SERBATOIO (fr. reśervoir; sp. depósito; ted. Behälter; ingl. reservoir)
Recipiente atto a contenere liquidi a scopo di riserva o di integrazione e regolazione del regime dei deflussi diverso da quello degli afflussi.
Per i serbatoi o laghi artificiali, v. elettrica, energia; diga; irrigazione.
Serbatoi d'acqua potabile.
Nei moderni acquedotti i serbatoi sono destinati a compiere l'integrazione della variabilità dei consumi d'acqua nelle reti di distribuzione dei centri abitati e inoltre a far fronte alle richieste d'acqua nelle reti medesime durante le interruzioni degli afflussi dalle condotte adduttrici. Sono perciò serbatoi di compenso o di riserva o insieme di riserva e d'integrazione.
Si collocano più che sia possibile vicino alla rete di distribuzione. A seconda della loro posizione rispetto a questa e alla condotta adduttrice possono essere di testata oppure di estremità. Sono di testata o di origine i serbatoi collocati fra l'estremo della condotta adduttrice e l'inizio della condotta alimentatrice principale della rete urbana. Sono di estremità o terminali i serbatoi collocati all'estremo opposto della rete rispetto all'adduttrice. L'acqua in tal caso passa dall'adduttrice alla rete attraverso un organo di disconnessione detto colonna piezometrica (raramente attraverso un serbatoio di testata); dalla rete può rifluire al serbatoio terminale con portata variabile da ora ad ora quando i consumi nella rete urbana siano tali da richiedere una portata minore di quella in arrivo dall'adduttrice; dal serbatoio alla rete quando in questa i consumi siano tali da richiedere una portata maggiore.
La quota del maggior livello d'acqua nel serbatoio deve essere determinata in rapporto alle condizioni cui deve soddisfare la rete urbana. Per i relativi criterî, v. condotta.
A seconda che la quota del terreno ove il serbatoio può trovar sede sia più o meno elevata di quella del maggior livello d'acqua così determinato, si hanno serbatoi interrati o seminterrati o pensili.
Si tralasciano i serbatoi realizzati in terra e a cielo aperto, incompatibili con il clima dell'Europa meridionale. Nei serbatoi di acqua potabile è indispensabile la copertura per proteggere l'acqua da inquinamenti, dal riscaldamento e dalla luce, che può favorire vegetazioni dannose o non desiderabili. Pertanto si adoperano serbatoi a struttura muraria realizzata con muratura di pietrame e malta o con getto di calcestruzzo cementizio semplice o armato. Per i serbatoi pensili in passato sono state adoperate strutture di ferro o miste (metalliche e murarie); ora si preferiscono strutture di cemento armato.
Serbatoi interrati. - Per evidenti ragioni d'economia si cerca di realizzarli sempre ove lo comportino le condizioni del caso. Debbono avere appoggio diretto su terreno resistente. Generalmente sono costruiti a cielo aperto e quindi ricoperti con un terrapieno; in casi speciali possono essere realizzati in galleria. Di questi un notevole esempio è quello di Grosseto.
La forma consueta dei serbatoi interrati è quella a camere contigue, di sezione rettangolare o quadrata. Vi sono esempî di camere a sezione circolare, ma l'uso non tende a generalizzarsi.
Le camere possono essere due o più. Saranno almeno due quando si debba assicurare una scorta d'acqua nel caso di vuotamento di una camera per riparazioni o altro. Nei piccoli serbatoi, quando tale necessità non vi sia, si può disporre una sola camera.
Quando sia opportuno o necessario realizzare il serbatoio in più tempi, di pari passo con l'estendersi del servizio di distribuzione d'acqua nella città, il serbatoio avrà inizialmente una o due camere e sarà predisposto per l'aggiunta di altre camere in avvenire.
Le camere hanno platea, muri perimetrali e copertura.
La copertura in generale è fatta con vòlte; attualmente viene realizzata anche con solai di cemento armato.
La platea, su cui insistono i pilastri di sostegno della copertura o le stesse vòlte, è costituita da uno strato di muratura o meglio di calcestruzzo di cemento, d'altezza sufficiente perché il carico dei pilastri e delle vòlte sia distribuito uniformemente sul terreno. La platea è generalmente disposta a vòlta rovescia con saetta 1/10 ÷ 1/15 della luce. Lo spessore e della platea può essere determinato mediante la formula di Grashof, relativa alle lastre tenute fisse in punti che siano vertici di un quadrato di lato λ:
dove p può raggiungere valori 0, 15 ÷ 0,20 kg./cmq. e per Kf, per calcestruzzo di cemento Portland ricco e ben posto in opera, si può porre con ogni sicurezza Kf = 3 kg./cmq. Per p = 0,2 e Kf = 3 si ha dalla formula e = 0, 12 λ.
Ove siano temibili rammollimenti del terreno di appoggio per trapelamenti d'acqua conseguenti a eventuali spacchi nella platea, si adottano disposizioni costruttive atte a rivelare ogni effiltrazione d'acqua e a impedire che questa giunga al terreno. Nei serbatoi di Parigi la disposizione di sicurezza è realizzata con vòlte che tengono la platea distaccata dal suolo. Più economica, ma egualmente efficace, è la disposizione studiata nel serbatoio progettato da L. Conti per l'acquedotto di Siena, per la quale si hanno fasci di tubi di drenaggio nello spessore della platea e facenti capo a un cunicolo collettore praticabile.
Il dimensionamento della pianta di un serbatoio diviso in n camere, quando sia nota l'area Ω complessiva di essa, può essere determinato con criterî d'economia. Sia n1 il numero dei lati di pianta in una direzione e n2 quello analogo nell'altra direzione; siano l1 e l2 le lunghezze rispettive dei lati medesimi. Il costo del serbatoio è in parte costante e in parte variabile dipendentemente da n1l1 + n2l2 = sviluppo muri di contorno. Si ha la soluzione più economica quando n1l1 + n2l2 sia il minore possibile.
Essendo:
si considera la funzione di cui occorre cercare il minimo:
Eguagliate a zero le derivate di ψ rispetto a l1 e l2 si ha in definitiva:
Questa relazione esprime che la soluzione più economica si ha ponendo eguali gli sviluppi reali o virtuali nelle due direzioni dei lati.
Uguagliando a zero le derivate di ψ rispetto a n1 e n2 si ha poi:
e per la (a):
che ci dice come la soluzione più economica si abbia adottando la pianta quadrata. Ciò può essere incompatibile col valore di n.
In generale, fissati n1 e n2, dalla condizione di economia n1l1 = n2l2 si ricava il valore di l1 e di l2. Nel caso particolare n = 2 si ha essendo
Trovato il rapporto d'economia fra i lati di pianta si può passare alla determinazione dell'altezza d'acqua a cui corrisponde la soluzione più economica per i muri perimetrali e cioè il minor volume di muratura.
Lo spessore s dei muri perimetrali si può ritenere proporzionale all'altezza d'acqua sul fondo del serbatoio secondo la s = Kh, dove K dipende dal rapporto √δα/δm (δα = peso specifico dell'acqua; δm = peso specifico della muratura) e dalla forma del muro. Esprimendo il volume dei muri perimetrali mediante s ed h, introducendo il rapporto d'economia tra la lunghezza dei lati di pianta e ricercando il minimo della relazione si ricava l'altezza h.
Per il serbatoio di Teramo si trovò h = m. 3,60. In generale il valore di h determinato con i criterî sopra esposti non supera i m. 4.
La copertura dei serbatoi interrati composti di una o due camere col lato minore intorno a 8 ÷ 10 m., può essere realizzata con vòlta unica. Il serbatoio di Ferentino ha due camere a pianta rettangolare di m. 9 × 16 coperte con vòlta semicircolare, la cui curva d'intradosso si raccorda all'arco rovescio della platea.
Per maggiori dimensioni di pianta il problema della copertura assume importanza notevole. A sostegno della copertura non sono più bastevoli i muri perimetrali e occorre creare sostegni intermedî.
Questi possono essere costituiti da muri, ma questa soluzione non è in generale economica. Può esserlo per opportune dimensioni di pianta e quando i muri intermedî siano anche disposti allo scopo di assicurare la circolazione dell'acqua.
In generale, per rilevanti dimensioni di pianta si adoperano pilastri a sezione quadrata con lato di m. 0,50 ÷ 0,60 posti a distanza intorno a 4,5 ÷ 6 m., a seconda dei materiali usati.
Per le vòlte fra i muri perimetrali e i pilastri si hanno le disposizioni inglese e francese. Con la disposizione inglese, costruttivamente molto semplice, i pilastri allineati parallelamente a uno dei lati della pianta sono collegati da archi. Sopra questi e i timpani interposti vengono impostate vòlte a botte con generatrici parallele all'allineamento dei pilastri. Con questa disposizione non si ha economia di materiale; inoltre si ha diversità di sollecitazione sui muri di contorno. Con la disposizione francese la copertura si realizza mediante vòlte a crociera sorrette dai pilastri e da muri di spalla disposti in direzione normale ai muri perimetrali e sporgenti verso l'interno del serbatoio. Con tale caratteristica disposizione le spinte delle vòlte non sono riportate ai muri di contorno.
I muri di spalla sono di ostacolo alla ripulitura del serbatoio lungo il contorno. Ad attenuare l'inconveniente si è ricorso a praticare piccole aperture al piede dei detti muri. Un notevole perfezionamento a questa disposizione è stato apportato da L. Conti nel surricordato serbatoio progettato per Siena, nel quale, lungo i muri di contorno, alle crociere sono sostituite vòlte a botte con generatrici prossimamente orizzontali. Queste vòlte sono impostate su tramezzi in muratura sostenuti da archi lanciati, il cui intradosso parte dal capitello del pilastro contiguo e scende alla platea al piede del muro di contorno. Viene così eliminato ogni inconveniente nei riguardi della ripulitura ed è accresciuto il volume utile del serbatoio, mentre si assicurano risultati equivalenti circa la distribuzione delle pressioni sui muri perimetrali.
In America si usa la disposizione a crociera con intradosso ellittico ed estradosso parabolico. Lo spessore in chiave è generalmente s = m. 0,15; la monta dell'introdosso f1 = 1/3 della corda meno m. 0,45; la monta dell'estradosso rispetto all'asse dei pilastri f2 = (f1 + s)/2.
Le crociere ritestano al contorno su mezze vòlte a botte a tutto sesto.
I muri perimetrali del serbatoio sono sollecitati dalla spinta dell'acqua e da quella che vi sia trasmessa dalle vòlte. A queste sollecitazioni va riferito il calcolo diretto delle dimensioni dei muri o quello di verifica.
Nei calcoli si tiene conto del carico sulle vòlte dovuto al ricoprimento di terra dello spessore in chiave di m. 0,60 ÷ 1. In America si considera il ricoprimento alto m. 0,60 e si ammette il sovraccarico di kg./mq. 500.
In generale i muri hanno sezione trapezia con paramento interno verticale ed esterno a scarpa. Per il calcolo si pone la condizione che la risultante della spinta dell'acqua e delle vòlte e del peso del muro passi per l'estremo esterno del nocciolo alla base o entro il nocciolo medesimo, si pongono inoltre le ordinarie condizioni di resistenza e si esegue il calcolo con i noti procedimenti della scienza delle costruzioni.
Occorre considerare tutte le condizioni sfavorevoli di carico e cioè: serbatoio pieno e murature scoperte; carico dissimetrico sulle vòlte per metà coperte di terra e per metà scoperte a pieno e a vuoto; camere contigue del serbatoio l'una vuota e l'altra piena d'acqua e in genere tutte le condizioni che si ritiene possano verificarsi durante il funzionamento del serbatoio e inerenti alle necessità ordinarie e straordinarie dell'esercizio, della manutenzione e delle riparazioni eventuali.
Nel progetto Conti i muri perimetrali hanno presso la base un cunicolo, al quale fanno capo i drenaggi che fiancheggiano i muri medesimi all'esterno e i drenaggi di platea di cui si è detto. Il cunicolo fa capo alla camera di manovra, dalle due parti e, come si dirà, compie anche la funzione importantissima della aereazione del serbatoio. Di notevole eleganza è il profilo del muro a scarpa rettilinea nel paramento interno, curvilinea all'esterno.
Per evidenti ragioni igieniche è necessario assicurare la circolazione dell'acqua entro le camere del serbatoio. Ciò si può conseguire in maniera soddisfacente disponendo l'arrivo e la partenza dell'acqua lungo lati opposti della camera con distribuzione pressoché uniforme dell'acqua lungo i lati medesimi. Entro determinati limiti di estensione delle camere di ritenuta può bastare disporre lo sbocco della tubazione di arrivo dalla parte opposta dell'imbocco di quella di partenza e ciò anche in considerazione che l'acqua non ha soltanto movimento dall'entrata verso l'uscita, ma ha pure moto di alzamento e di abbassamento col variare continuo dei livelli d'acqua nel serbatoio.
Nei grandi serbatoi è preferibile la disposizione studiata dal Conti: la tubazione di arrivo si protrae entro ciascuna camera e lungo un lato di essa, al maggior livello d'acqua nei serbatoi di testata o al fondo in quelli terminali. La tubazione di partenza si dispone al più basso livello di vuotatura del serbatoio. L'una e l'altra sono munite di fori di erogazione egualmente distanziati.
Nei serbatoi terminali la condotta alimentatrice proveniente dalla rete si biforca nella tubazione di arrivo e in quella di partenza. Fra l'una e l'altra si inseriscono disposizioni atte ad assicurare l'afflusso attraverso la prima e l'efflusso attraverso la seconda.
Nei serbatoi di Montalcino, di Bologna e di Teramo la circolazione dell'acqua è assicurata con tramezzi di muratura i quali costituiscono anche i sostegni della copertura intermedî ai muri perimetrali. Per l'aerazione delle camere di tenuta, una disposizione originale e perfetta è quella italiana, studiata dal Conti. L'aria è presa sulla terrazza che copre la sala di manovra attraverso cassette di rame rivestite di tela metallica molto fitta. Da queste prese, attraverso canne verticali incluse nel muro frontale della camera di manovra, l'aria passa al cunicolo sopra descritto. La sezione del cunicolo è calcolata in modo che la velocità dell'aria in esso non superi i m. 0,25 al secondo, e cioè sia tale da assicurare la deposizione delle particelle trascinate e di tutti i microrganismi in un percorso di pochi metri. Le prese d'aria per le vasche del serbatoio sono ricavate sul fianco opposto a quello della sala di manovra e sono costituite da canne che partendo dalla sommità del cunicolo e risalendo entro il muro vanno a sboccare nelle camere al disopra del più alto livello dell'acqua. Una disposizione ausiliaria della precedente, intesa ad assicurare l'aerazione e la ventilazione durante lo spurgo di una delle camere, è costituita da pozzetti verticali posti al centro delle crociere e muniti di coperchio a chiusura ermetica. I pozzetti normalmente rimangono chiusi e se ne pratica l'apertura quando sia necessaria.
Nel serbatoio di Ferentino l'aria passa da una presa sopra la camera di manovra, e, attraverso una tubazione di cemento disposta sulla sommità del muro divisorio fra le due vasche, a un cunicolo che corre lungo il muro perimetrale dal lato opposto della camera di manovra.
Nel serbatoio di Teramo si ha disposizione analoga, ma alla detta tubazione aeratrice è sostituito un cunicolo di comunicazione fra la camera di manovra e il cunicolo posteriore.
Dalle vasche deve essere assolutamente esclusa la luce naturale.
In tutti i serbatoi è indispensabile la sala o camera di manovra che in generale si dispone anteriormente alle camere di tenuta. Disposizione speciale potrà essere adottata quando sia necessario predisporre il serbatoio per la costruzione in più tempi.
Nella camera di manovra hanno sede gli organi di comando della presa e degli scarichi di fondo; le tubazioni di sfioro, le colonne piezometriche di sicurezza, i dispositivi di presa diretta e ogni altro organo speciale destinato a regolare l'afflusso e il deflusso dell'acqua a seconda delle esigenze del servizio. In generale il fabbricato di manovra serve anche di accesso al serbatoio. Deve essere curata in ogni caso la chiusura ermetica dei vani di accesso alle vasche di tenuta.
Nei serbatoi di testata la tubazione adduttrice può giungere anche dalla parte opposta della camera di manovra. Nei serbatoi di Grosseto, di Ferentino e di Teramo la tubazione adduttrice fa capo a un cunicolo che corre lungo il lato posteriore del serbatoio. Entro il cunicolo si distaccano dalla detta tubazione con interposte saracinesche le diramazioni ascendenti di arrivo che sboccano nelle vasche al disopra del più alto livello d'acqua.
Nei serbatoi di testata può essere utile il dispositivo di presa diretta quando in casi eccezionali si debba alimentare la rete con esclusione del serbatoio. In tal caso la tubazione adduttrice sarà collegata all'alimentatrice della rete con interposizione di un tubo verticale di sicurezza e di una saracinesca di arresto. Il tubo di sicurezza costituisce uno sfiato libero, attraverso il quale può avere afflusso tutta l'acqua che non venga assorbita dalla rete urbana.
Ciascuna vasca di tenuta è normalmente munita di almeno uno sfioratore e di uno scarico di fondo. Tali disposizioni di sicurezza possono essere in maggior numero a seconda dell'importanza e delle necessità del caso. Nel serbatoio di Teramo sono stati disposti quattro scarichi di fondo per ciascuna camera, allo scopo di assicurare il rapido vuotamento del serbatoio in ogni tempo.
Il terrapieno sovrapposto al serbatoio è conformato a spioventi, con compluvî opportunamente disposti affinché sia reso facile e rapido lo scorrimento superficiale e l'allontanamento delle acque pluviali. Nell'interno del terrapieno si dispongono drenaggi: in generale ai compluvî formati dalle superficie di estradosso delle vòlte e lungo il piede dei muri perimetrali e ciò specialmente quando vi sia timore che le acque d'infiltrazione possano compromettere la stabilità del terreno di fondazione.
Serbatoi elevati. - Sono costituiti da uno o più recipienti cilindrici (raramente poligonali) sostenuti da strutture portanti. Rivestimenti murarî possono essere aggiunti per ragioni architettoniche.
In passato i recipienti erano costruiti soltanto di ferro o di ghisa; le strutture portanti generalmente di muratura, talvolta di ferro o miste di ferro e muratura. Sono di questo tipo i serbatoi di Colmar, Francoforte sull'Oder, ecc., realizzati con torri in muratura, di aspetto monumentale, entro le quali è collocato un grande recipiente cilindrico di ferro.
Attualmente i serbatoi pensili si costruiscono quasi sempre di cemento armato. Il recipiente a parete cilindrica ha fondo piano oppure a calotta sferica o a tronco di cono con base maggiore raccordata al recipiente e base minore sostituita da una calotta sferica con la convessità in alto (tipo Intze). La copertura del recipiente è piana o a calotta sferica. In generale il recipiente è termicamente protetto da altro recipiente conassico, oppure da un vano a pianta quadrata o poligonale. La camera di manovra ha la sua sede in un vano ricavato fra le strutture del basamento.
Il calcolo del recipiente e quello delle strutture portanti si eseguono con i noti procedimenti della scienza delle costruzioni.
Capacità da assegnare ai serbatoi. - Occorre distinguere la capacità integratrice e la capacità di riserva. La prima deve essere atta a compensare i consumi nella loro variabilità mensile, giornaliera e oraria; la seconda a permettere interruzioni dei deflussi dell'adduttrice quando si debba procedere a sciacqui o a riparazioni delle condotte e inoltre a fornire la portata necessaria per fronteggiare gl'incendî nell'abitato.
Il volume d'acqua da accantonare nel serbatoio come scorta per gl'incendî viene determinato in America mediante la formula:
dove Qi è la portata richiesta per domare un grande incendio, P è la popolazione del centro abitato. Si considera il volume corrispondente a quello fornito dalla Qi durante 5 ÷ 10 ore e in generale si stabilisce per Qi un massimo di 760 litri al secondo per qualunque valore di P.
Per Siena il Conti stabilì Qi = 0,6 √P per la durata di 6 ore.
Gli sciacqui delle condotte adduttrici e la loro pulitura interna si compiono di solito durante il periodo annuale dei minori consumi. In tal tempo la scorta accantonata per gl'incendî e quella disponibile nel serbatoio perché non richiesta dalla rete sono in generale sufficienti a fronteggiare le interruzioni del deflusso dell'adduttrice, opportunamente disposte e distanziate, necessarie per il compimento delle suddette operazioni.
Per il caso di guasti nell'adduttrice è da tener presente il tempo necessario per le riparazioni nei probabili casi più sfavorevoli. Quando non si ammetta il caso poco probabile della contemporaneità di un grande incendio e di un guasto nell'adduttrice, occorre verificare se la detta scorta d'incendio, disponibile nel serbatoio, sia sufficiente ad assicurare un servizio ridotto nella rete urbana durante l'interruzione degli afflussi per le necessarie riparazioni.
La capacità di riserva così determinata va sommata a quella necessaria per l'integrazione della variabilità dei consumi.
Dalle condotte adduttrici l'acqua affluisce al serbatoio con portata costante. Le richieste d'acqua nella rete urbana in corrispondenza dei consumi sono invece variabili da ora ad ora nel giorno; sono inoltre variabili di giorno in giorno nel mese e di mese in mese nell'anno.
La capacità del serbatoio atta a integrare tutte le sopraddette variabilità dei consumi, quando sia data la portata Q affluente al serbatoio, si può determinare considerando i consumi orarî, giornalieri e mensili nella rete durante l'anno. Si può in primo luogo determinare la capacità occorrente a compensare la variabilità dei consumi di mese in mese nell'anno; poi quella necessaria per integrare i consumi giornalieri nel mese dell'anno in cui essi sono maggiori, poi ancora la capacità necessaria per integrare la variabilità oraria dei consumi nel giorno di consumo massimo. Ciascuna di queste determinazioni si può fare mediante la curva dei volumi, riportando in un diagramma cartesiano come ascisse i tempi e come ordinate i volumi d'acqua (mensili o giornalieri o orarî).
L'ordinata del punto estremo F del diagramma (v. figura) rappresenta il volume totale richiesto durante il periodo considerato.
La retta che congiunge l'origine O col punto F rappresenta il diagramma dei volumi d'acqua affluiti al serbatoio, forniti dall'adduttrice con portata costante Q durante l'intervallo di tempo considerato di durata OT. La tangente dell'angolo che questa retta forma con l'asse delle ascisse rappresenta evidentemente la portata Q. Il segmento Cs, parallelo all'asse dei volumi intercetto fra le tangenti alla curva condotte parallelamente alla retta degli afflussi nei punti più alto e più basso rispetto alla retta medesima, indica la capacità d'invaso necessaria per l'integrazione della variabilità dei consumi nell'intervallo OT.
Quando la portata Q non sia prestabilita e occorra determinarla in uno con la capacità del serbatoio è necessario riferirsi a criterî di economia, prendendo in considerazione i costi dell'adduttrice e del serbatoio. Col procedimento italiano del Conti si considerano le portate caratteristiche ???Q, Qm, Qg e Qh, relative rispettivamente al consumo d'acqua medio giornaliero nell'anno, al consumo medio giornaliero nel mese dei maggiori consumi, al consumo medio giornaliero nel giorno del detto mese in cui il consumo è massimo, al consumo orario massimo in tale giorno. Per ciascuna delle portate suddette si hanno le formule espresse mediante i consumi d'acqua relativi ai varî usi (domestici, pubblici, industriali, innaffiamento di strade e giardini, lavatura di fogne) e così pure per le capacità ???V, Vm, Vg, integratrici del serbatoio relativo all'afflusso costante della ???Q o della Qm o della Qg. Per Qh risulta evidentemente Cs = 0.
Si ha sempre Qh > Qg > Qm > ???Q e ???V > Vm > Vg. Con l'aumentare del valore della portata cresce il costo dell'adduttrice mentre diminuisce la capacità e quindi il costo del serbatoio. Viene per tanto determinato il minimo della funzione che esprime la somma dei costi del serbatoio e dell'adduttrice. Tale determinazione si può fare riportando in un diagramma per ascisse le portate caratteristiche e per ordinate i costi e costruendo la curva dei costi dell'adduttrice, quella dei serbatoi e la curva somma delle due prime. In corrispondenza del minimo di questa si rileverà la portata economica Qe da assegnare all'adduttrice, la capacità integratrice Ce del serbatoio a essa relativa e anche il costo e quindi il diametro dell'adduttrice. Questo procedimento è stato seguito per le determinazioni relative agli acquedotti di Ravenna, Capofiume, ecc.
Quando l'afflusso al serbatoio sia dato da un impianto elevatorio, col procedimento particolare studiato per i serbatoi di Ravenna e di Lugo di Romagna (v. bibl.), si può determinare la capacità C atta ad assicurare il servizio di distribuzione nelle 24 ore, limitando l'esercizio dell'impianto a un intervallo di n 〈 24 ore con portata Q2 maggiore della Q1 media giornaliera richiesta dalla rete; oppure, fissati C e n, determinare Q2; oppure determinare n e C per Q2 prefissata.
Bibl.: A. Thiem, Wasserwerk der Stadt Nürnberg, Lipsia 1879; E. Belgrand, Les travaux souterrains de Paris, parte 1ª, t. IV: Les eaux nouvelles, Parigi 1882; D. Spataro, Ingegneria sanitaria. Provvista dell'acqua e risanamento dell'abitato, in Trattato dell'arte dell'ingegnere, Milano 1909; L. Conti, Acquedotto dalle Sorgenti del Vivo per la città di Siena. Studi definitivi per la costruzione dell'opera, Siena 1905; id., Acquedotti, Roma 1927; id., Opere per l'invaso delle acque, ivi 1928; Moequen, Memoria, in Transactions of American Society of Civil Engineers, 1923, p. 181; P. Frosini, Sulla capacità di assegnare ai serbatoi stagionali, in Annali dei LL. PP., 1928, n. 9; G. Supino, Raccolta e distribuzione delle acque potabili, Bologna 1929; F. Neri, Acqua potabile, Torino 1930; R. Colosimo, L'acquedotto consorziale per Lugo e Bertinoro dalle Sorgenti artesiane dello Spinardello, Roma 1930; id., L'acquedotto consorziale per Ferentino e Alatri dalle sorgenti di Capofiume, in Annali dei LL. PP., LXX (1932), p. 685; id., L'acquedotto di Ravenna dalle sorgenti artesiane di Torre Pedrera, ibid., LXXIII (1935), fasc. 5-6; G. Di Ricco, Cenni sul procedimento italiano per lo studio e la costruzione degli acquedotti, ibid., LXXIV (1936), fasc. 1, 2, 4.