Senofonte
Un grande cronista del mondo antico
Vissuto nel 4° secolo a.C., Senofonte, allievo di Socrate, partecipò ai turbolenti avvenimenti della caduta di Atene e trascorse lunghi anni in esilio, dedicandosi alla scrittura di opere storiche, biografiche e tecniche (sulla caccia e sull’equitazione), in pagine fluide e piacevoli
Senofonte nasce ad Atene nell’età della guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), l’età di Sofocle, di Euripide e di Socrate, il filosofo di cui è allievo. A trent’anni circa, nel 401 a.C., partecipa come ‘osservatore’ alla spedizione di diecimila mercenari greci chiamati da Ciro il Giovane per spodestare dal trono di Persia il fratello Artaserse II. La spedizione fallisce e Senofonte è protagonista di un rientro in patria avventuroso, che narrerà nell’Anabasi.
Ad Atene, intanto, un decreto dei suoi oppositori lo condanna all’esilio. Senofonte così non può rientrare in città e chiede asilo politico a Sparta. Il re spartano Agesilao gli concede una proprietà a Scillunte, vicino Olimpia, dove Senofonte rimane per quasi venti anni e dove compone la maggior parte delle sue opere letterarie. Quando Sparta è sconfitta dai Tebani e deve cedere la regione di Olimpia, Senofonte è costretto a ritirarsi a Corinto. Atene gli revoca il bando di esilio, ma lo scrittore non tornerà più in patria.
Le due più famose opere di Senofonte sono entrambe di argomento storico. Senofonte, tuttavia, non è uno storiografo come Erodoto e Tucidide: il suo racconto, condotto sempre in modo elegante e scorrevole, assomiglia più a una sorta di diario di guerra, di memorie a sfondo autobiografico. Questo tratto è evidente soprattutto nell’Anabasi. La ‘lunga marcia’ dei Greci assoldati da Ciro comincia dai porti della Ionia d’Asia – il titolo dell’opera significa proprio «marcia verso l’interno» e si adatta bene alla prima parte della narrazione –, attraverso territori ostili e a volte desertici, fino alla pianura di Cunassa, dove nella calda estate del 401 a.C. si combatte la battaglia decisiva. I Greci non sono sconfitti, ma i generali di Ciro, e lo stesso pretendente al trono, vengono uccisi o feriti gravemente. I mercenari greci, quindi, sono costretti a tornare in patria, e scelgono tra i loro nuovi capi anche Senofonte. Il difficile ritorno è ricco di colpi di scena e culmina con l’avvistamento del mare, e quindi della salvezza, da parte delle avanscoperte greche.
L’altra importante opera storiografica, le Elleniche, tratta il periodo della conclusione della guerra del Peloponneso e dell’inizio dell’egemonia spartana. I primi due libri, di dubbia attribuzione, rielaborano probabilmente un’inedita parte della Guerra del Peloponneso di Tucidide. Negli altri cinque emerge la simpatia dell’autore per gli Spartani; lo stile è molto chiaro anche se i fatti sono narrati spesso in modo non consequenziale, quasi per episodi.
Oltre alle due opere più propriamente storiche, Senofonte è autore di numerosi altri scritti. Un posto importante nella sua produzione occupano le opere dedicate a Socrate: i Detti memorabili di Socrate, il Simposio, l’Apologia di Socrate. In esse Senofonte ripercorre la vicenda straordinaria dell’uomo e del filosofo, senza mai sovrapporre le sue idee a quelle socratiche, fornendoci così un quadro molto attendibile della verità storica.
Altrettanto importanti sono le diverse opere di taglio etico-politico, in cui Senofonte delinea come migliore forma di governo lo Stato spartano (Costituzione degli Spartani), propone riflessioni sulla figura del tiranno (Gerone) e sull’imperialismo ateniese (Le entrate). L’opera che tuttavia racchiude tutto il pensiero politico e anche culturale di Senofonte è senz’altro la Ciropedia («educazione di Ciro»), dedicata principalmente a Ciro II il Grande, re di Persia nel 6° secolo a.C., ma più in generale alle solide e formative istituzioni culturali aristocratiche che molto somigliano a quelle spartane più che alla realtà storica della Persia di allora, nonché all’ideale del ‘buon monarca’, che eserciterà notevolissimo fascino su molti pensatori e filosofi antichi e moderni.
La visione aristocratica del mondo di Senofonte emerge anche nelle opere di carattere tecnico, dedicate alle due tradizionali attività aristocratiche: la caccia (il Cinegetico) e l’equitazione (l’Ipparchico e l’Equitazione).