SELEUCIA di Pieria
Porto di Antiochia sulla costa settentrionale della Siria fondato da Seleuco Nicatore, al posto di una Antigonia, fondazione di Antigono Monoftalmo. Ma essa fu da Tolemeo III Evergete strappata alla Siria, e riuscì soltanto ad Antioco III di toglierla definitivamente al dominio tolemaico. Riunita alla Siria, servì egregiamente alla splendida capitale di quel regno, Antiochia. La stessa funzione Seleucia continuò a compiere, anche quando la Siria venne in potere romano. Ad impedire che gli apporti del fiume Oronte insabbiassero il porto furono in età romana compiuti poderosi lavori di scavo di canali. Pausania (VIII, 29) dice che un imperatore romano (non ne dà il nome) rese navigabile l'Oronte fino ad Antiochia; forse poté trattarsi di lavori intrapresi da Traiano al tempo delle guerre contro i Parti. Nuovi lavori al porto furono ordinati da Diocleziano e poi da Costanzo II, il quale, secondo la Expositio totius orbis (cfr. Geographi latini minores, ed. A. Riese, p. 110), maximum montem secavit et introduxit mare, et portum fecit magnum et bonum. Ma l'Oronte non dava tregua e una costituzione dell'imperatore Valente pone agli ordini del comes Orientis una classis Seleucena ad auxilium purgandi Orontis aliasque necessitates (Cod. Theodos., X, 23). Invasioni persiane e più tardi arabe nonché i gravi terremoti del sec. VI ridussero misera la città e inservibile il porto.
Le rovine dell'antica città sono ai piedi del Κορυϕαῖον ὄρος, sprone meridionale dell'Amano.
Bibl.: Ruge, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II A, col. 1184 segg.; V. Chapot, in Bull. Corr. Hell., 1902, p. 146, e in Bull. Soc. Nat. Antiquaires de France, 1906, p. 149, con piano topografico rilevato dal Toselli.