GENTILI, Serafino
Nato a Venezia nel 1775, non si hanno notizie sulla sua formazione musicale, avvenuta probabilmente nella sua città. Nel 1795 lo troviamo come "virtuoso di musica" a Ascoli Piceno, ove nel 1796 esordì al teatro Ventidio Basso interpretando il ruolo di Folletto nel dramma di A. Brunetti Lo sposo di tre e marito di nessuna. Nella stessa stagione prese parte alla farsa di D. Cimarosa L'impresario in angustie fra le "seconde parti da donna" (Indice de' teatrali spettacoli… dalla primavera 1795 a tutto il carnevale 1796, p. 165). Nel 1798 interpretò a Chieti varie opere buffe, quindi nell'estate dello stesso anno cantò al teatro dell'Aquila nella Modista raggiratrice di G. Paisiello. Nei primi tre anni del secolo successivo svolse la sua attività soprattutto nei teatri di Napoli: nel 1800 fu Flaminio nell'Incontroinaspettato di F.A. De Blasis al teatro del Fondo, ed entrò poi a far parte della compagnia comica del teatro Nuovo sopra Toledo (1801-03), interpretando ruoli di secondo mezzo carattere e talvolta di secondo buffo in opere di Paisiello, Cimarosa, A. Sartorio e L. Mosca, a eccezione di due parti principali in due melodrammi seri: Tirsi nell'Omaggio pastorale di G. Tritto e Orosmane nel Trionfo della ragione di F. Federici. Dopo l'esperienza napoletana fu al teatro Valle di Roma, e nel 1805 entrò a far parte della compagnia comica di G. Perotti, sostenendo la parte di primo tenore nell'opera Una in bene e una in male,ovvero Le astuzie di Patacca di F. Paër, in cui riportò un successo personale.
Nello stesso anno passò nella compagnia di cui faceva parte come primadonna il soprano Maria Teresa Belloc Giorgi, accanto alla quale cantò come primo tenore assoluto di mezzo carattere, partecipando alle rappresentazioni stagionali del teatro S. Moisè di Venezia in opere di F. Gardi, P.C. Gugliemi, V. Pucitta, J.S. Mayr.
Nell'estate dello stesso anno seguì la compagnia al teatro Nuovo di Padova, dove per la fiera del Santo vennero allestite le stesse opere rappresentate al S. Moisè, cui si aggiunse la prima assoluta dell'Amor coniugale di Mayr. Il G. interpretò il ruolo di Amorveno, scritto proprio per le sue doti vocali, che gli valse un grande successo di pubblico e di critica (cfr. Il Quotidiano veneto, 29 agosto e 27 sett. 1805) e che replicò poi al S. Benedetto di Venezia, al teatro Eretenio di Vicenza e quindi nel 1809 al teatro S. Agostino di Genova. Nel 1806 fu al teatro degli Intrepidi di Firenze, dove apparve nel melodramma giocoso La prova di un'opera seria di F. Gnecco. Nel 1807 lo ritroviamo al teatro Grande di Brescia e al Filarmonico di Verona, ove cantò nell'Apprensivo raggirato di Cimarosa e in opere di F. Orlandi, G. Andreozzi, F. Morlacchi. Sempre nello stesso anno passò al teatro Comunale di Bologna, ove prese parte al dramma serio Giulietta e Romeo di N.A. Zingarelli; quindi, nel 1808, fu nuovamente al teatro Nuovo di Padova, dove, tra l'altro, interpretò il ruolo di Giuliano nell'opera I filosofi immaginari di Paisiello.
Nel 1809 iniziò una prima tournée all'estero e fu più volte al teatro delle Tuileries di Parigi, ma si ignora se abbia cantato anche in altri teatri. Troviamo notizie del suo ritorno in Italia a partire dal 1812, allorché esordì al teatro alla Scala di Milano, ancora accanto alla Belloc Giorgi, come primo tenore in opere di P. Generali, F. Orlandi, Cimarosa (il Cavaliere nell'Imprudente fortunato). Fu ancora a Milano al teatro della Canobbiana, dove impersonò Pierin del Fondo nella farsetta I nemici generosi di Cimarosa. Il 1813 segnò per il G. l'esordio quale interprete rossiniano: sulle scene del teatro S. Benedetto di Venezia fu il Cavalier Giocondo ne La pietra di paragone, quindi sostenne il ruolo di Lindoro, che G. Rossini aveva scritto per lui, in occasione della prima assoluta dell'Italiana in Algeri, accanto al contralto Marietta Marcolini e al basso F. Galli (22 maggio 1813).
Favorevoli critiche accompagnarono la sua esibizione (Giornale dipartimentale dell'Adriatico, 24 maggio 1813), poi replicata con altrettanto successo alla Scala di Milano nel 1815 e in altri teatri della penisola.
Nel 1813, al teatro S. Benedetto di Venezia, apparve nella prima assoluta della Donna selvaggia di C. Coccia; fu poi Argirio nel Tancredi di Rossini al teatro della Pergola di Firenze (1815), ove cantò anche nel Turco in Italia, sempre di Rossini, quale Don Narciso. L'anno successivo fu ancora alla Scala di Milano, ove sostenne il ruolo di Don Ottavio nel Dissoluto punito, ossia Don Giovanni Tenorio di W.A. Mozart. Tra la primavera del 1816 e l'autunno del 1818 lo troviamo al Filarmonico di Verona, al teatro Comunale di Modena, al teatro degli Infuocati di Firenze, al teatro della Concordia di Cremona e al Carignano di Torino, sempre in ruoli di primo tenore. Nel 1819 fu al teatro S. Samuele di Venezia nella Scuola de' maritati, ossia La capricciosa corretta di V. Martín y Soler e impersonò poi il ruolo di Norfolk nell'Elisabetta, regina d'Inghilterra di Rossini, ruolo scritto peraltro per M. García padre e non congeniale alla vocalità del G., a differenza dei ruoli rossiniani di Giannetto nella Gazza ladra (Brescia, teatro Grande, 1821) e del Conte d'Almaviva nel Barbiere di Siviglia (Milano, teatro Carcano, 1829).
Tra il novembre 1822 e l'aprile 1824 soggiornò a Dresda, ove prese parte alle stagioni di opera italiana al teatro di corte prevalentemente in ruoli rossiniani: oltre a opere già in repertorio interpretò con successo ruoli primari nella Cenerentola, in Ricciardo e Zoraide e nel Ciro in Babilonia, oltre a quello di Paolino nel Matrimonio segreto di Cimarosa. Il suo nome figura inoltre nell'elenco dei musicisti componenti il coro della cappella di corte (Allgemeine musikalische Zeitung, 1823, col. 318). Al rientro in Italia la carriera del G. entrò in una fase discendente; dopo essere stato nel 1825 al teatro Carolino di Palermo, si ha notizia soltanto della sua partecipazione a Ricciardo e Zoraide al Civico di Perugia. La sua ultima apparizione sulle scene risale all'aprile dello stesso anno, allorché fu ancora Lindoro nell'Italiana in Algeri alla Scala di Milano. Negli ultimi anni era apparso sulle scene come Gentili-Donati, per distinguersi dal tenore Pietro Gentili.
Morì a Milano il 13 maggio 1835.
Il G. fu un tipico "tenore contraltino", dalla voce particolarmente estesa nel registro acuto e con un timbro che ricordava quello del contraltista evirato, come testimoniano le parti femminili sostenute all'inizio della carriera. I ruoli consueti da lui interpretati richiedevano un tipo di vocalità che esprimesse grazia e cantabilità priva di eccessiva drammaticità. Il suo declino, piuttosto rapido negli ultimi anni di carriera, è imputabile al cambiamento del gusto del pubblico e all'avvento dei tenori eroici, che soppiantarono di fatto la generazione alla quale il G. apparteneva e di cui egli fu uno degli esponenti più apprezzati.
Fonti e Bibl.: Indice de' teatrali spettacoli di tutto l'anno dalla primavera 1795 a tutto il carnevale 1796, Milano 1796, p. 165; Indice de' teatrali spettacoli… dalla primavera 1797 a tutto il carnovale 1798, Milano 1798, p. 23; Indice… dal carnovale 1808 a tutto il carnovale 1809…, Venezia 1809, pp. 15 s., 23, 61, 103, 168, 170; Gazzetta dei teatri d'Italia. Carnevale 1805, I, p. IV; Primavera 1805, II, p. X, in Capricci teatrali del secolo XIX, ossia Raccolta di tragedie, commedie, drammi… corredata di notizie storiche, Roma 1805; Quotidiano veneto, 26 apr. 1805, pp. 359 s.; 29 ag. 1805, p. 766; 27 sett. 1805, p. 866; Giornale dipartimentale dell'Adriatico, 10 apr. 1813; 20 apr. 1813; 24 maggio 1813; 10 giugno 1813; 26 giugno 1813; Gazzetta privilegiata di Venezia, 10 marzo 1819; 23 marzo 1819; Indice, o sia Catalogo dei teatrali spettacoli musicali italiani, di tutta l'Europa incominciando dalla quaresima 1821 a tutto il carnovale 1822, Roma 1822, p. 17; Indice… dalla quaresima 1822 a tutto il carnovale 1823, Roma 1823, p. 90; Allgemeine musikalische Zeitung, XXIV (1822), col. 396; XXV (1823), coll. 14, 284, 757; XXVI (1824), col. 389; P. Cambiasi, Rappresentazioni date nei reali teatri di Milano 1778-1872, Milano 1872, pp. 22-25, 36 s.; Gazzetta musicale di Milano, XXXVII (1882), p. 131; P. Cambiasi, La Scala, 1778-1906. Note storiche e statistiche, Milano 1906, p. 407; G.B. Pinetti, Teatro Donizetti (già Riccardi). La stagione d'opera alla fiera d'agosto. Cronistoria illustrata dal 1784 al 1936, Bergamo 1937, pp. 155 s.; O. Tiby, Il real teatro Carolino e l'Ottocento musicale palermitano, Firenze 1957, p. 435; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte, II, Milano 1964, p. 34; L. Trezzini, Due secoli di vita musicale. Storia del teatro Comunale di Bologna, II, Bologna 1966, p. 15; E. Santoro, Il teatro di Cremona, II, Cremona 1970, pp. 283, 286; L. Rognoni, Gioacchino Rossini, Torino 1977, p. 349; E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, I, Genova 1978, pp. 65, 76; N. Till, Rossini: his life and times, Tunbridge Wells (Kent) 1983, p. 42; M.L. Dorsi, I libretti d'opera dal 1800 al 1825 nella Biblioteca del Conservatorio "G. Verdi" di Milano, in Musica e teatro. Quaderni degli Amici della Scala, III (1987), ad indicem; E. Camuzio, Il teatro Donizetti. Cronologia degli spettacoli 1786-1989, Bergamo 1990, p. 9; Bibl. del Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli, Catalogo dei libretti per musica dell'Ottocento (1800-1869), a cura di F. Melisi, Lucca 1990, ad indicem; M.G. Miggiani, Il teatro di S. Moisè (1793-1818), in Bollettino del Centro rossiniano di studi, XXX (1990), pp. 96, 99, 101; F. Licciardi, La "Gazzetta del teatro" come specchio della vita teatrale del suo tempo, in Le fonti musicali d'Italia. Studi e ricerche, Roma 1991, p. 148; G. Appolonia, Le voci di Rossini, Torino 1992, p. 160; Gioacchino Rossini. Lettere e documenti, a cura di B. Cagli - S. Ragni, I, Pesaro 1992, p. 122; Catalogo dei libretti del Conservatorio Benedetto Marcello, I-IV, Firenze 1994-95, ad indices; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, III, p. 431; IV, p. 158; V, p. 271; Diz. encicl. univ. della mus. e dei musicisti, Le biografie, III, p. 156; The New Grove Dict. of opera, II, pp. 380 s.