SENOCRATE
. Scultore greco e scrittore di cose d'arte; lavorava in bronzo. Fu scolaro dì Tisicrate, che a sua volta lo era di Euticrate, uno dei migliori scolari di Lisippo. La sua attività quindi data dal primo quarto del sec. III a. C.; un'iscrizione, che si riferisce a una sua statua, può con probabilità datarsi al 280. Basi di statue con la sua firma sono state ritrovate a Oropo nell'Anfiareo e a Elatea di Beozia. Plinio e un epigramma esaltano la sua produttività. Per noi ha importanza come scrittore e teorico, cioè come padre, in un certo senso, della storia dell'arte. Nella Naturalis Historia di Plinio si può riconoscere che una larga parte non solo di notizie, quanto e ancor più di giudizî critici su scultori e pittori, è attinta a Senocrate.
In Plinio concorrono e sono spesso contaminate due diverse estetiche: una, del primo ellenismo, che potremmo definire naturalistica, e l'altra, della metà circa del sec. II a. C., che si può chiamare neoclassica. Questa fa capo, per noi, ad Apollodoro e a Filostrato, l'altra a S. Per S., Lisippo e Apelle erano il prodotto sommo e ultimo dell'evoluzione dell'arte. In essi si manifestava la perfezione delle quattro qualità principali nelle quali si faceva consistere l'arte: la simmetria, la proporzione, l'incisività delle singole forme (argutiae) e la diligente imitazione tecnica della natura (diligentia), le quali due insieme costituivano quella che in greco si diceva acribia (ἀκαίβεια), e la naturalezza nei rapporti di spazio: cioè il pieno possesso dei mezzi dello scorcio e della prospettiva. Gli scritti di S. dovevano, a quanto pare, trattare in qual modo dai varî artisti del passato si fosse adempiuto a questi quattro postulati; il che lo portava a fare in certo modo una storia dei problemi formali.
Bibl.: E. Loewy, Inschriften griech. Bildhauer, Lipsia 1885, n. 135 a. c.; Inscriptiones Graecae, IX, i, 131; H. Diels, in Archäolog. Anzeiger, 1893, p. 183; J. Overbeck, Antike Schriftquellen, Lipsia 1858, nn. 1527, 1528; B. Schweitzer, in Schrift. d. Königsberger gel. Gesellsch., IX (1932), p. 1 segg.