Vedi SEPTEMPEDA dell'anno: 1966 - 1997
SEPTEMPEDA (v. vol. VII, p. 202)
Nel territorio vicino a San Severino Marche sono avvenuti negli ultimi decenni significativi ritrovamenti relativi al popolamento nell'Età del Ferro dell'area in cui, tra III e II sec. a.C., è sorta Septempeda. Una necropoli in località Monte Penna di Pitino di San Severino ha permesso il recupero di corredi particolarmente ricchi, risalenti fino alla fine del VII sec. a.C. Tra i rinvenimenti spiccano le parti in ferro di un carro, uno scudo, quattro dischi di lamina decorata con scene di caccia al cervo, un elmo bronzeo ornato con teoria di animali, una kỳlix d'argento, coppe ioniche in bronzo, un coperchio con statuine di guerrieri attorno a un simbolo totemico, un uovo di struzzo finemente intagliato e usato come corpo di una raffinata oinochòe con bocca, anse e piede costituiti da elementi di avorio rivestiti da lamine d'oro.
Si tratta di oggetti di genere suntuario e di ispirazione o di provenienza esotica, come p.es. una pisside d'avorio incisa con motivi orientali, arrivati nel Piceno seguendo percorsi che collegavano la costa adriatica con l'Etruria interna e tirrenica, tramite i valichi appenninici e le vallate fluviali della regione medio-adriatica.
Sulla sommità del colle di Pitino, nelle vicinanze di un castello medievale, è stato scavato un abitato dell'Età del Ferro, posto in relazione con la sottostante necropoli. Tra la documentazione recuperata sono segnalati materiali piceni e ceramica attica a figure nere negli strati inferiori, a figure rosse in quelli superiori; da notare un frammento di kỳlix con parte di una figura femminile (490480 a.C.), un'altra kỳlix degli ultimi decenni del V sec. a.C., frammenti di kàntharos, un orlo di glàux.
Nel quadro della frequentazione protostorica del territorio, l'insediamento di epoca romana va considerato il momento finale di una aggregazione umana che da tempo si andava consolidando nella zona. Saggi di scavo del 1971 hanno messo in luce, ai margini del sito occupato dalla città di S., un settore di necropoli di III sec. a.C., con tombe a inumazione sulle quali risultano insistere tratti della cinta muraria di epoca successiva. S. fu forse in origine, già nel III sec., un conciliabulum, divenuto poi municipium ascritto alla tribù Velina, retto da duoviri.
La parziale sovrapposizione della cinta muraria d'epoca romana alla necropoli di III sec. a.C. permette di pensare a una prima fase di aggregato più ristretto rispetto all'estensione della città cinta da mura nel II-I sec. a.C. A questa epoca si può oggi riferire la struttura in opus quadratum simile a quelle di Pisaurum e di Auximum, per la quale in passato la datazione proposta ha oscillato tra il IV sec. a.C. e l'epoca augustea. Il forum della città viene genericamente ubicato nei pressi della chiesa di S. Maria della Pieve; per la basilica esiste un'attestazione epigrafica (CIL, IX, 5576). Nelle immediate vicinanze dell'area forense è stato rinvenuto un edificio termale; sono stati scoperti anche alcuni, pavimenti a mosaico riferibili ad abitazioni private urbane. Fuori dalle mura di S., verso O, è stata individuata una necropoli databile al II sec. d.C. Un tratto di strada lastricata, con crepidines laterali, è stato posto in riferimento al diverticolo della Via Flaminia documentato nella vallata dalle fonti letterarie.
Il centro fu abbandonato in età tardo-antica, determinando il sorgere nel Medioevo di San Severino c.a 2 km a O. S. è menzionata da Flavio Biondo e due iscrizioni settempedane sono trascritte da Ciriaco di Ancona; altre ancora vennero segnalate nei secoli successivi.
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