SEME SANTO
. Con questo nome e anche con quello di semen contra (abbreviativo di semen contra vermes) s'indica la droga costituita dalle piccole calatidi dell'Artemisia cina (Berg.) Willk., pianta della famiglia Composte che vive nel Turkestan russo. Secondo alcuni autori questa specie è molto simile se non identica con l'A. pauciflora Web. = A. maritima L., var. Stechmanniana Bess. È un arbusto alto 30-60 cm., abbondantemente ramificato con foglie sparse, doppiamente pennato-partite a lacinie sottili con margini arrotolati, le superiori sono brevemente peduncolate, poco divise, e quelle fiorali sessili, intere e più brevi delle calatidi. All'epoca della fioritura le foglie basali sono morte. Le calatidi sono piccole (lunghe 2-4 mm., larghe 0,5-i mm.), ovali, constano di 10-20 squame fogliacee che racchiudono da 3 a 6 piccoli fiori rossi: e poiché a prima vista sembrano semi, alla droga è stato appunto dato il nome di seme santo.
Il seme santo contiene come principio attivo la santonìna, che si trova nei peli ghiandoliferi che possiedono le squame dell'involucro delle calatidi: ha azione vermifuga e si usa contro gli ascaridi.
Per l'azione vermifuga si usano anche altre specie di Artemisia europee (A. judaica, A. gallica, A. campestris), africane (A. ramosa, A. herba alba), asiatiche (A. Sieberi, A. Vahliana, A. santonica, A. borealis) che però non contengono santonina.
L'uso della droga è molto antico; è iscritta nella Farmacopea ufficiale italiana (5ª ed.).