BAROZZI, Serafino Lodovico
Non si conoscono né la data né il luogo di nascita del B. (probabilmente Bologna). Pare sia stato avviato alla pittura dal fratello Giuseppe Gioacchino, e forse come questo fu allievo del quadraturista Giovanni Zanardi. Le prime notizie sul B. si riferiscono all'attività svolta in Russia, dove si recò col fratello. La data del loro arrivo non èconosciuta, ma si può ritenere che essi vi siano stati invitati da Stefano ToreW, che nel 1762 era stato nominato professore dell'Accademia di belle arti di Pietroburgo. Fino al 1764 il B. lavorò nel Palazzo d'invemo di Pietroburgo (tutta la decorazione degli interni bruciò nel 1837). È documentata dalle fonti e ben nota la sua attività nella residenza estiva imperiale di Oranienbaum (ora Lornonosov) nei pressi della capitale. Accanto a Stefano ToreW e probabilmente a suo fratello Giuseppe Gioacchino, lavorò nel Palazzo cinese, incominciato da Antonio Rinaldi nel 1762, alla cui decorazione pittorica si procedette dal 1765 al 1768. Il B. contribuì qui alla decorazione dei ricchi interni in elegante stile tardobarocco, al cui effetto concorsero gli stucchi, il rivestimento e la scultura ornamentale in legno, come pure affreschi e pitture decorative su tela, fra l'altro soffitti conunissionati a Venezia a G. B. Tiepolo, G. B. Pittoni, G. Diziani, F. Zugno, D. Maggiotto e G. Guarana. Il B. eseguì principalmente pitture di carattere ornamentale (soffitto del grande gabinetto cinese; tele ornamentali sulle pareti del gabinetto d'oro, vestibolo e gabinetto; motivi floreali sul rivestimento ligneo nel boudoir,tuttora conservati; simile decorazione pittorica in alcune altre sale, fra l'altro nel salone di Paolo, fu tolta negli anni 1853-54). Nel padiglione di Katal'naja Gorka nel parco di Oranienbaum, eretto negli anni 176268 dal Rinaldi, il B. eseguì pitture decorative, fino ad ora conservate, fra il 1767 e il 1768 (fra l'altro nella sala rotonda e nel gabinetto di ceramica). Lasciò la Russia nel 1770 per stabilirsi a Bologna, dove nello stesso anno venne nominato accademico clementino.
Si dedicò quasi esclusivamente ad affreschi decorativi e quadrature architettoniche quasi sempre in collaborazione con i pittori di figure Gaetano e Ubaldo Gandolfi. Col primo portava a termine nel 1772 l'affresco di una sala del palazzo Veronesi (già Gini) e nel 1776 gli affreschi perduti nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano e nell'oratorio dei SS. Simone e Taddeo. Pure perduti sono gli affreschì nella chiesa di S. Caterina e nell'oratorio Fatebenefratelli, in collaborazione, questi ultimì, con Ubaldo Gandolfi e, pare, col fratello Giuseppe Gioacchino. Il B. è considerato l'autore del di segno per il monumento fùherario a Ferdinando Marsili; le statue furono modellate da Petronio Tadolini e collocate nella Biblioteca universitaria di Bologna. Tra il 1776 e il 1779, nella i chiesa di S. Maria della Vita dipinse sulla parete dietro l'altare una prospettiva architettonica che, con un abile gioco di colonne, trabeazioni e soffitto a lacunari, crea l'illusione di un coro. Nel palazzo Calzoni, che ebbe tra il 1782 e il 1787 un completo restauro, rimangono del B. alcune pitture di quadrature, e altre simili, eseguite probabilmente intorno agli stessi anni, si trovano nei palazzi Pini (già Pallavicini), Tacconi e Caprara, dove gli fu ancora vicino G. Gandolfi.
Nel 1780 veniva incaricato di eseguire con Ubaldo Gandolfi, la decorazione pittorica della cupola della basilica di S. Vitale a Ravenna; l'opera era da poco, incominciata quando, nel 1781, il Gandolfi moriva e veniva chiamato a sostituirlo Giacomo Guarana. La decorazione, che consiste in comici, colonne, cassettoni, logge e festoni, fu certamente tutta ideata dal B., che intendeva così accordarsi con il disegno architettonico della chiesa e creava invece un apparato, che, se pure in sé non privo di qualità, è in stridente contrasto con la struttura architettonica del sec. VI, costituendo una specie di edificio classico-barocco al di sopra di quello bizantino. Lo stesso B. ha lasciato un'accurata descrizione e storia della basilica di S. Vitale in una pubblicazione (Pianta e Spaccato della celebre chiesa di S. Vitale in Ravenna,Bologna 1782) dedicata "all'Immortale Caterina II Imperadrice di tutte le Russie". Probabilmente intorno agli stessi anni egli fu chiamato a Forli per eseguire le quadrature della cupola della chiesa del Suffragio affrescata ancora dal Guarana. Nella stessa città aveva precedentemente dipinto gli affreschi perduti di una galleria nel palazzo Paulucci. Dopo il 1790 risulta attivo a Ferrara dove eseguì un affresco nella sala armonica del Teatro comunale, poi ridipinto da altri.
Morì a Bologna nel 1810.
Il B. appartiene all'ultima generazione dei quadraturistì bolognesi, che ancora sul volgere del '700 continua la tradizione gloriosamente iniziata più di un secolo prima dal Dentone e, attraverso A. M. Colonna e A. Mitelli, sviluppata alle sue estreme conseguenze dai Bibiena. Vicino stilistìcamente sia a G. Mengozzi Colonna sia a Mauro Tesi, ottiene i suoi migliori risultati negli effetti illusionistici accuratamente studiati; non sa però liberarsi del tutto da una esuberanza decorativa che è alla base della sua formazione pittorica.
GIUSEPPE GIOACCHINO, fratello maggiore di Serafino, nacque probabilmente a Bologna, non si sa in quale anno. Fu allievo del quadraturista Giovanni Zanardi e quasi sempre collaborò col fratello. Con questo si recò in Russia dove la sua attività è poco nota. Nel Palazzo cinese della residenza estiva imperiale di Oranienbaum (ora Lomonosov) presso Pietroburgo - dove la partecipazione di suo fratello Serafino viene documentata dalle fonti - gli si attribuisce l'esecuzione dei due soffitti, Le nozze cinesi nel grande gabinetto cinese e Giudizio di Paride (1768) nel guardaroba. Pare abbia lavorato pure a Mosca. Rientrato a Bologna intorno al 1770, eseguì qualche affresco di carattere decorativo, ma sembra che niente sia rimasto di lui. La sua opera si sarebbe limitata a modesti lavori di collaborazione nella chiesa di S. Giorgio e negli oratori Fatebenefratelli e dei SS. Simone e Taddeo a Bologna. Qui egli morì nel 1780.
Fonti e Bibl.: Bologna, Accad. Ciementina, Atti, passim (dall'anno 1770, C. 128, all'anno 1781, C. 354); F. Beltrami, Il forestiere istruito delle cose notabili della città di Ravenna,Ravenna 1783, D. 163; L. N. Cittadella, Notizie relative a Ferrara,Ferrara 1864, 1, p. 636; E. Calzini Mazzatinti, Guida di Forlì,Forlì 1893, p. 47; C. Ricci, Le pitture della cupola di S. Vitale in Ravenna,in L'Arte, III (1900), p. 406; Id., Le pitture della cupola di S. Vitale in Ravenna,in Cronache d'arte, IV (1927), p. 271; C. RicciC. Zucchini, Guida di Bologna,Bologna 1930, pp. 20, 73, 79, 122, 146, ISO, 172, 174; L. Bianchi, 1 Gandolfi,Roma 1936, pp. 56, 75, 76, 126, 144, 145 (anche per Gius. Gioacch.); G. I. Solosin, Gorol Lomonosov (Oranienbaum)(Pamiatniki russkoi chudo;Eestvennoi kulturv)[La città di L. Or.; Monumenti della cultura artistica russa], MOSkva 1954, pp. 24, 25 (anche per Gius. Gioacchino), 30, 86, q!, 98, 99, 1021 106, 107, 111; G. I. Solosin-Z. L. Elzengr, Dvorcy-Muzei i Parki goroda Lomonosova [Palazzi-musei e parchi della città dì L.), Leningrad 1955, pp. 12, 52, 60, 61, 68, 69; 53, 62 per Gius. Gioacch.; L. Nevostrueva, Ansambi Rinaldi v, gorode Lomonosove,in Architekturnoe nasledstvo [L'insieme di R. nella città di L., in L'eredità architettonica], VII (1955), pp. 116 (anche per Gius. Gioacch.), 122; R. Wittkower, Art and Architecture in Italy,1600-1750, Harniondsworth 1958, p. 191; Istorija russkogo iskusstva, VI, Moskva 1961, p. 70 (anche per Gius. Gioacch.); U. Thierne-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p.522 (Gius. Gioacch.); pp.522 s. (Serafino Lodovico).