TIMPANARO, Sebastiano senior
Nacque il 20 gennaio 1888 a Tortorici, in provincia di Messina, da Sebastiano, proprietario terriero, e da Maria Teresa Fonti, titolare di una rivendita di tabacchi.
Della famiglia facevano parte la sorella Maria Basilia, insegnante (1890-1980) e il fratello Salvatore (1893-1915), sottotenente di fanteria nella prima guerra mondiale, morto a Tortorici il 12 ottobre 1915 per una broncopolmonite contratta al fronte.
Completò gli studi ginnasiali nel seminario vescovile di Patti (ME), ove strinse amicizia con il futuro mons. Giuseppe Napoli, condividendone il modernismo, l’anticonformismo e l’interesse per il filosofo cattolico Maurice Blondel. Conseguito nel 1908 il diploma al liceo classico di Acireale, si iscrisse al corso di laurea in fisica presso l’Università di Napoli; in questa città sposò Maria Cardini nel 1922, da cui ebbe il figlio Sebastiano (1923-2000), grande studioso e filologo classico.
Michele Cantone, Francesco Giacomo Tricomi e Roberto Marcolongo, suoi professori nell’Ateneo napoletano, lo iniziarono ai problemi della scienza, mentre Benedetto Croce, numen praesens, alimentò la sua passione per la filosofia. Nel 1911 sostenne gli esami necessari per superare il biennio e con il nome di Mario Pant pubblicò l'articolo L'imitazione degli uccelli inserito nell'opuscolo La sera della Fiorita e il giorno dell'Ascensione (Napoli 1911, pp.1-4), in cui auspicava una scuola nuova che licenziasse gli alunni quando li avesse resi atti alla vita e al volo. Fece parte del gruppo che ruotava attorno alla rivista La Diana; iniziò una corrispondenza con Benedetto Croce (aprile 1909) e una più intensa con Giovanni Gentile (Di Paola, 2008, pp. 111 ss.), per avere spiegazioni sui concetti di immanenza e trascendenza. Nella sua mente si profilava già il problema del rapporto tra filosofia e scienza affrontato nel libro Scritti liberisti, pubblicato nel 1919 a Napoli, città che aveva lasciato nel 1912 per iscriversi all’Università di Bologna. Qui si laureò il 3 luglio 1920; gli furono maestri Federigo Enriques, Luigi Donati, Giacomo Ciamician e Augusto Righi. Due le ragioni del ritardo del conseguimento della laurea: gli impegni editoriali e la partecipazione alla prima guerra mondiale.
Nel 1914 Timpanaro, assieme a Orazio Specchia e al conte Bruno Biancoli, fondò la rivista L’Arduo, quale terreno di confronto del rapporto tra filosofia e scienza, tra scienza e storia. Il nobile intento fallì, l’aggettivo 'liberistico' per qualificare il periodico non ebbe l’attesa accoglienza e la rivista cessò le pubblicazioni, ma non cessarono le speranze affidate a L’Alba, fondata nel 1915, a cui Timpanaro collaborò con articoli redatti al fronte e ne curò, con lo pseudonimo Etna, la rubrica Lapilli.
Capitano nel 19° reggimento fanteria, il 20 luglio 1915 fu ferito a Castelnuovo del Carso (ebbe il distintivo di ferito di guerra, la medaglia d’argento al valor militare, il nastrino con tre stellette; finita la guerra fu congedato come tenente colonnello di complemento). Nel 1919 riprese le pubblicazioni L’Arduo.
Il numero dell’anno seguente fu dedicato a Righi, morto l'8 giugno 1920, con un ritratto a sua firma (cfr. L’originalità di Righi, in L’Arduo. Numero dedicato ad Augusto Righi, luglio 1920, pp. 49-55). Nel 1923 si concluse la seconda serie della rivista, arricchita da altri suoi contributi (Storia della Scienza, in L’Arduo, s. 2, I (1921), 1, pp. 10-17; Il discorso di Como, ibid., 2, pp. 33-37; La conferenza sul radio, ibid., 3, pp. 94-98; Le ombre, ibid., 6, pp. 211-216; Papini cattolico, ibid., 8, pp. 302-333; Le ricerche del Righi sul fenomeno fotoelettrico, ibid., II (1922), 2, pp. 66-75; Augusto Righi, ibid., 3, pp. 125-129; La seconda forma della teoria di Einstein, ibid., 5-6, pp. 313-320; G. Gentile. Pensieri di religione..., ibid., III (1923), pp. 70-72), e dalle rubriche Note e notizie e Lapilli.
Il 1° gennaio 1921 Timpanaro fu nominato assistente di fisica all’Università di Parma; il 16 ottobre 1922 fu promosso aiuto e con tale ruolo tenne lezioni complementari di fisica. Nell’anno accademico 1924-25 ebbe l’incarico di fisica e la direzione dell’omonimo istituto. Collaborò a diversi periodici come Il Nuovo Cimento, L’Elettricista, La Fiera letteraria, con saggi di elettrologia, di storia della fisica e sulla teoria della relatività (cfr. Elenco pubblicazioni aggiornato, in Di Paola, 2017, pp. 19-24). Per Mondadori pubblicò due antologie scientifiche con prefazione e note: Galileo Galilei (Milano 1925); Leonardo (Milano 1926). Fu in corrispondenza con Piero Gobetti (Politi, 1996) e con Giuseppe Peano e s’iscrisse alla sua Accademia di interlingua (cfr. Carteggio Peano (1925-1932), in Di Paola, 2008, pp. 259-270).
Il 6 dicembre 1926 fu invitato dal rettore Camillo Gallenga a prestare giuramento al regime: da irriducibile antifascista si rifiutò di farlo e si mise in aspettativa per malattia. Il 1° novembre 1928 fu licenziato, ufficialmente per mancata conferma nel ruolo, in realtà per il credo politico. Tentò invano il trasferimento nel ruolo degli assistenti geofisici a Roma (Carteggio accademico (1926-1929), in Di Paola, 2008, pp. 97-110). Si trasferì ad Arezzo, città natale della moglie, e per vivere diede lezioni private e prestò servizio magnetico per l’AGIP. Nel 1929 fu nominato professore di matematica e fisica senza retribuzione estiva al liceo delle Scuole pie fiorentine e l’anno successivo per la fisica all’Accademia delle belle arti di Firenze. Dal 1929 al 1942 collaborò a L’Ambrosiano con la rubrica Illuminazioni scientifiche occupandosi di storia della scienza e di scienziati, fisici, chimici ecc. con 130 articoli (cfr. Elenco pubblicazioni aggiornato, in Di Paola, 2017, pp. 24 ss.).
Entrò intanto nel gruppo di intellettuali e artisti – Alessandro Bonsanti, Elio Vittorini, Federico De Robertis, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale, Raffaello Franchi, Vieri Nannetti; Felice Carena, Giuseppe Bertini, Alberto Viviani, Giorgio Morandi, Ottone Rosai, Guido Peyron, Giannino Marchig (gli ultimi tre e Montale gli fecero dei ritratti; Italo Griselli gli donò un busto in bronzo) – che ruotava attorno alla rivista Solaria e si riuniva al caffè delle Giubbe rosse e poi all’Antico Fattore. Organizzò mostre e scrisse di artisti e di opere d’arte. Fu amico e corrispondente, tra gli altri, di Filippo De Pisis, Telemaco Signorini, Giovanni Colacicchi, Bino Sanminiatelli, Michelangelo Masciotta, Giuseppe Marchiori, Luigi Bartolini, Francesco Messina (Di Paola, 2008, p. 65; 2011, pp. 27-28). Dal 1936 al 1938 diede alle stampe per Rizzoli le Opere di Galileo Galilei in due volumi.
Quando nel 1941 fu fondata a Pisa la Domus Galilaeana, il presidente Giovanni Gentile lo incaricò dell’organizzazione del prestigioso istituto e l’anno successivo ne ebbe la direzione; ucciso Gentile, ne divenne anche commissario, carica che ricoprì fino alla morte. Agli anni pisani risalgono gli scritti su Galileo, la consulenza del film omonimo affidatagli dal ministro Giuseppe Bottai, gli studi su Leonardo da Vinci, Guglielmo Marconi, Alessandro Volta, Antonio Pacinotti, Giuseppe Favaro, i saggi su Giovanni Fattori, Bartolini, Peyron, Bertini e le recensioni a opere letterarie, editi in importanti riviste (cfr. Elenco pubblicazioni aggiornato, in Di Paola, 2017, pp. 31-34). Promosse e curò gli Annali Galileiani e alcune collane, incrementò la biblioteca che salvaguardò durante i bombardamenti del 1943 (cfr. Carteggio della Domus Galilaeana (1941-1949), in Di Paola, 2008, pp. 171-255). Nel 1948 collaborò al Dizionario letterario Bompiani delle opere e dei personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature e fu segretario del Gruppo italiano di storia della scienza. Con sacrifici mise insieme una collezione di disegni, stampe e dipinti di quasi mille unità, donata dopo la morte, per sua volontà, al Gabinetto disegni e stampe dell’istituto di storia dell’arte dell’Università di Pisa (La collezione Sebastiano Timpanaro nel Gabinetto disegni e stampe dell'istituto di storia dell'arte dell'Universita di Pisa (catal.), a cura di M. Severini, Venezia 1959).
Morì a Pisa il 22 dicembre 1949.
Il nome di Timpanaro rimase a lungo legato alle mostre che l’Università di Pisa organizzò in suo onore (Luigi Bartolini. Le incisioni della collezione Timpanaro, a cura di A. Tosi, Firenze 1998; Omaggio a Timpanaro, a cura di G. Dalli Regoli, Pisa 2001; Due/Cento. Omaggio a Daumier e a Fattori, a cura di V. Farinella - L. Tomasi Tongiorgi, Pisa 2008; I Timpanaro: una famiglia di intellettuali del Novecento. Opere della raccolta Timpanaro, a cura di A Capitanio et al., Pisa 2011). I convegni (Da Tortorici alla Toscana: percorsi della famiglia Timpanaro. Atti del Convegno..., Tortorici... 2003, a cura di P. De Capua - M. Feo - V. Fera, Messina 2009; Viaggio nel mondo e nella collezione di Sebastiano Timpanaro sr. a 120 anni dalla nascita. Atti del Convegno..., Tortorici... 2008, a cura di L. Di Paola, Firenze 2009), la pubblicazione dei suoi carteggi e della sua bibliografia (che consta di 378 titoli) hanno finalmente gettato luce sulla sua versatile personalità e sul suo ruolo di fautore dell’unità del sapere nel panorama culturale della prima metà del Novecento.
G. Bertini, Due dozzine di ricordi. In memoria di S. T., s.l. 1949; Ricordo di T., in La Fiera letteraria, 15 gennaio 1950; S. T. (1888-1949), in Chimica, I (1950), pp. 41-42; S. T. (1888-1949), in Scienza e tecnica, XI (1950), pp. 83-84; E. Montale, Seb, in Il Corriere della sera, 28 gennaio 1950; A. Bonsanti, Profilo dell’uomo d’arte e filosofo siciliano, in Nuovo Corriere, 1 febbraio 1952; S. Timpanaro sr., Scritti di storia e critica della scienza, a cura di S. Timpanaro jr., Firenze 1952; L. Minassian, S. T. scienziato ed umanista, in Alto Adige, 7 gennaio 1955; S. Timpanaro jr., In margine alle Cronache di filosofia italiana, parte II, in Società, XII (1956), pp. 155-166; G. Viviani, Ricordo di T., in La Rassegna, 7 dicembre 1959; S. Timpanaro jr., Scienza e filosofia: L’Arduo (1914; 1921-23), in Tradizione e dissenso nelle riviste del primo Novecento, a cura di M. Quaranta, Padova 1991, pp. 181-207; P. Politi, Piero Gobetti e S. T. Carteggio 1923-1925, in Mezzosecolo. Materiali di ricerca storica, X (1996), pp. 77-95; Dedica di una piazza a Tortorici. 7 febbraio 1997, Tortorici 1997; Epigrafe alla famiglia Timpanaro, in L. Di Paola, S. T. sr. Profilo, carteggi (1911-1949) e altri documenti, Firenze 2008, p. 604; Ead., S. T. sr. e il film su Galileo, in Il Maurolico, II (2010), pp. 69-90; Ead., S. T. sr. Carteggi e Documenti (1914-1950), Firenze 2011; Ead., S. T. sr. Carteggi (1915-1949), Firenze 2017; R. Pintaudi et al., Il carteggio di S. T. sr. al Gabinetto Vieusseux di Firenze (1915-1949), in Il Maurolico, X (2018), pp. 41-80.