SEGAL, Hanna, nata Poznanski
Psicoanalista britannica di origine polacca, nata il 20 agosto 1918, attualmente residente a Londra. Fece studi di medicina in Polonia e poi in Francia, ma dovette interromperli a causa della guerra, portandoli poi a termine nel 1943 alla Scuola polacca di Medicina di Edimburgo. In analisi a Londra con M. Klein, seguì i trainings di psicoanalisi degli adulti e di psicoanalisi infantile presso la Società inglese di psicoanalisi, di cui entrò a far parte nel 1949 grazie alla presentazione del suo primo lavoro Some aspects of the analysis of a schizophrenic (poi in International Journal of Psychoanalysis 31, 1950, p. 268). Dal 1947 esercitò privatamente la professione di psicoanalista a Londra; nel 1952 era già analista didatta della Società inglese di psicoanalisi, di cui è tuttora membro, dopo esserne stata presidente (1977-80).
Mentre sono in via di pubblicazione i Collected papers, le opere più importanti di S. restano: Introduction to the work of Melanie Klein (1964, trad. it., con presentazione di E. Gaddini, 1968) e Klein (1979; trad. it., 1981). La prima rielabora un ciclo di lezioni per studenti del terzo anno di training e verte sui fenomeni connessi alle posizioni schizo-paranoide e depressiva, intese come fasi precoci dello sviluppo e come configurazioni specifiche del rapporto dell'essere umano con l'oggetto (v. anche klein, Melanie, App. IV, ii, p. 289). L'opera, notevole per lucidità di esposizione, tra l'altro, rende agevole anche la comprensione di alcune linee teoriche a volte implicite nei vari scritti di M. Klein. Il saggio Klein vuol essere una ricostruzione storica, in cui è sottolineato il legame con il Freud teorico dell'istinto di morte (Al di là del principio del piacere, 1920) e ideatore dell'ipotesi strutturale (1922), e compare esplicitamente il richiamo a K. Abraham, uno degli analisti della Klein, la cui influenza sulla stessa viene definita determinante. Nel testo sono trattate anche le fondamentali innovazioni della Klein: la tecnica del gioco e l'estensione della pratica analitica ai bambini, cui S. aveva dedicato due contributi (in Psychoanalytic Techniques, 1967, e in Handbook of Child Psychoanalysis, 1972). Tra i contributi maggiori di S. editi in International Journal of Psychoanalysis (raccolti in The work of Hanna Segal, 1981; trad. it., Scritti psicoanalitici, 1984; ma v. anche la trad. it. di alcuni saggi in Casi clinici, 1980), oltre allo scritto del 1950, si segnalano A psychoanalitic approach to aesthetics (1952) e Notes on symbol formation (1957), in cui emerge l'attitudine di S. a privilegiare l'analisi delle problematiche legate allo sviluppo e alla crescita. L'interesse per il simbolo si lega invece a esperienze avute con psicotici e artisti nel primo periodo della sua attività, da cui era emersa la difficoltà dello psicotico a servirsi del simbolo e il blocco determinato negli artisti da qualunque interferenza nella loro espressione creativa. In Some clinical implications of Melanie Klein's work: emergence from narcissism (ibid., 1983) S. si accosta alle concezioni di A. Green, secondo cui, una volta postulato un inizio precocissimo delle relazioni oggettuali, non vi sarebbe più posto per il narcisismo nel sistema kleiniano. Temi analoghi svolge in Dream, phantasy, art (1981; trad. it., 1991).