SENEGAL (A. T., 109-110-111)
Fiume dell'Africa occidentale che ha uno sviluppo di ben 1700 km., sebbene le sue sorgenti non si trovino a più di 275 km. dal mare. È formato dalla riunione del Bafing o Fiume Nero e del Bakoy o Fiume Bianco, il quale è ingrossato dal Baoulé o Fiume Rosso (in lingua mandinga ba significa "acqua"). Dei due confluenti, il Bafing è il vero ramo principale del Senegal. Nasce dal Futa-Gialon all'altitudine di 750 m. e di questo massiccio montuoso raccoglie le acque, sia direttamente, sia per il tramite del Téné. Il corso superiore ha una pendenza molto forte: quando raggiunge il Bakoy a Bafoulabé ("i due fiumi"; confluenza), si trova a solo 92 m. di altitudine.
Nella sua direzione iniziale, il Bakoy sembrerebbe dovesse versarsi nel Niger, ma è respinto verso O. dalla falesia di Kita. Dopo avere ricevuto il Baoulé, anch'esso vicinissimo al Niger, il Bakoy si getta nel Bafing. L'erosione di questi corsi d'acqua ha inciso l'altipiano, che in passato offriva una superficie continua, in masse limitate da falesie.
Da Bafoulabé in poi il Senegal prende la direzione di NO. e la conserva fino verso Podor. Fino a Bakel il fiume scorre ancora in paese accidentato e su terreno impermeabile. È interrotto da cascate e da rapide, segnatamente le cascate di Gouina che hanno un dislivello di 16 m. e quelle di Félou, presso Medina, 12 km. a monte di Kayes, su una cresta di granito. Anche a valle di Kayes s'incontrano numerose soglie coperte, durante la stagione secca, da un sottile velo d'acqua. Questi sbarramenti costituiscono ostacoli per la navigazione, ma hanno il vantaggio di trattenere le acque delle piene e di ritardarne il deflusso.
A 30 km. a monte di Bakel il Senegal riceve il suo ultimo affluente importante, il Falémé, che gli apporta le acque del Bambouk. Talora molto ricco d'acque nella stagione delle piogge, il Falémé è quasi asciutto nella stagione secca; anch'esso, come i due rami principali del Senegal, è interrotto da sbarramenti naturali che lo dividono in sezioni, ne regolarizzano il deflusso e gl'impediscono di prosciugarsi interamente.
Nel suo corso inferiore il Senegal non riceve altri affluenti perenni; quando esce dalla zona delle piogge abbondanti per penetrare in una regione più arida, è sprovvisto da entrambi i lati di tributarî che scorrano tutto l'anno. La sua valle separa le regioni desertiche della Mauritania da quelle subdesertiche del Ferlo e del Djoloff. Nel Ferlo il suolo è talmente compatto che non offre scolo alle acque, le quali permangono negli stagni ed evaporano. Negli altipiani sahariani si formanoo, grazie alla pendenza del suolo, dei uidian i quali volgono in direzione del Senegal, ma gli apportano acqua solo a intermittenze. Il letto maggiore del fiume è formato da una pianura alluvionale larga da 15 a 20 km. e costituita da sabbie più o meno argillose. Durante le magre il fiume circola tra due ripe argillose alte da 10 a 12 m., che lo separano dalle depressioni nelle quali scorre l'eccesso delle acque durante le piene.
Nel corso inferiore il Senegal si divide in numerosi bracci accompagnati da paludi a correnti alternanti, le quali restituiscono al fiume nella stagione secca le acque che da esso hanno ricevuto durante la stagione delle piogge. Da Bakel a Dagana, per una lunghezza di 600 km., il Senegal è accompagnato sulla riva sinistra da una serie di falsi bracci, quali la palude di Doué che contorna la lunga terra alluvionale detta isola di Morfil. Nel Ferlo è stata individuata tutta una rete di thalweg caratterizzati dalla scarsa profondità della falda acquifera, i quali sembra siano antichi bracci del fiume attualmente colmati. Si riconosce nel Senegal anche una serie di delta interni, sempre più recenti, a mano a mano che si procede verso l'attuale costa.
A partire da Podor il corso del fiume piega a O., poi a SO. per andare a finire a Saint-Louis. Da Dagana a Richard Toll i falsi bracci scompaiono e il letto del Senegal si allarga notevolmente. In questa regione il fiume è attraversato da una depressione trasversale orientata da SSO. a NNE. occupata dal lago di Guiers e dal lago Cayar. Il lago di Guiers o di Merinaghen comunica col Senegal mediante il fiume Taouey; la corrente va verso il lago da maggio a settembre e verso il Senegal da ottobre ad aprile.
A valle di Richard Toll il fiume si divide nuovamente in numerosi bracci. Tutta la regione è un labirinto d'isole, isolotti, banchi paludosi, separati da fiumi e stagni che mutano di contorno e di profondità ad ogni inondazione. Questa, regione semilacustre durante i periodi di piena, è limitata a O. da un cordone litoraneo, detto Lingua di Barberia, lungo 35 km. e largo da 350 a 400 m., il quale separa dal mare il fiume e tende a respingerlo verso S. Colpito sopra un fianco dalle onde e costretto a sopportare sull'altro fianco la pressione delle acque fluviali, l'esile cordone di sabbia cede ora in un punto ora in un altro, in modo che la breccia così aperta varia di luogo continuamente. La stessa imboccatura del fiume è ostruita dalle sabbie che vi formano una barra sotto l'influsso dell'urto tra acque dolci e acque marine, tra corrente di marea e corrente fluviale. Nella stagione delle piogge il fiume respinge le acque del mare fino a 10 km. al largo e uno strato d'acqua dolce copre le acque salate più dense; durante la stagione di magra si produce il fenomeno inverso e il mare penetra nel fiume: sulla barra dell'imboccatura non rimangono allora che m. 2,50 d'acqua.
Come tutti i corsi d'acqua tropicali, il Senegal è un fiume a una piena annua importante. Descrivendo, a somiglianza del Niger, un ampio gomito verso il N., il Senegal porta, appunto come il Niger, a regioni secche le acque di regioni più meridionali meglio irrigate. L'inizio della stagione delle piogge ha luogo in aprile-maggio per il tratto a monte e in luglio-agosto per il corso inferiore, dove le precipitazioni sono più tardive, ma più abbondanti. La piena comincia in giugno per finire in settembre. Essa raggiunge 8 m. a Kayes, dove la portata varia da 5-10 mc. in tempo di magra a 4000-5000 mc. durante il livello più alto delle acque. Del resto, le piene presentano forti disuguaglianze da un anno all'altro e talvolta mancano del tutto.
Le condizioni di navigabilità del Senegal variano molto secondo la stagione. Dal 15 luglio al 15 settembre possono dal mare risalire fino a Kayes, senza alleggerirsi d'una parte del carico, vapori di 2000 tonn. e di 4,80 m. di pescaggio. In seguito, il limite di navigabilità scende sempre più a valle e si utilizzano navi sempre più piccole. In aprile-maggio, alla fine della stagione della secca, la navigazione, anche per barconi a fondo piatto, non oltrepassa Mafou, a 330 km. dal mare, e anche a questo punto non si arriva se non con l'aiuto della marea.
Sono state studiate le condizioni che renderebbero il Senegal navigabile in qualunque stagione fino a Kayes per navi con pescaggio di 1,80 m. Per ottenere questo risultato occorrerebbe sistemare le cascate del Félou dove è stata impiantata un'officina idroelettrica, e costruire un certo numero di sbarramenti a chiuse. Per il momento si è solo segnalato con gavitelli il canale navigabile e si è dragata qualche soglia, ciò che va fatto con precauzione per non rendere troppo rapido il deflusso delle acque e non provocare il prosciugamento del fiume. Il limite della navigazione può essere facilmente portato in qualunque stagione a Dioulbé-Diabé, a 435 km. dal mare; ma rimarrebbero ancora le difficoltà dovute alla foce, irregolare e instabile, del fiume. Si è perciò preferita la soluzione consistente nel costruire una strada ferrata che va dalla costa al punto dove comincia la navigabilità sul Niger, cioè da Dakar a Bamako.
Storia dell'esplorazione. - La foce del Senegal fu toccata per la prima volta dal navigatore portoghese Diniz Dias, che nel 1445 superando il Capo Bianco, raggiunse il Capo Verde. Ma prima di lui dovette averla avvistata, senza peraltro lasciarne notizia, Annone cartaginese nel suo periplo che nel sec. V a. C. lo portò a spingersi sino al Golfo di Guinea e forse i fratelli Vivaldi nella loro disgraziata spedizione. Il primo a risalirne una parte del corso e a darcene una larga descrizione fu il veneziano Alvise da Mosto che vi giunse nel 1455, e lo chiamò Rio dell'Oro. Nel sec. XVII sotto il governo di Brue portarono nuova luce sulla regione le spedizioni da lui organizzate il cui frutto venne esposto dal padre Labat in una sua ampia opera; e pochi decennî dopo (1749) più larghe notizie ne diede il botanico francese F. Adanson che risalì per buona parte il corso del fiume rettificandone con osservazioni astronomiche il corso. In tempi moderni, allorché s'inizia la metodica esplorazione dell'Africa, il corso del Senegal fu raggiunto da Mungo Park che nel suo primo viaggio (1795) risalendo la Gambia raggiunse Galam sulla riva sinistra del Senegal perlustrando, prima di spingersi sino al Niger, la regione compresa tra il Senegal e la Gambia. Alle sorgenti del fiume pervenne Gaspard Mollien nel 1818 rettificando e arricchendo considerevolmente la cartografia della regione; ma un contributo più ampio e sicuro si ebbe dalle ricognizioni sistematiche compiute sotto il governo del gen. Faidherbe specialmente dai viaggi del Mage e del Quintin (1863-66) che oltre ad un'ampia serie di determinazioni astronomiche nella regione compresa tra Saint-Louis e Segou (Niger), compirono interessanti studî sul regime del fiume. Più recentemente contribuirono alla sua scientifica ricognizione le varie missioni di studio condotte dall'allora capitano Gallieni che prestò servizio nella colonia tra il 1880 e il 1881.
Bibl.: Hardel, Le régime du fleuve Sénègal, in Bulletin de la Société de géographie de l'Afrique Occidentale Franåaise; A. Minot, Contribution a l'étude du fleuve Sénègal, in Bulletin du Comité d'études historiques et scientifiques de l'Afrique Occidentale Franåaise, 1934.