CHAMFORT, Sébastien-Roch-Nicolas
Letterato e moralista francese, nato il 6 aprile 1741 presso Clermont (Alvernia), morto a Parigi il 13 aprile 1794. Figlio di padre ignoto, fu ammesso al beneficio di una borsa di studio nel collegio parigino dei Grassins. L'aspetto seducente, il pronto ingegno e lo spirito inesauribile lo misero in favore nei circoli eleganti di Parigi, e alla sua fortuna presso molte facili dame di quella società contribuì anche la fama di amatore instancabile. D'una malattia, che egli contrasse allora in seguito ad eccessi erotici e che lo tormentò per tutta la vita, si deve tener conto, non meno che della sua nascita, per spiegarsi lo spirito di misantropia che domina nelle sue opere più personali. Collaborò, per aver di che vivere, a un Vocabulaire français, e con una Épitre d'un père à son fils sur la naissance d'un petit-fils ottenne un premio dall'Académie Francaise. Una sua commedia, La Jeune Indienne, fatta per piacere alla "sensibilità" settecentesca, ottenne difatti il favore del pubblico (1764), e fu seguita da un'altra commedia, Le Marchand de Smyrne (1770), piena questa di più schietta comicità, a cui l'autore s'era fatto la mano preparando quell'Éloge de Molière, che l'Académie Francaise aveva premiato nel 1769. L'Accademia di Marsiglia premiò qualche anno dopo il suo Éloge de La Fontaine (1774), a cui tenne dietro nel 1776 la tragedia Mustapha et Zéangir, di stampo raciniano, che ebbe anch'essa fortuna. Ch. entrò allora nell'Académie Française, ma non valsero questi successi a liberarlo dall'assillo finanziario: d'altra parte il suo temperamento gl'impediva di accettare o conservare posti redditizî da cui pensasse inceppata la sua libertà, come quello di segretario del principe di Condé: godé tuttavia di qualche pensione e della liberalità di amici ricchi. Favorevole alle nuove idee e alla Rivoluzione, lanciò la famosa formula di cui poi s'impadronì Sieyès: Qu'est-ce que le tiers état? Tout. - Qu'a-t-il? Rien. Collaborò allora al Mercure, portandovi il suo spirito oltranzista e repubblicano, e intraprese la pubblicazione dei Tableaux de la Révolution, eloquente cronaca illustrata deî grandi avvenimenti politici. Mirabeau lo considerava come suo maestro, ed è di Ch. la relazione sulle Accademie che Mirabeau avrebbe letto all'Assemblea nazionale se la morte quasi improvvisa gliene avesse lasciato il tempo e in seguito alla quale le Accademie furon poi soppresse nel 1793. Ma il salire della marea giacobina, l'intolleranza tirannica, il terrore, gettarono ben presto Ch. nell'opposizione. Imprigionato e poi liberato, ma tuttavia sorvegliato, giurò a sé stesso che non sarebbe mai rientrato in carcere, e all'annunzio d'un nuovo arresto tentò di uccidersi. Una malattia della vescica, manifestatasi quando pareva guarito e già le ferite si richiudevano, lo condusse in pochi giorni alla tomba. Ginguené, che gli fu amico fedele, poté salvare una parte dei foglietti su cui Ch. notava giornalmente le amare osservazioni suggeritegli dal vario spettacolo dell'egoismo umano, aguzzava le frecce contro l'odiato ancien régime, registrava i bei motti rivelatori colti a volo, fissava in scorci stupendi gli aneddoti rappresentativi sentiti raccontare; e secondo un'indicazione dell'autore poté raggrupparli in due serie distinte, Maximes et Pensées e Caractères et Anecdotes, a cui in seguito furono aggiunte alcune parti inedite. Ch., le cui opere teatrali e accademiche sono oggi del tutto dimenticate, deve l'immortalita a queste raccolte postume: in una prosa lineare, aliena da pretese letterarie, ma incisiva al massimo grado, egli ci presenta la sua visione del mondo, che è quella sconsolata di un misantropo lucidissimo, il quale illude il proprio taedium vitae, divertendosi, come dice lo stesso Ch. in una delle sue pagine meno dimenticabili, a considerar l'uomo come un burattino e la società come il palcoscenico su cui quello si agita.
Le opere di Chamfort, pubblicate la prima volta da Ginguené (Parigi 1795), furon ripubblicate da P. R. Auguis (Parigi 1824-25), da A. Houssaye (Parigi 1857), da M. Stahl (Parigi 1857). Oeuvres choisies de Ch., Parigi 1882; Collection des plus belles pages de Ch., Parigi 1905; Maximes et Pensées, Parigi 1923; Caractères et Anecdotes, Parigi 1924, di cui abbiamo una traduzione di C. Pavolini, con introduzione, Roma 1924.
Bibl.: M. Pellisson, Ch., étude sur sa vie, son caractère et ses écrits, Parigi 1895; G. Boissier, Ch., l'écrivain et le politique; Ch. et l'Académie française, in L'Académie française sous l'Ancien Régime, Parigi 1909.