Sennacherib
Re degli Assiri, celebre per la sua folle superbia; succedette al padre Salmanassar V, e regnò a Ninive dal 704 al 681 a. Cristo.
Dopo aver depredato e ridotto in suo potere molte città, mosse guerra contro Ezechia, re di Giuda (Il Paral. 32, 1-21). Lottò a lungo per conquistare Gerusalemme e, nella sua empietà, bestemmiò contro il Dio d'Israele. Fu appunto la blasfemia di S. che Dio, esaudendo le preghiere di Ezechia e del profeta Isaia (Is. 36, 1-37; 38), volle punire. L'angelo del Signore discese nel campo assiro, e in una sola notte ben 185.000 uomini di S. furono uccisi. Il re fu costretto ad abbandonare i suoi malvagi piani e a ritornare a Ninive, ove, mentre adorava nel tempio il dio Nisroc, fu ucciso da due dei suoi figli (IV Reg. 19, 16-36).
La tragica fine di S. è riferita da D. nella prima cornice del Purgatorio (Pg XII 52-54) tra gli esempi di superbia punita.