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sensato

di Lucia Onder - Enciclopedia Dantesca (1970)
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sensato

Lucia Onder

Aggettivo neutro sostantivato che indica il " sentito ", cioè " ciò che è percepito dai sensi ". Il termine è volgarizzazione del latino sensatum che traduceva il corrispondente greco αἰσθητόν del linguaggio aristotelico (cfr. An. III 8, 431b 20-23, dov'è in opposto al νοητόν - intellectum, che è proprio della facoltà intellettuale). Per Aristotele il s. designa il contenuto sensibile della sensazione, dal quale solo l'intelletto può trarre le forme della conoscenza, cioè i phantasma (cfr. An. III 8, 432a 7 ss., e Sensu et sens. 6, 445b 6). Di qui l'enunciazione di D. in Pd IV 41 Così parlar conviensi al vostro ingegno, / però che solo da sensato apprende / ciò che fa poscia d'intelletto degno, " quia omnis nostra cognitio intellectiva dependet a sensitiva aliquo modo " (Benvenuto).

Il concetto aristotelico è ripetuto da D. in Cv II IV 17 dal quale [senso] comincia la nostra conoscenza, e III II 13 questa sensitiva potenza è fondamento de la intellettiva, cioè de la ragione: e però ne le cose animate mortali la ragionativa potenza sanza la sensitiva non si truova.

Il termine compare nel titolo volgarizzato dell'omonima opera di Aristotele (che suonava nella traduzione latina come De Sensu et sensato), in Cv III IX 6 è da sapere che, propriamente, è visibile lo colore e la luce, sì come Aristotile vuole nel secondo de l'Anima, e nel libro del Senso e Sensato; ugualmente al § 10.

Vocabolario
sensato
sensato agg. [dal lat. tardo sensatus «giudizioso», der. di sensus «senso, giudizio»]. – 1. Che ha, che dimostra buon senso; assennato, ragionevole: una ragazza s.; più spesso di cosa: una decisione, una risposta s.; è di gran lunga il...
sènso
senso sènso s. m. [lat. sēnsus -us, der. di sentire «percepire», part. pass. sensus]. – 1. a. La facoltà di ricevere impressioni da stimoli esterni o interni (affine quindi a sensibilità): gli animali sono dotati di senso; ahi troppo tardi,...
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