selfare
v. intr. Riprendere, fotografare in un selfie.
• È un miracolo tutto britannico che la gente riempia i teatri per spettacoli di ogni tipo: l’anno scorso i biglietti emessi hanno superato quelli per le partite di calcio. Ma anche per le migliori commedie, per i drammi e l’opera più seri, la modernità si impone: nessuno chiede più autografi, tutti si fotografano con l’attore amato e ammirato. A pagina 3 del «Sunday Times» ieri c’era Carey Mulligan che si lascia selfare da una sua fan alla fine di «Skylight». L’attrice, che ha recitato con Leonardo Di Caprio, nel «Grande Gatsby» di Baz Luhrmann si concede alle foto col telefonino, sorridendo impostata. (Vincenzo Nigro, Repubblica, 4 agosto 2014, p. 27, R2 Cultura) • [Mauro] Icardi, soprattutto di recente, è finito sui giornali più per la sua vita privata che per quello che ha fatto in campo. Non c’è momento della sua esistenza, in ultimo la nascita della figlia Francisca, che non sia stato fotografato, selfato e postato sui social network. (Repubblica, 7 febbraio 2015, Palermo, p. 14) • Mi è capitato più volte, in piazza Duomo a Milano, di vedere code lunghissime a serpentone di giovani e diversamente giovani, in attesa di entrare e toccare con mano o qualche incongruo personaggio in auge nel momento o di farsi selfare col medesimo. (Maurizio Cucchi, Avvenire, 18 luglio 2017, p. 21, Agorà).
- Derivato dal s. m. inv. selfie con l’aggiunta del suffisso -are1.