Vedi SENIGALLIA dell'anno: 1966 - 1997
SENIGALLIA (v. vol. VII, p. 198)
Materiali rinvenuti a c.a 3 m di profondità nel corso di lavori nel centro storico di S. attestano la probabile frequentazione commerciale preromana del sito, già ipotizzata sulla base di altri indizi.
Reperti dell'Età del Ferro sono attestati anche nel territorio e in particolare a Montedoro, sulla sommità del colle che domina da meridione la foce del Cesano (Suasa). Un insediamento d'altura, difeso da scarpate e anche da fossati artificiali, sviluppatosi per l'intera durata della civiltà picena è stato individuato in scavi recenti. Ai margini del pianoro sono state rinvenute alcune piccole fornaci destinate ad attività produttive, mentre due necropoli risultano ubicate in relazione con le principali direttrici di collegamento. Ai piedi del colle, in connessione con il probabile approdo di foce, sorgeva un insediamento minore, con la sua piccola necropoli. Sono stati recuperati numerosi frammenti di vasi attici, alcuni di ceramica daunia, assieme a consistente vasellame d'impasto risalente ai secoli VII-V a.C. Tra i materiali attici a figure nere, databili agli inizî del V sec. a.C., si segnalano un'olpe, due kỳlikes, riferibili rispettivamente alla classe «leafless group» e «floral band cups», e uno skỳphos con satiro in corsa. Si ha anche notizia di una glàux attica a figure rosse.
Una scoperta recente (1990) consente di conoscere meglio l'impianto urbanistico romano per il quale viene confermata la realizzazione secondo un preciso piano programmatico. A c.a 4 m di profondità rispetto all'attuale livello di calpestio sono state messe in luce due strade perpendicolari lastricate, con i caratteristici solchi formati dalle ruote dei carri. Si tratta di un quadrivio con scarsi resti di abitazioni ai lati, riferibile all'incrocio tra un decumanus e un cardo minori, situati in un'area periferica della città, verso S. L'orientamento delle due vie urbane sembrerebbe, in parte, avvalorare l'ipotesi di ricostruzione di schema programmatico ortogonale proposto da Alfieri per S., piuttosto che quello ipotizzato nel 1991 da Stefanini.
In mancanza di ulteriori dati, si può solo asserire che la colonia era stata dedotta seguendo un preciso piano programmatico e che risulta un poco più ampia di quanto si riteneva finora. Nel centro storico di S. sono stati comunque identificati ventiquattro siti di ritrovamento di materiale archeologico, oltre a quattro nel suburbio.
L’ager di S. è stato interessato da una divisione centuriale, di cui sono state riconosciute alcune tracce sul terreno. Presso Scapezzano, in località Cesano, si segnala un insediamento rurale con impianti per la produzione dell'olio, databile alla fine dell'età repubblicana. Nel territorio è attestata la presenza di resti di ville e di insediamenti rustici di epoca imperiale, talvolta con sepolcreto prediale, che confermano attività connesse allo sfruttamento agricolo.
I materiali antichi di S. sono raggruppati in quattro nuclei, il più importante dei quali è il Palazzetto Baviera dove si conservano, murate nel cortile, epigrafi funerarie e frammenti architettonici della collezione settecentesca dei Conti Baviera. Un altro gruppo di iscrizioni si trova sullo scalone del vicino Palazzo Baviera. Nel Convento delle Grazie sono esposti materiali dell'Età del Ferro e romani dalla vicina area di Montedoro, mentre reperti dagli scavi più recenti nell'area urbana sono raccolti nella Biblioteca Antonelliana. Singoli pezzi antichi si segnalano riutilizzati in siti diversi della città.
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