selfite
s. f. (iron.) Propensione parossistica a scattarsi selfie.
• viviamo tutti in una nuova illusione di realtà, quella dell’evidenza virtuale, del «tutti in campo». È un delirio collettivo, una mania. Sembra che l’associazione degli psichiatri americani abbia addirittura osservato che questa ossessione potrebbe essere la spia di una malattia, la selfite. Esagerati! Personalmente non sono così preoccupato. (Nino Dolfo, Corriere della sera, 9 novembre 2014, Cronaca di Brescia, p. 8) • Si chiama «selfite», termine di nuovo conio e scarsa qualità linguistica che, però, rende bene l’idea, tanto da essere stata recepita, nel 2013, dall’Oxford Dictionary. Malattia di antichissima data, in realtà, per millenni rimasta endemica, e scatenata in forma parossistica dall’avvento delle nuove tecnologie sotto forma di iper-attenzione per se stessi, coltivata via smartphone e condivisa su social network. (Maria Cristina Carratù, Repubblica, 13 novembre 2014, Firenze, p. I) • Senti continuamente il bisogno di fare un autoscatto? Non riesci a partecipare a un evento senza dover pubblicare, in tempo reale, l’immagine sui social? La diagnosi è semplice: potresti soffrire di «selfite». Una «patologia» che ha la sua recrudescenza in occasioni particolari, come il Natale, quando non si riesce proprio a resistere al selfie compulsivo durante il cenone o al momento dell’apertura dei regali. (Silvia Morosi, Corriere della sera, 24 dicembre 2017, p. 22, Cronache).
- Derivato dal s. ingl. selfie con l’aggiunta del suffisso -ite.