SEDULIO Scoto
Scrittore, erudito e poeta irlandese fiorito verso la metà del sec. IX. Non abbiamo notizie di lui prima del suo passaggio sul continente quale membro di un'ambasceria inviata da quei popoli per allacciare rapporti con Carlo il Calvo. Recatosi nell'848 a Liegi, fondò in questa città una colonia irlandese ed esercitò sull'ambiente colto della città un'influenza notevolissima che valse ad assicurare a Liegi, anche in epoca successiva, la fama di un centro culturale. Entrò in rapporti con diversi membri della famiglia imperiale franca (fra i quali lo stesso Lotario III), con vescovi e con feudatarî franchi, fra i quali i signori di Colonia che nell'850 lo fecero venire alla loro corte. Fu anche a Metz e, probabilmente, verso la fine della vita, anche a Milano. In realtà non abbiamo più notizie di lui a partire dall'859.
La sua opera più importante è certamente il De rectoribus christianis, dedicato a Lotario III, che ha notevole importanza poiché, insieme con gli scritti consimili di Smaragdo e di Giona - che peraltro S. ignorò - dà inizio alla letteratura politica del Medioevo. Può essere considerato come uno speculum principis, cioè come una di quelle dissertazioni, assai frequenti in epoca posteriore, scritte per istruzione ed edificazione dei principi e dei condottieri cristiani. S. pone il problema dei rapporti fra Stato e Chiesa, difendendo l'autonomia e i diritti della seconda. Altri scritti notevoli sono: un commento all'Isagoge di Porfirio, commento che sembra rivelare la conoscenza, da parte di S., il quale certamente conosceva il greco, del testo greco di quest'opera, nota allora solo attraverso una traduzione latina; Collectanea in omnes epistulas Beati Pauli; Commentarius in grammaticam Eutichii; Commentum super Priscianum; una raccolta di estratti, fatta evidentemente per usi personali, da scrittori greci e latini; numerose poesie, che rivelano il temperamento cortigiano e procacciante di S.; alquante lettere, interessanti soprattutto perché dipingono le condizioni degli emigrati irlandesi sul continente.
L'edizione più completa delle opere di S. è in Migne, Patrologia Latina, CIII; v. inoltre: poesie, a cura di L. Traube, in Monumenta Germaniae historica: Poetae aevi carolini, III, 1, p. 154 segg.; De Rectoribus christianis, a cura di S. Hellmann, Sedulius Scottus, Monaco 1906, pp. 91-91 (Quellen und Untersuchungen zur lateinischen Philologie des Mittelalters, I); Lettere, in Neues Archiv, II (1877), p. 188 seg.; IV (1879), pagine 315 segg.
Bibl.: Oltre allo scritto citato del Hellmann, v. L. Traube, O Roma nobilis, in Abhandl. d. k. b. Akad. d. Wiss., Monaco 1892, p. 338 segg.; L. Manitius, Geschichte der lat. Litt. des Mittelalters, I, Monaco 1911, pp. 315-323.