VINI, Sebastiano
– Nacque a Pesina, presso Caprino Veronese (Rognini, 2008), probabilmente nel 1515, figlio di un Giovanni Jacopo sul quale non si hanno notizie precise, così come ignoto è il nome della madre. La data di nascita si ricava dalla registrazione del decesso avvenuto nel 1602, nella quale viene riportato che aveva circa ottantasette anni (Ceccanti, 2010).
Giunse a Pistoia negli anni Quaranta del Cinquecento, molto probabilmente al seguito di Benedetto Pagni da Pescia, con il quale collaborò anche successivamente e che dovette essere suo maestro a Mantova dopo un primo apprendistato a Verona con Domenico Brusasorci (Nesi, 2011, p. 113). A Pistoia si sposò il 15 agosto 1548 con Alessandra Grandoni (Tenducci, 1993, p. 11) e prese subito il controllo della scena artistica.
I pittori locali della prima generazione del secolo erano in gran parte morti (Gerino Gerini, Domenico Rossermini), o lavoravano sporadicamente per le istituzioni locali ma senza commissioni di grande rilievo. Bernardino Detti, ad esempio, era ‘confinato’ a dipingere nel complesso della Ss. Annunziata, e Giovambattista Volponi (lo Scalabrino senior) compì frequenti escursioni professionali altrove (Tarquinia, Tuscania, Jesi). Vini ebbe quindi gioco facile, e riuscì anche a interagire perfettamente con gli artisti fiorentini che, in virtù dell’ormai storicizzato dominio politico di Firenze su Pistoia, ottenevano da sempre prestigiose commissioni in città.
Vini si inserì nell’ambito di Giorgio Vasari e poté lavorare anche a Firenze, partecipando nel 1565 agli apparati per le nozze del principe Francesco de’ Medici con Giovanna d’Austria. Il suo contributo, consistente in alcune vedute di città tedesche affrescate nel primo cortile di Palazzo Vecchio, è l’unica parte che resta di tutto l’insieme decorativo, in massima parte effimero (Mellini, 1565). Qualche anno dopo, nel 1572 (Bruschi, 2014, pp. 101-105), dipinse inoltre la grande pala con la Conversione di Saulo per l’altare Ricasoli della basilica di S. Maria Novella, che Vasari andava ristrutturando in conseguenza del Concilio di Trento per volontà del duca Cosimo de’ Medici. L’opera, oggi nella sacrestia della chiesa, gli fu commissionata da Giovambattista Ricasoli, all’epoca vescovo di Pistoia. Il grosso della sua attività si svolse comunque nella città d’adozione e nei suoi dintorni, con l’aiuto di seguaci e collaboratori (il figlio Jacopo, Pietro Volponi, detto lo Scalabrino junior, e Jacopo Centi, detto Papoceto), che assimilarono velocemente i caratteri del suo stile coadiuvandolo al meglio.
La prima opera nota di Vini a Pistoia è l’Annunciazione firmata e datata 1552, che dipinse per la chiesa di S. Pierino alla Porta Lucchese ed è oggi nella pieve di Montale (Pistoia; Tolomei, 1821, p. 205). Il soggetto gli fu molto richiesto anche in seguito e ne eseguì altre versioni per le chiese cittadine di S. Giovanni Fuorcivitas e di S. Maria delle Grazie, e per quelle foranee di Chiesina Montalese (in collaborazione con Centi: Nesi, 2018a, pp. 3 s.) e di S. Maria Assunta a Popiglio (1577; oggi nell’annesso Museo d’arte sacra). Documentata al 1554 è la Deposizione a fresco nello scalone del palazzo dei Priori di Pistoia (ora sede del Museo civico), alla quale si avvicina per scelte cromatiche la Natività della Vergine della chiesa di S. Vitale. Tra il 1559 e il 1565 eseguì una Presentazione al Tempio per la cappella del palazzo ducale di Lucca (Trenta, 1822), oggi dispersa, ma talvolta identificata con un dipinto di Pietro Sorri del medesimo soggetto conservato nel museo lucchese di villa Guinigi.
Con l’elezione a vescovo di Pistoia di Ricasoli nel 1561, Vini iniziò a ricevere commissioni per la cattedrale, culminate con la realizzazione nel 1564 di alcuni affreschi di soggetto biblico oggi molto frammentari nella fascia decorativa sotto le capriate del soffitto, tra i quali si individua con certezza solo il soggetto di un Isacco che benedice Giacobbe (Nesi, 2018a, p. 2). Allo stesso momento sono state riferite alcune pale d’altare, come l’Immacolata Concezione in S. Francesco a Prato o la Madonna col Bambino e santi del Museo d’arte cristiana di Esztergom, proveniente dalla chiesa pistoiese di S. Sebastiano, e quella della chiesa di S. Maria delle Grazie a Pistoia (Tenducci, 1993, p. 7).
Di quest’ultima esiste una replica parziale più tarda nella canonica della chiesa di S. Andrea a Pistoia (Nesi, 2018a, p. 3), mentre all’Immacolata pratese è coeva una S. Apollonia datata 1568 e che riporta anche il nome del committente, il prete Felice Settesoldi. Conservata nella sacrestia del duomo di Prato (R. Fantappiè, Il bel Prato, II, Schede..., Prato 1983, p. 79, dove è riprodotta senza indicazione dell’autore), la S. Apollonia riprende nel busto della santa la Vergine della pala, probabilmente riutilizzandone il cartone preparatorio. Al momento pratese di Vini può essere ricondotto anche un frammento di affresco con una Scena di martirio nell’ex chiesa di S. Trinita, visibile fino al 1983 e in seguito scialbato (ibid., I, Ritratto di Prato..., p. 125, anch’esso come opera di anonimo). Allo stesso periodo appartiene l’Adorazione dei pastori già sull’altare maggiore di S. Giovanni Battista a Pistoia, colpita da un bombardamento durante la seconda guerra mondiale, ma della quale sono riemersi alcuni frammenti (Nesi, 2011, pp. 109-111). Nel 1563 Vini eseguì in collaborazione con l’ex maestro Benedetto Pagni la Madonna della cintola e santi per la cappella Cecchi nella cattedrale di Pescia (Pistoia), oggi conservata nella chiesetta di S. Erasmo subito fuori dalla città (Nesi, 2002). Fu però Vini a firmare il dipinto, con la sua caratteristica sigla «B. V. inventor», dove la «B.» sta per «Bastiano».
A queste opere l’artista affiancò la realizzazione di capolavori come la pala dell’altare maggiore della pieve di Cutigliano (Pistoia) con S. Bartolomeo che libera un’ossessa (1570), dipinta, secondo una leggenda locale, in occasione di un viaggio verso la natia Verona, durante il quale Vini sarebbe rimasto bloccato dalla neve proprio a Cutigliano. In parallelo iniziò a lavorare per la pieve di Popiglio (Pistoia), dipingendo nello stesso 1570 l’Ultima cena per l’altare destro nella testata. La composizione di questo quadro fu poi da lui riproposta a rovescio in un affresco nel refettorio del convento di S. Marta a Borgo a Buggiano (Pistoia), giuntoci frammentario. Nel 1576 Vini iniziò un’altra opera per Popiglio, il grande altare del Sacramento per la cappella maggiore, con l’Assunzione (firmata e datata 1577) e figure di Santi, conservatosi integro con la sua cornice (Magni, 1999, pp. 134 s.).
Di questo periodo è anche l’opera più celebre di Vini, il monumentale affresco con il Martirio dei diecimila nella chiesa delle monache di S. Desiderio a Pistoia, che occupa l’intera parete d’altare. Per l’esecuzione di questi lavori Vini poté contare sulla protezione e sulla committenza delle maggiori famiglie pistoiesi, come ad esempio i Baldinotti, per il cui altare nella chiesa della Ss. Annunziata dipinse la Presentazione di Gesù al Tempio, documentata al 1573-74 (Nesi, 2018b, p. 141). L’esecuzione di questo dipinto conferma la presenza di Vini a Pistoia, sconfessando l’idea di un soggiorno a Verona dal 1570 al 1577 che qualcuno ha ipotizzato (Peri, 2010, p. 84).
Vini fu sicuramente a Mantova nel 1580 (Cottafavi, 1939), dove eseguì almeno una parte del grande affresco con il Giuramento di Luigi Gonzaga, capitano del popolo di Mantova nella sala dei Capitani in Palazzo Ducale, iniziato qualche anno prima da Pagni, che poi morì a Mantova nel 1578. Prima della partenza o dopo il rientro, ma sempre nel 1580, eseguì per il nuovo vescovo di Pistoia Lattanzio Lattanzi un magnifico S. Girolamo in meditazione (firmato e datato) conservato nella chiesa di S. Francesco a Orvieto (città di provenienza del prelato) e preceduto da un altrettanto splendido disegno preparatorio nel Museo nazionale di Varsavia (Guze, 1992, p. 354).
I fogli di Vini, sparsi tra vari musei – anche se i nuclei più importanti si trovano a Varsavia e al Louvre – sono comunque sempre di grande tenuta qualitativa. Per la sua abilità di disegnatore il pittore fu utilizzato nel 1570 dal vescovo Ricasoli anche come illustratore di un importante cabreo con i beni della cattedrale di Pistoia. Nel 1582 Vini firmò e datò la Deposizione per la pieve di Massa (Pistoia; Jodice, 2002). Dal 1580 è documentato in attività come artista autonomo anche il primogenito di Vini, Giovanni Jacopo, nato nel 1549 e che affiancava il padre almeno dal 1568 (Pacini, 1994, p. 239).
Uno dei testimoni al battesimo di Giovanni Jacopo fu il Papoceto, già collaboratore anche di altri artisti pistoiesi, ad esempio Bernardino Detti, ma che poi si avvicinò in modo talmente stretto a Vini da diventarne una sorta di alter ego, e da generare il detto «Papo disegna, Bastiano dipinge», riportato ancora nel Settecento dallo storiografo locale Bernardino Vitoni (Vitoni - Ansaldi, 2003, p. 103). Oltre a Giovanni Jacopo, Vini ebbe altri tre figli dalla prima moglie, ed ebbe poi una seconda consorte di nome Lucrezia, deceduta nell’anno 1600 (Bruschi, 2011, p. 37).
Giovanni Jacopo affiancò il padre anche nell’esecuzione di un Battesimo di Cristo nella pieve di Popiglio, documentato al 1593-94 (Peri, 2010, p. 102), e certamente nel ciclo di affreschi con Storie di s. Domenico nel chiostro dell’omonimo convento pistoiese, oggi in buona parte distrutte. In quella con la Morte del santo, Sebastiano si era autoritratto, vestito del lucco rosso indicante che aveva ricoperto la carica di priore nel governo comunale (1573), e con in mano un libro contenente la firma e la data 1596. Tra le opere estreme di Vini è anche il parziale rifacimento dell’affresco trecentesco con l’Annunciazione alla Ss. Annunziata di Pistoia, siglato e documentato al 1590 (Nesi, 2018b, p. 143). Morì a Pistoia l’11 agosto 1602.
Fonti e Bibl.: D. Mellini, Descrizione dell’entrata della serenissima reina Giovanna d’Austria e dell’apparato fatto in Firenze..., Firenze 1565, p. 124; S. Ciampi, Notizie del pittore S. V. veronese, in Giornale enciclopedico di Firenze, I, 1809, pp. 321-326; F. Tolomei, Guida di Pistoia per gli amanti delle Belle Arti..., Pistoia 1821, pp. 66 s., 70, 81 s., 101, 112, 115, 118, 121, 138, 204-207; T. Trenta, Notizie di pittori, scultori e architetti lucchesi per servire alla storia delle Belle Arti ne’ secoli XVII e XVIII, in Memorie e documenti per servire alla storia di Lucca, VIII, Lucca 1822, pp. 106 s.; V. Capponi, Biografia pistoiese..., Pistoia 1878, pp. 395-397; C. Cottafavi, Ricerche e documenti sulla costruzione del Palazzo Ducale di Mantova dal secolo XIII al secolo XIX, in Atti e memorie dell’Accademia Virgiliana, XXV (1939), p. 228; R. Chiarelli, Una biografia inedita di S. V., pittore veronese, in Scritti di storia dell’arte in onore di Mario Salmi, III, Roma 1963, pp. 133-145; K. Granasztói-Györffy, Nuovi contributi all’attività del pittore veronese S. V. Attribuzione della tavola scoperta a Bodrogolaszi, in Acta historiae artium Academiae Scientiarum Hungaricae, XXV (1979), pp. 237-252; F. Guerrieri, Un inedito pistoiese: l’affresco di S. Desiderio, in Antichità viva, XXV (1985), 1, pp. 37-40; J. Guze, Les dessins de S. V. au Musée national de Varsovie, in Kunst des Cinquecento in der Toskana, München 1992, pp. 353-359; C. Monbeig Goguel, De Vérone à Florence: S. V. dessinateur, autour du “Martyre des dix-mille”, ibid., pp. 335-352; V. Tatrai, S. V., in P. Cséfalvay, Christian Museum Esztergom, Békéscsaba 1993, pp. 251 s.; E. Tenducci, S. V.: alcuni aspetti della sua attività dal 1552 al 1570, in Antichità viva, XXXII (1993), 2, pp. 5-12; A. Ambrosini, S. V., in La pittura a Lucca nel primo Seicento (catal.), Lucca 1994, pp. 103-105; A. Pacini, La chiesa pistoiese e la sua cattedrale nel tempo, III, Pistoia 1994, pp. 219, 222, 232, 234-239, 253; G. Magni, Il diario del pievano Girolamo Magni..., Firenze 1999, pp. 119, 134 s., 186; M. Jodice, Chiesa di S. Maria Assunta a Massa, in O. Casazza, I beni artistici nel Comune di Massa e Cozzile, S. Giovanni Valdarno 2002, p. 39; A. Nesi, Ricerche su Benedetto Pagni da Pescia (1503-1578), Pistoia 2002, pp. 16 s.; B. Vitoni - I. Ansaldi, Pistoia inedita..., a cura di L. di Zanni - E. Pellegrini, Pisa 2003, pp. 27, 29, 57, 103, 122, 145, 150-153, 156, 160 s., 167, 172, 177 s., 180 s., 191, 203-205, 224 s., 231, 238, 242-244, 250, 256, 258, 262, 269, 272, 274, 276 s., 299, 316, 319-321, 324, 328, 333, 338, 343, 345, 352 s., 358-360, 363, 366; C. Gnoni Mavarelli, S. V., in L’abbraccio della luce. Dipinti restaurati dalla chiesa di S. Francesco a Prato (catal.), Prato 2005, pp. 7-9; C. Letta, Committenza domenicana a Pistoia: il ciclo affrescato di S. V. in S. Domenico, in Polittico, IV (2005), pp. 33-46; A. Tamborino, Nuove testimonianze figurative di S. V., in Bollettino dell’Accademia degli Euteleti di S. Miniato al Tedesco, LXXXIV (2006), 73, pp. 137-146; L. Rognini, Due grandi artisti ignorati di Caprino (Francesco Orlandi e S. V.), in Quaderni culturali caprinesi, 2008, n. 3, pp. 25-27; G. Sapori, Da Hendrick van den Broeck a S. V., in Per Giovanni Romano. Scritti di amici, a cura di G. Agosti et al., Savigliano 2009, pp. 166 s.; C. Ceccanti, Jacopo Lafri architetto, Pistoia 2010, p. 54; P. Peri, Popiglio. Museo d’arte sacra, Pistoia 2010; M. Bruschi, Biografie minime di artisti pistoiesi dal Quattrocento al Novecento, Pistoia 2011, pp. 32-37; A. Nesi, Ritrovamenti pistoiesi. Dipinti e documenti per alcuni pittori del Cinquecento (parte I), in Arte cristiana, XCIX (2011), 863, pp. 109-116; N. Lepri, Divergenze e collaborazioni: S. V. tra Pistoia e Firenze, in Giorgio Vasari tra capitale medicea e città del dominio. Atti del Convegno..., Pistoia... 2011, a cura di N. Lepri - S. Esseni - M.C. Pagnini, Firenze 2012, pp. 147-167; A. Capecchi, Il “Diario di Ricordanze” di Fabio Baldinotti: ricordi di un pistoiese del secondo Cinquecento, in Bullettino storico pistoiese, CXV (2013), p. 73; M. Bruschi, Lo Scalabrino, S. V. e i Gimignani a Pistoia, Pistoia 2014, pp. 101-105, 111, 152, 159; N. Lepri, Il pittore S. V., il vescovo Ricasoli e alcuni ‘cabrei’ cinquecenteschi a Pistoia, in Analele Universităţii de Vest din Timişoara. Seria ştiinţe filologice, LIV (2016), pp. 147-172; V. Capponi, Studi, notizie e documenti per servire alla storia della pittura in Pistoia, a cura di N. Lepri, Pistoia 2017, pp. 26, 59, 140, 143-145; N. Lepri, S. V.: ripetizioni, perdite e alcuni ritrovamenti, Firenze 2018; A. Nesi, Alcuni inediti di S. V. e della sua cerchia, Firenze 2018a; Id., La chiesa della SS. Annunziata a Pistoia e i suoi altari tra il Trecento e la fine del Cinquecento, in Arte Cristiana, CVI (2018b), 905, pp. 140-145.