drammatiche, impostato su rapporti di volume e di chiaro scuro altamente suggestivi. La morte lo colse al lavoro sulla terza parte della trilogia. Caratteristica spiccata del suo primo periodo creativo fu l'impiego dell'interprete non attore: i personaggi dei suoi film a quell'epoca, infatti, vertevano più che altro sulla massa dalla quale l'occhio della regía traeva, di quando in quando, l'individuo esemplare. Nel secondo periodo, viceversa, E. fece uso di attori professionisti, spostando anche i canoni della recitazione cinematografica verso più ampie cadenze teatrali.