SENNAR (A. T., 109-110-111)
Regione del Sudan Anglo-Egiziano che si estende tra il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro a S. della loro confluenza, sino a circa il 12° di lat. N. Fu sin da antico tempo in rapporto con l'Egitto, come risulta dai resti di un'arte imitatrice di quella egiziana che vi si rinvengono. Nel sec. X vi penetrò il cristianesimo e vi fiorì un regno cristiano che ebbe la sua sede in Aloa, le cui rovine, utilizzate poi per la costruzione di Khartum, si trovano presso il villaggio di Soba a 30 km. a SE. di Khartum. Nel 1503 il paese fu invaso e conquistato dai Fungi che vi fondarono una dinastia che ebbe per capo Amru e il cui dominio si estese per circa 300.000 kmq. Il loro regno durò sino al 1823 allorché le conquiste egiziane si estesero sulla regione sudanese. Con la costruzione di Khartum, divenuta la metropoli del Sudan orientale, Sennar perdette la sua importanza anche come semplice capoluogo di provincia poiché questo fu trasportato a Wad-Medani. Il Sennar è una regione pianeggiante la cui altitudine si aggira intorno ai 400 m., interrotta da qualche isolato rilievo di poca importanza. Vi si coltivano cereali (dura), legumi e tabacco. Lungo le rive del Nilo Azzurro si sviluppa una ricca vegetazione forestale. Il clima, come comportano la latitudine e l'altitudine, è caldo, umido e quindi poco salubre. La popolazione è un misto di Arabi e Negri nilotici. Amministrativamente il Sennar non costituisce un'unità distinta, ma resta compreso nelle due provincie del Nilo Azzurro e del Nilo Bianco e parzialmente in quelle contermini di Kassala e di Fing. Ne rimane il nome alla piccola città di Sennar che sorge sulla riva sinistra del Nilo Azzurro a 300 km. a monte di Khartum e a 120 km. a monte di Wad Medani, a 429 m. s. m. La città conta circa 800 ab., ha un mercato assai frequentato ed è un centro carovaniero, e ora anche ferroviario, di cospicua importanza al punto d'incrocio della linea che viene da Khartum con quella che da Port Sudan per Kassala toccando Sennar va a El Obeid.
Bibl.: Beltrame, Il Sennaar e lo Sciangallàh, Verona-Padova 1879.