Vedi SENTINO dell'anno: 1966 - 1997
SENTINO (Sentinum)
Municipio romano ascritto alla tribù Lemonia, presso l'odierna Sassoferrato, entra nella storia con la vittoria dei Romani sui Galli, Etruschi e Sanniti nel 295 a. C. (Polyb., ii, 19, 6; Liv., x, 17 e 30; Frontin., Strat., i, 8, 3). Ricordata come città dell'Umbria dalle fonti antiche (Strabo, v, 2, 10; Ptolem., iii, I, 46; Plin., Nat. hist., iii, 114) è poi segnalata per un secondo fatto storico notevole: nel bellum Perusinum, S. che parteggiava per Antonio, fu presa e distrutta dal luogotenente di Ottaviano Salvidieno Rufo (Cass. Dio, xlviii, 13, 2-5; Appian., Bel. civ., v, 30). La sua fine fu forse segnata dalle incursioni di Alarico nella zona (Zosim., v, 37).
La città sorgeva su un terrazzo strategicamente forte alla confluenza del fiume Sentino col Marena. Il sito, già noto agli eruditi del Settecento per la restituzione frequente di epigrafi, di sculture e mosaici, fu oggetto di una prima esplorazione scientifica sulla fine dell'Ottocento, quando fu attraversato dal tronco ferroviario Fabriano-Urbino, e di una successiva serie di campagne di scavo in tempo recente (1954-57). La topografia della città romana già compresa entro una cinta fortificata, in parte rilevata sullo scorcio del secolo scorso e riconosciuta per qualche avanzo negli ultimi scavi, si presenta, anche nel suo rinnovamento conseguente al secondo fatto bellico ricordato, col suo regolare reticolato di strade basolate si sono riconosciuti due cardines e tre decumani serviti da una regolare rete di fognature sottostanti - a delimitazione delle insulae. Fra i resti di edifici di quelle finora esplorate, si è riconosciuta una terma, gravitante sul cardo minor e, lungo il decumano settentrionale, nell' "insula del pozzo antico", gli avanzi di un atrio a colonne stuccate attorno ad una vasca di vaste proporzioni, mentre fuori le mura si è riconosciuto un edificio caratterizzato da una grande aula di accesso e da peristilio. Gli edifici appaiono in genere pavimentati con mosaici della prima e media età imperiale, recanti le tracce di successivi restauri: forse dall'"insula del pozzo" fu restituito il noto mosaico policromo del museo di Monaco, col Mithra-Sol o forse Aion entro la fascia dello zodiaco e con le Stagioni; altro ampio mosaico in bianco e nero, restituito da S., è quello con animali marini nel museo di Ancona; un terzo, minore, con Europa sul toro è nel museo di Sassoferrato assieme a molti elementi epigrafici, architettonici e scultorei dell'antico centro. Nel museo di Ancona trovasi anche una grande lastra lapidea con un bassorilievo tricliniare sulla fronte, ripetuto sui lati brevi riportati. Gli scavi recenti agli elementi statuari già noti - statua loricata nel museo di Ancona; mutilo gruppo equestre, disperso - hanno aggiunto tra l'altro un notevole ritratto di matrona di età adrianea.
Bibl.: Brizio Buccolini, in Not. Scavi, 1890, pp. 279; 346 ss.; G. Mengarelli, Notizie sulla topografia di Sentinum, Roma 1892; H. Nissen, Italische Landeskunde, II, 1902, p. 386; Philipp, in Pauly-Wissowa, II A, 1923, c. 1508 ss., s. v.; G. Annibaldi, in Fasti Arch., VII, 1954, n. 3766; VIII, 1955, n. 3713; IX, 1956, n. 5011; X, 1957, n. 4427; XI, 1958, n. 4763; A. Pagnani, Sentinum, storia e monumenti, Sassoferrato 1957; L. Fabbrini, Sentinum, in Atti VII Congresso Int. di Archeologia classica, II, Roma 1961, p. 315 ss. Per l'epigrafia: E. Bormann, C.I.L., XI, p. 837. Mosaici: Bull. Inst., 1846, p. 101; H. Brunn, in Sitzungsberichte Akad. Münch., 1875, p. 25; Arch. Zeit., IX, 1877, p. 9 ss.; S. Reinach, Rép. Peint., p. 228, 7; F. Cumont, Mystères de Mithra, II, Bruxelles 1898, p. 419; Not. Scavi, 1925, p. 110 ss.; A. Levi, La patera d'argento di Parabiago, Roma 1935, p. 8 s.; M. E. Blake, Roman Mosaics of the Second Century in Italy, in Mem. Am. Ac. Rome, XIII, 1936, p. 151 s., tav. 37, 2-4.