FERRERO, Sebastiano
Nacque a Biella nel 1438 da Besso e da Comina Scaglia dei signori di Gaglianico, primo di sette figli. Fedele partigiano dei Savoia, durante la reggenza di Iolanda di Francia per conto del duca Filiberto I, combatté a proprie spese contro il marchese di Saluzzo Ludovico II, in difesa dei domini sabaudi in Piemonte. Nominato chiavaro della città di Biella, nel 1486 fu incaricato, insieme con Stefano Capris, di riportare all'obbedienza alcune terre della giurisdizione cittadina, i cui consoli rifiutavano il tradizionale giuramento nelle mani del podestà. Il F. assolse il compito facendo ugualmente leva sulle sue buone relazioni alla corte sabauda e su una adeguata dose di violenze e rappresaglie nei confronti dei consoli. L'accordo finale fu stipulato in casa del F. il 1º nov. 1486.
Già in questo periodo le sue fortune erano cospicue. Nel 1474 aveva acquistato il feudo di Gaglianico dallo zio materno Giacomo Scaglia; nel 1480 acquisì anche la parte del feudo di Boriana che non aveva ereditato dal padre; nel 1489 divennero di sua proprietà i feudi di Benna, Casalvallone, Villata, Ponzano, Biogli, Caffatto, Bolgaro e il marchesato di Bardellano nel Cremonese, nonché la castellania di Sandigliano, per la prima volta infeudato separatamente. Per iniziativa del F. in alcuni di questi feudi furono realizzate importanti opere idrauliche; furono costruiti un castello a Candelo, con patente del 9 febbr. 1489, e vari edifici religiosi, tra i quali un convento a Biella, destinato ai canonici regolari lateranensi. In seguito il F. comprò anche palazzi a Torino, Biella, Vercelli, Milano e Roma, più tardi affittati questi ultimi alla famiglia Barberini.
Divenuto scudiere del duca Carlo I, alla morte di questo fu inviato dalla sua città a rendere omaggio alla reggente Bianca di Monferrato, la quale, con patente del 25 maggio 1490, lo nominò consigliere di Stato e tesoriere generale. Da questa carica ebbero notevole incremento le fortune economiche della famiglia, diventata allora una tra le più facoltose dello Stato.
Il F. ebbe anche alcuni importanti incarichi diplomatici. Nel 1494 la duchessa Bianca lo inviò incontro a Carlo VIII re di Francia, di passaggio per il Piemonte nella spedizione contro il Regno di Napoli. Nel 1496 fu scelto dal duca Filippo II Senzaterra come membro di un'ambasceria, costituita dai più ragguardevoli personaggi della corte sabauda, che doveva incontrare a Vigevano l'imperatore Massimiliano I, intenzionato a costringere con le armi il duca di Savoia ad unirsi a lui contro la Francia. Il ruolo esercitato in questa trattativa, che assicurò i Savoia nella neutralità, guadagnò al F. la conferma, da parte del duca, dei privilegi già riconosciutigli dalla reggente Bianca nei feudi di Boviana Beatino, Candelo e Galliano.
Conquistato dai Francesi il Ducato di Milano, il F., con il consenso del luogotenente Renato di Savoia, rinunciò il 23 dic. 1499 alla carica di tesoriere generale per passare al servizio di Luigi XII, conservando però il titolo di consigliere e ciambellano ducale. A Milano il F. esercitò le cariche di consigliere, tesoriere generale e amministratore delle Finanze ordinarie e straordinarie nel Ducato, estendendo tali incarichi anche al contado di Asti ed alla Signoria di Genova, sottoposti alla Corona francese. Per gli ingenti prestiti fatti a Luigi XII e poi a Francesco I (secondo una sentenza data in Parigi nel 1563 gli eredi del F. risultavano ancora creditori della Corona di Francia per 300.000 ducati) fu anche insignito del collare dell'Ordine di S. Michele.
A Milano il F. fece scavare un canale derivato dal Ticino e fece costruire una cappella nella chiesa della Beata Vergine, dove poi furono seppelliti la moglie e i figli. Nel 1512 partecipò alla battaglia di Ravenna, nella quale vide morire un figlio.
Morì a Biella il 2 ott. 1519 e fu seppellito nella chiesa di S. Domenico.
Intorno al 1466 aveva sposato Tomena Avogadro dei signori di Cerrione, dalla quale ebbe sette figli e quattro figlie. Il primogenito, Besso, nel 1500 sposò Francesca di Challant, dalla quale ebbe tre figlie e un figlio, Filiberto; questi, conte di Candelo, dal matrimonio con Bartolomea Fieschi formò la linea dei principi di Masserano. Il secondogenito, Gioffredo, nato nel 1474, divenne signore di Casalvallone; ebbe incarichi di presidente delle Regie Entrate di Milano e poi, come il padre, di tesoriere generale delle Finanze; sposò in seconde nozze Eleonora Berzetti di Buronzo ed ebbe diversi figli, tra cui Sebastiano, che continuò la linea dei Ferrero. Gli altri figli del F. seguirono la vita religiosa: Giovanni Stefano, Bonifacio e Agostino, vescovi, e Giovanni Antonio, gerosolimitano.
Giovanni Stefano (Biella 1473-Roma 1510), fu vescovo di Vercelli (1499-1502) e di Bologna dal 1502. In quello stesso anno fu creato cardinale da papa Alessandro VI.
Fonti e Bibl.: Sulla famiglia: Arch. di Stato di Torino, Arch. di corte, Arch. della famiglia Ferrero Fieschi di Masserano, e in particolare Testamenti,m. 20, m. 1 (albero geneal.); per quanto riguarda i feudi e le proprietà: Investiture e scritture diverse per i feudi di Benna, Boriana, Candelo, Gaglianico, Roasio e Sandigliano,mm. 13, 14, 15; Consegnamenti feudali,m. 19; Parrocchiali di patronato,m. 28; Scritture diverse,m. 116; Ibid., Arch. di corte, Protocolli ducali, investiture ed infeudazioni,voll. 115, f. 85v; 121, ff. 198, 209, 410; 123, ff. 2v, 145v, 2290; Sez. di Archivio di Stato di Biella, Archivio Ferrero, Fondo Ferrero e Archivio economico feudale;C.Tenivelli, Biografie piemontesi, II,Torino 1785, pp. 109-171; F. Gabotto, Lo Stato sabaudo da Amedeo VIII...,II,Torino 1894, p. 74; G. Galli della Loggia, Cariche del Piemonte e paesi uniti, III,Torino 1798, p. 120; G. Casalis, Diz. geogr. stor. statistico commerciale d. Stato di... re di Sardegna, II,Torino 1834, p. 319; V. Barale, Ilprincipato di Masserano e il marchesato di Crevacuore,Biella 1966, pp. 133-137; Torino, Bibl. naz., A. Manno, Ilpatriziato subalpino, III(datt.), p. 304; P. Litta, Le fam. celebri ital., s. v. Ferrero di Biella,tav. I.