selfista
s. m. e f. Chi si fa continuamente selfie, autoscatti perlopiù con il telefonino.
• Un acquario al piano sotterraneo dove si può avere la sensazione di immergersi in mezzo agli squali, una spa all’ultimo piano per il meritato relax, in mezzo un paradiso del food e dell’acquisto di griffe internazionali di varia gamma, dalla Maserati a Uniqlo, catena giapponese che produce oggetti del desiderio simil H&M, interdetti per ora agli italiani, che corrono a comprarli all’estero. Location preferita dai selfisti contemporanei (dai locali thailandesi, che ormai sono social network addict, come dai turisti di passaggio) quest’anno il Siam Paragon è finito in cima alla classifica di Instagram, come luogo più fotografato prima della Tour Eiffel e della Disneyland californiana. (Maria Luisa Agnese, Corriere della sera, 17 gennaio 2014, p. 31) • in ogni caso è un fenomeno di costume divertente, anzi gioioso, con tutti quei colori che esplodono dietro la figura del selfista e la sua faccia eccitata, che sembra dire: «Ce l’ho fatta, sono meglio di Leonardo e di Picasso. Anzi non sono soltanto un artista, sono anche un’opera d’arte». (Claudio Angelini, Messaggero, 29 dicembre 2014, p. 17, Società) • In proposito pure eloquente la sua produttività linguistica. Sono nati infatti i verbi selfare e selfarsi, il sostantivo selfista per chi proprio non ne può fare a meno, l’accrescitivo selfone per indicare un selfie con parecchie persone. (Enrico Testa, Secolo XIX, 17 dicembre 2017, p. 38, Xte Società).
- Derivato dal s. ingl. selfie con l’aggiunta del suffisso -ista.
> autoscattista.