sembiante (sost.)
Vocabolo proprio della tradizione lirica provenzaleggiante e stilnovistica; ricorre in tutte le opere di D., compresi il Fiore e il Detto; è usato al singolare e al plurale senza sostanziali differenze semantiche.
È però più frequente al plurale quando ricorre in prosa (quattro esempi contro uno del singolare, tutti nel Convivio) o quando, in poesia, cade in rima: gli unici esempi di plurale nel corso del verso appartengono anzi al Fiore. Il singolare è per lo più attestato in rima nella Commedia e nel Fiore (dove, anzi, fuori di rima non compare mai), mentre nella Vita Nuova, nelle Rime e nel Detto compare solo nel corso del verso: ha accezioni varie, tutte collegabili con l'idea di " parvenza ", di " apparenza visibile " o anche di " somiglianza ", e riflette i valori appunto del provenzale semblan.
Nel suo significato più ampio vale " aspetto ", " modo di apparire alla vista ": Pd XXXIII 109 Non... più ch'un semplice sembiante è in Dio, che tal è sempre qual s'era davante; analogamente, a ogni momento dell'ascesa di D. verso Dio corrisponde un mutamento del sembiante (V 88) di Beatrice; Guglielmo II il Buono dà segno di quanto è beato al sembiante / del suo fulgore (XX 65).
Alla medesima accezione si riallaccia l'esempio di Pg XXI 111 ne li occhi ove 'l sembiante più si ficca, dove più profondamente s'imprime " ciò che appare " dell'interno sentimento; che questa, e non l'altra (" ove si suole più fissare lo sguardo per leggere nell'anima "), sia l'interpretazione esatta, è, come rilevano il Porena e il Chimenz, dimostrato da Cv III VIII 9, dov'è detto che gli occhi e la bocca per bella similitudine, si possono appellare balconi de la donna.
Quando i beati apparsigli nel cielo delle Stelle fisse risalgono verso l'Empireo, D. li segue con lo sguardo fino a quando rimangono visibili; è questo il senso di Pd XXVII 73 Lo viso mio seguiva i suoi sembianti: qui, dunque, sembianti non indica il modo di apparire ma, concretamente, " ciò che si manifesta agli occhi ".
Per Pd XXXII 93 (nulla, quanto Maria, mi mostrò di Dio tanto sembiante) sono state proposte due interpretazioni: " mi presentava tanta parte del divino aspetto " (Casini-Barbi) e " mi offerse un'immagine che tanto somigliasse a Dio " (Scartazzini-Vandelli); che la parola qui stia per " somiglianza " (Ottimo), " similitudine " (Buti), è suggerito dal confronto con Cv II IV 12 quanto la cosa è più divina è più di Dio simigliante, ma tutta l'espressione riprende in modo concettoso e conciso il tema dei vv. 85-86 (Riguarda omai ne la faccia che a Cristo / più si somiglia), tanto da suggerire di tradurre " mi offerse un volto che tanto assomigliasse all'aspetto di Dio ".
Più frequentemente, s. indica la figura della persona umana e, per estensione, l'aspetto di angeli o di divinità mitologiche: Rime LXXXIII 104 cotante / persone... / sembiante portan d'omo; If XX 40 Tiresia... mutò sembiante / quando di maschio femmina divenne; Lucifero è la creatura ch'ebbe il bel sembiante (XXXIV 18); in Fiore XVII 5 sono ricordati i sembianti di Venere. Più che all'intera figura allude al solo volto in Pd III 20, dove D. confessa di aver preso per specchiati sembianti, cioè per " immagini " riflesse in uno specchio, le facce (v. 16) dei beati apparsigli nel cielo della Luna.
In senso più limitato ricorre con riguardo all'espressione del volto o, meglio, indica il viso stesso in quanto su questo traluce l'intimo impulso dell'animo: co' bei sembianti e co' begli atti novi, Rime LXXXIII 104. Questo valore è esplicitamente sottolineato in Pg XXVIII 44 i' vo' credere a' sembianti / che soglion esser testimon del core. Altre volte è invece rilevabile dall'aggettivazione o dal contesto: Vn XII 14 42 fa che li annunzi un bel sembiante pace; XXXVI 4 1 di pietà sembianti; Rime CII 31 dinanzi dal sembiante freddo / mi ghiaccia... il sangue; If IV 113 Genti v'eran... / di grande autorità ne' lor sembianti; VII 111 vidi genti... / con sembiante offeso; Pd I 101 con quel sembiante / che madre fa sovra figlio deliro (" idest aspectu turbato ex affectione cara ", Benvenuto); XI 76 i lor lieti sembianti / ... facieno esser cagion di pensier santi.
In particolare, in senso allegorico, è riferito ai dolcissimi e ineffabili sembianti della Filosofia (Cv II XV 4), cioè alle argomentazioni e dimostrazioni delle verità filosofiche; e così in III X 3, XIV 12. Conserva la stessa accezione in IV I 8 con ciò fosse cosa che questa mia donna un poco li suoi dolci sembianti transmutasse a me, allusivo a un momento di stasi negli studi filosofici, e II 3 ne la donna mia nuovi sembianti sono appariti li quali m'hanno tolto materia di dire al presente d'amore: cioè l'approfondimento dello studio della filosofia mi ha tolto la materia di parlare d'amore.
Il termine entra a far parte di locuzioni avverbiali (nel sembiante, If XXIII 60 e 146; ne' lor sembianti, Pg XXVI 51; per sembianti, Fiore CCVII 3, CCXXIII 2) che valgono " per quanto traspare dal volto, dagli atti ".
Riferito a cose vale " aspetto ", " apparenza ": dall'alto del cielo delle Stelle fisse vidi questo globo [la terra] / tal, ch'io sorrisi del suo vil sembiante (Pd XXII 135). Di qua il sintagma ‛ aver s. ', che vale " sembrare ", " aver l'aspetto di ": If XXXVI 24 un lago [il Cocito] che per gelo / avea di vetro e non d'acqua sembiante; e così in Pg XXIX 75.
Sono comuni le locuzioni ‛ far sembiante ' o ‛ far sembianti ', con il senso di " dimostrare con il volto, con l'atteggiamento ": If IX 101 fé sembiante / d'omo cui altra cura stringa e morda; Pg VII 91 [Rodolfo imperatore] fa sembianti / d'aver negletto ciò che far dovea; e così in Rime CII 10, Pd IX 64, Fiore CCXXVII 7. In proposizioni negative: LXII 10 non far sembiante d'averla veduta, " fingi " di non averla veduta; CIV 3. Può significare " far vista ", " fingere " anche in proposizioni affermative: LIII 7 Di pianger vo' che faccie gran sembianti, / dicendo che non puo' viver sanz'essa; LV 7 e 11, CLXVI 12.
La locuzione ‛ mostrare s. ' è frequente nella lingua del tempo con il significato di " mostrare esternamente ", " dare a vedere " (cfr. Boccaccio Dec. X 8 11 " fortemente, senza alcun sembiante mostrarne, di lei s'accese "); con questo valore ricorre in Fiore CLXXX 3 de' la donna ... / quando ricever dovrà quell'amante, / mostralli di paura gran sembiante. In altro senso: L 2 A Malabocca vo'... / che tu sì no gli mostri mal sembiante, voglio che " tu non gli faccia cattivo viso ", " che ti dimostri ostile " nei suoi confronti.
Con una interpretatio nominis che è contemporaneamente sintetica rappresentazione del significato ipostatico del personaggio, il nome di Falsembiante viene scomposto nei suoi elementi, in Fiore CXXXI 9 Malabocca conobbe ben Sembiante, / ma non ch'e' fosse Falso. La stessa motivazione stilistica l'uso del vocabolo ha nella presentazione che di Falsembiante al dio d'Amore fa Costretta-Astinenza: LXXX 5 e me e sé governa co' sembianti / che gl'insegnò sua madre Ipocresia. E vada qui anche LXIX 7, dove si parla dei falsi sembianti, cioè degli " infingimenti ", con cui soltanto si può vincere Malabocca.