SEGALE cornuta
Con questo nome s'indica la malattia dell'ovario dei fiori della segale, dell'orzo, del frumento e di altre Graminacee, dovuta ad un fungo Ascomicete-Pirenomicete della famiglia Ipocreacee detto Claviceps purpurea Tul. In primavera su taluni fiori di Graminacee, in mezzo alle glume, si osserva un liquido appiccicaticcio zuccherino giallastro (melata) il quale contiene i conidî del fungo che ha attaccato l'ovario: la melata richiama gli insetti, che trasportano i conidî sugli altri fiori, diffondendo così la malattia. L'ovario dei fiori infetti invece di fruttificare viene sostituito da una speciale formazione fatta a cornetto che sporge dalle glume; questa è dovuta al micelio del fungo e prende il nome di sclerozio. Appunto per tale forma dello sclerozio si è dato a questa malattia il nome di segale cornuta, grano sperone, chiodo segalino, ecc.
All'epoca della mietitura molti sclerozî cadono nel terreno, ove passano un lungo periodo di riposo che giunge fino alla primavera successiva. In primavera, all'epoca delle piogge, lo sclerozio produce dei peduncoli sormontati da piccole capocchie rotonde, dando luogo così a una specie di germogliamento: nelle capocchie sono contenuti i periteci, foggiati a fiaschetta, e in essi si trova l'imenio ascoforo; ogni asco contiene otto ascospore filamentose. A maturità degli aschi il collo del peritecio si apre per un foro, gli aschi si lacerano per igroscopicità e le ascospore sono lanciate fuori sui fiori di qualche graminacea riproducendo così la malattia. Quindi nel ciclo di sviluppo della segale cornuta vi sono tre stadî: la melata, che venne già chiamata Sphacelia segetum e creduta una forma di fungo a sé e costituisce la forma di diffusione; lo sclerozio che è la forma di conservazione e infine lo stadio riproduttivo rappresentato dal germogliamento dello sclerozio stesso infine che dà origine ai periteci.
La droga è costituita dagli sclerozî, di varia lunghezza a seconda delle specie di Graminacee sulle quali si sono sviluppati: quelli della segale, dell'orzo, del frumento sono lunghi circa 2 cm., quelli dell'Ampelodesmos tenax fino a 5-6 cm.; sono neri all'esterno, bianchi all'interno e contengono abbondante olio grasso. La sezione trasversale d'uno sclerozio vista al microscopio mostra una specie di parenchima (pseudoparenchima) dovuto al taglio trasversale delle ife miceliche disposte longitudinalmente, il cui intreccio determina la formazione dello sclerozio; invece la sezione longitudinale all'esame microscopico rivela l'intreccio delle ife stesse.
I moderni metodi di coltivazione dei cereali, preceduti dalla disinfezione della semente, hanno reso molto raro lo sviluppo e l'infezione della Claviceps, tanto che in alcuni paesi si procede all'infezione artificiale di appezzamenti di segale appositamente coltivati. Gli sclerozî della segale si ritengono più attivi di quelli provenienti dalle altre specie di Graminacee. Le maggiori quantità di droga sono fornite soprattutto dalla Russia.
Farmacologia e tossicologia. - Lo sclerozio ha un contenuto chimico di composizione assai complessa; varî principî attivi (alcaloidi, glucosidi, ammine, betaine) ne sono stati isolati, fra i quali l'istamina, l'ergotina, l'ergotossina, l'acetilcolina. Il principio attivo più importante della segale cornuta è l'ergotossina. Anche l'istamina ha dato origine a studî numerosi sia in Italia (G. Quagliarello, P. Berri, ecc.) sia all'estero. Per l'azione vasocostrittrice la segale cornuta come alcune sue preparazioni galeniche indicate col nome di ergotina (ergotina di Bonjean, Yvon, Denzell, Tanzet, ecc.) sono usate quali farmaci emostatici nelle emottisi, nelle gastrorragie, nell'epistassi, ma specialmente nelle emorragie postpartum. Per l'azione esercitata sull'utero la segale cornuta era stata proposta per facilitare il parto, ma se essa rinforza e prolunga le contrazioni uterine, queste diventano poi spasmodiche e tetaniche così che il suo uso appare non solo inutile ma anche pericoloso. Giova invece dopo il parto come emostatico e per facilitare l'involuzione uterina quando gli annessi fetali siano già stati espulsi. Si usa anche nelle metrorragie non puerperali associata all'Hydrastis o ad altre sostanze. Dalla segale cornuta Tanret ha isolato anche una sostanza grassa vegetale della natura delle sterine, l'ergosterina, che, irradiata, assume i caratteri della vitamina D o vitamina calciofissatrice. La dose della polvere di segale cornuta è di 2-3 gr. per giorno; l'ergotina si somministra a gocce da 10 a 15 gocce per volta.
L'avvelenamento acuto da segale cornuta non è frequente ed è accidentale o criminoso. La dose letale non è definita; bastano però pochi grammi a provocare una sintomatologia minacciosa. L'ingestione è seguita da senso penoso di aridità, gastralgia, vomito, cefalea, disturbi visivi (miosi o midriasi). La pressione sanguigna aumenta notevolmente, il polso diventa piccolo, mentre il malato prova angoscia precordiale. La temperatura del corpo s'abbassa; la miastenia generale precede un periodo di convulsioni generalizzate con obnubilamento della vista. Nella donna gravida le contrazioni uterine insorgono violente con espulsione del prodotto del concepimento. La morte avviene per deficienza cardiaca. L'avvelenamento cronico da segale, il cosiddetto ergotismo, diffuso ormai soltanto in Russia e puramente accidentale presso di noi, si manifesta sia con una sindrome convulsiva epilettiforme con ipertensione, disturbi tabetici e psichici (ergotismo convulsivo), sia con una sindrome cancrenosa, dominata da sintomi di asfissia locale, con acroparestesie, sordità, necrosi delle dita. L'avvelenamento acuto beneficierà di un pronto svuotamento gastrico, lavaggio, somministrazione di tannino e di purganti, associando un generoso trattamento cardiocinetico e stimolante. L'ergotismo cronico si è vinto in Italia mercè misure profilattiche e igieniche. Il quadro conclamato necessita una multiforme terapia sintomatica.