DE TIVOLI, Serafino
Pittore, nato a Livorno nel 1820, vi morì nel 1892. Studiò pittura sotto l'ungherese Markó. Nel 1848 combatté volontario a Curtatone, poi con Garibaldi, a Roma. Nel 1862 viaggiò all'estero; nel 1873 fissò la sua dimora a Parigi. Ritornò nel 1890 a Livorno ove morì in un ospizio.
Il De T. appartenne al gruppo dei macchiaioli toscani. Nel 1855, di ritorno insieme con l'Altamura da Parigi, aveva portato a Firenze le idee del primitivismo e soggettivismo naturalistico, che indussero al ritorno del dipingere "a macchia" e determinarono il rigenerarsi della tradizione italiana. Benché tra i primi a praticare le idee rinnovatrici, il trapasso da romanticismo a naturalismo non fu in lui completo e concernette più i modi della pittura che la visione dell'arte; la quale - per quanto personalissima di accenti - rimase sotto l'influsso dei pittori romantici di Barbizon e degli schemi settecenteschi. Così, alla figura preferì il paesaggio e di questo i motivi già di per sé elegiaci; le svolte dei grandi fiumi e il loro corso augusto, i boschi solenni, le solitarie pianure, gli ombrosi recessi, le luci vespertine, mirando a effetti il cui poetico oltre che nella pittura sta nel soggetto. Ma a Parigi e a Londra gli aspetti vivaci e immediati del paesaggio urbano lo avevano qualche volta ispirato in un senso più realistico.
Bibl.: A. De Gubernatis, Diz. degli artisti italiani viventi, Firenze 1889; A. Franchi, S. D. T., in Arte e artisti tocani, Firenze 1902, pp. 92-85; A. Cecioni, S. D. T., in Scritti e Ricordi, Firenze 1905, pp. 296-301; L. Bénédite, S. D. T., in St. dell'arte contemp., Milano 1915, pp. 236, 238, 244.