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DALLE DONNE, Sebastiano

di Tiziana Pesenti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 32 (1986)
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DALLE DONNE (a Donnis, a Mulieribus), Sebastiano

Tiziana Pesenti

Nacque a Verona nella prima metà del secolo XVI. Il "Christophorus librarius a Mulieribus" documentato nel 1545 a Verona nella contrada di Chiavica e l'"Anna uxor quondani Christophori libraria a Donnis cum. filiis" nel 1572 nella contrada dell'Isolo di Sopra sono con tutta probabilità i genitori del D. nonché di Giovanni e Francesco, il cui passaggio dalla libreria al torchio, nell'ultimo trentennio del secolo, segnò il riavvio della tipografia veronese dopo decenni di crisi e di silenzio.

La morte del vescovo Gian Matteo Giberti, nel 1543, aveva segnato infatti la fine di un'intensa attività editoriale legata al suo programma di rinnovamento evangelico dei clero ed affidata dapprima ai Da Sabbio poi ad Antonio Putelletto. Tra il 1546e il '57cessò ogni attività tipografica ed i pochissimi titoli prodotti da Andrea Camaccioli, Paolo Ravagnano e Astolfo De Grandis nel 1560-61 appaiono più episodi isolati ed arcaizzanti che sintomi di ripresa. A questi anni appartiene anche una primissima edizione del D., La terza parte delle rime di Magagnò, Menon, Begotto (1562), pseudonimi dei poeti in lingua pavana Giovanni Battista Maganza, Agostino Rava, Bartolomeo Rustichelli, attestata dal Melzi.

A parte questo titolo isolato, la produzione del D. iniziò dal 1570. Egli stampò insieme con il fratello Giovanni fino al 1582, anno in cui questi probabilmente morì, proseguì da solo nel biennio 1582-84 ed alternò poi periodi in cui lavorò da solo (1585-88; 1589-92) a periodi in cui strinse società temporanee con Girolamo Stringari (1584). Camillo Franceschini (1588) e con il proprio genero Andrea De Rossi (1592). Nel 1593 lo coadiuvò il fratello Francesco.

Se il D. e Giovanni riuscirono in anni di crisi ad impiantare un'officina tipografico-editoriale e a reggerne la produzione, ciò fu certamente dovuto in larga misura al fatto che essi si assicurarono le due maggiori committenze cittadine, quella del vescovo e quella dei rettori veneziani. Come fiduciari del vescovo Agostino Valier pubblicarono i suoi scritti e le sue relazioni del quindicennio 1570-85; come camerali, era loro affidata la stampa degli atti e deliberazioni delle magistrature civili, e nel 1582 eseguirono un'edizione degli statuti cittadini. Uno dei settori più fortunati e remunerativi della loro produzione fu poi probabilmente costituito dagli avvisi, o foglietti o gazzette, bollettini di notizie, provenienti soprattutto dalle zone di guerra, che rappresentarono nell'Europa della metà del '500 le prime forme di giornali. I Dalle Donne li introdussero a Verona proprio all'inizio della loro attività: nel marzo del '70 stampavano infatti Il successo di quanto occorre circa la guerra de gli... Venetiani contra il Turco, con le ultime notizie da Venezia e da Zara. Altri esemplari di questa loro produzione di consumo, che proprio per la sua natura effimera rientra oggi tra le rarità bibliografiche, risalgono agli anni 1582, 1594-96 e 1598: quasi tutti gli avvisi riguardano le guerre tra Venezia e i Turchi.

Oltre a questi tre settori, che dovevano assicurare all'azienda l'attività e il profitto di base, il D. curò prevalentemente quello della produzione letteraria e scientifica cittadina: stampò rime, tragedie, orazioni e prose degli Accademici Ortolani (1574) e di Adriano Valerini (1570 e 1578). Francesco Morando Sirena (1575), Celso Pistorelli (1576), Tommaso Becelli (1579), Giovanni Antonio Faenzino (1579), Giusto Pilonni (1580) Alberto Lavezola (1580 e 1583), Francesco Mondella (1582), Giovanni Fratta (1582), Isabella Andreini (1588), Antonio Dionisi (1588), Giuseppe Bastiani (1589), Antonio Spezzani (1589), Giovannantonio Gelmi (1589), Girolamo Pisani (1590), Andrea Volpini (1590), Fulvio Androzzi 0591), volgarizzamenti e raccolte anonime e pseudonime di versi talora di carattere popolaresco come Capritii et nove fantasie alla venetiana (1592), opere erudite di Andrea Nicoli (1582), Francesco Curioni (1587) e soprattutto di Federico Ceruti, il maggior latinista e bibliofilo veronese (1584), trattatelli teologici, canonistici e pedagogici di Cristoforo Silvestrani Brenzoni (1590 e 1591), Silvio Antoniano - (1584), Lelio Zanchi (1586 e 1588), Lelio Zecchi (1587), e Giovanni Paolo Forzanini (1590). I suoi autori più interessanti sono però il matematico Giovanni Padovani, di cui curò la prima ed unica edizione del De arithmetica (1587) e riedizioni e ristampe di varie opere, e il medico Tommaso Bovio detto Zefiriele, sostenitore dell'importanza dell'astrologia e della magia nella medicina. Oltre ad un libello sulla cometa del 1577 (1578), il D. pubblicò la prima edizione del suo Fulmine contro de' medici putatitii rationali (1592). Altre importanti edizioni mediche del D. furono l'Apologia di Girolamo Donzellini, con lo pseudonimo di Eudoxus Philaletes, contro Girolamo Galzaveglia in merito ad una contesa sui morbi epidemici (1573) e i contributi dei medici veronesi Gabriele Chiocco, Giovanni Antonio Marchi, Ventura Minardo e Giovanni Andrea Bellicocchi in occasione della peste del '76.

Nel 1578 il D. introdusse a Verona la stampa musicale, pubblicando le Institutiones ad diversas ex plurium vocum harmonia cantilenas del matematico, già ricordato, Giovanni Padovani (1578) ed inoltre l'antologia Giardino di madrigali a quattro voci (1579) e le Canzonette a quattro voci di Orazio Vecchi (1585). Morì probabilmente a Verona nel 1593, quando la gestione dell'azienda fu assunta dal fratello Francesco, che stampò da solo fino al '95 e si associò poi il genero Scipione Vargnano.

Francesco, nato probabilmente intorno al 1550, conservò l'ufficio di stampatore camerale, intensificò la pubblicazione degli avvisi e non si discostò dalle scelte editoriali del fratello: il vescovo Valier, il Silvestrani Brenzoni, lo Zecchi e il Bovio rimasero gli autori principali anche nel suo catalogo, per il resto rifornito soprattutto da operette letterarie e devote di autori cittadini, da qualche titolo uscito di privilegio a Venezia, come il Discorso sopra alla natura et complessione humana di Livio Agrippa (1599) e da qualche novità come le commedie La Pellegrina e I falsi Pastori (1605) del ferrarese Girolamo Bisaccioni, padre di Maiolino.

Francesco incrementò invece notevolmente il settore musicale: ristampò in prevalenza raccolte di madrigali e canzoni di Francesco Stivori, Paolo Bellasio e Ludovico Bellanda già lanciate dalle edizioni veneziane di Riccardo Amadino, ma nel 1598 realizzò anche la prima edizione della Scala di musica di Orazio Scaletta, manualetto destinato ad una certa fortuna.

Nel 1594 infine Francesco introdusse a Verona la stampa ebraica, valendosi della collaborazione di due membri della famiglia di tipografi praghesi Bath, Abraham e Jacob. In quell'anno realizzò infatti il Minhāh be lūlāh, commento al Pentateuco di Abraham Porto Rapa, e una traduzione in ebraico e tedesco della Historia delli nobilissimi amanti Paris e Vienna; nel '95 stampò ancora il Midhrash Tanhūmā, anonimo commento al Pentateuco del IX secolo. Francesco morì probabilmente dopo il 1615: la sua ultima edizione nota è infatti il Quinto libro di madrigali di Ludovico Bellanda, stampato in quell'anno.

Nelle loro edizioni i Dalle Donne usarono pievalentemente il carattere corsivo di vari tipi, tra cui il corsivo di Basilea 118c. Adottarono due marche di stampatori veneziani: il D. quella di Domenico Farri, con l'emblema di un cavallo scalpitante di fronte ad una torre o a tre bisce e il motto "Prudens simplicitas felix" (ma nel Donzellini del '73 è "ἔλεγχος ανευ διαβολῦς"), Francesco quella di Francesco Marcolini con l'emblema e il motto della "Veritas filia temporis". Francesco usò però anche una marca propria raffigurante la Pace con un ramo di olivo in mano.

Bibl.: G. Melzi, Diz. di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani…, Milano 1852, p. 147; P. Riccardi, Biblioteca matematica, Modena 1873-1876, II, coll. 231-234; G. B. C. Giulari, Della tipografia veronese, Saggio storico-letterario, Verona 1871, pp. 64-68, 83; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina ital., Firenze 1953, p. 223; M. E. Cosenza, Biographical and Bibliographic. Dictionary of the Italian Printers…, Boston 1968, p. 216; A. Tinto, Il corsivo nella tipografia del Cinquecento. Dai caratteri italiani ai modelli germanici e francesi, Milano 1972, p. 55; F. Riva, Tipografi ed editori dal 1472 al 1800, in Cultura e vita civile a Verona, a cura di G. P. Marchi, Verona 1979, pp. 343-348; G. Borsa, Clavis typographorum librariorumque Italiae 1465-1600, I, Aureliae Aquensis 1980, sub vocibus; E. Vaccaro, Le marche di tipografi ed editori ital. del sec. XVI nella Biblioteca Angelica di Roma, Firenze 1983, pp. 382 s.; T. Pesenti, Stampatori e letterati nell'industria editor. a Venezia e in Terraferma, in Storia della cultura veneta, Il Seicento, IV, 1, Vicenza 1984, p. 110. Per gli avvisi cfr. soprattutto C. Göllner, Turcica. Die europäischen Türkendrucke des XVI. Jahrhwtderts, II, Bucuresti-Baden Baden 1968, p. 793, sub voce; per la stampa musicale cfr. C. Sartori, Dizionario degli editori musicali ital. (tipografi, incisori, libraieditori), Firenze 1958, p. 55, e Répertoire internationale des sources musicales. Einzeldrucke vor 1800, sub vocibus; per la stampa ebraica cfr. D. W. Amram, The Makers of Hebrew Books in Italy, Philadelphia 1909, p. 390; M. Steinschneider, Catalegus librorum Hebraeorum in Bibliotheca Bodleiana, Berlin 1931, nn. 3799, 4289; Id. - D. Cassel, Jüdische Typographie und jüdischer Buchhandel, Jerusalem 1938, p. 42. Per tutte le altre edizioni citate rinvio ai cataloghi e repertori di cinquecentine e agli esemplari.

Vedi anche
Latino Pacato Drepànio Pacato Drepànio, Latino (lat. Latinius Pacatus Drepanius). - Retore gallo (sec. 4º d. C.), amico di Ausonio e di Simmaco; capo di una legazione a Roma (389), pronunciò un panegirico di Teodosio, a noi giunto, interessante come documento storico. soprannome Nome, diverso dal nome proprio e dal cognome, con cui si usa chiamare e indicare una persona. Il soprannome, che risponde a esigenze di concretezza e a ricerca di espressività, spesso scherzosa e ironica, ha sempre un significato trasparente: per lo più allude a caratteristiche fisiche della persona ... Padova Comune del Veneto (92,8 km2 con 210.173 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. ● Si estende a O della Laguna veneta, a 12 m s.l.m., sul fiume Bacchiglione. È centro di antica origine, vivace per traffici e attività agricole, sia per la sua posizione tra il Brenta e il Bacchiglione, sia per la vicinanza ... teologia In senso largo, ogni dottrina relativa a Dio, o agli dei, o più genericamente alla religione. In senso stretto, con riferimento alla religione cristiana, la riflessione intorno al dato rivelato. 1. La nozione di teologia 1.1 Antichità greco-latina. Il termine ϑεολογία appare con certezza per la prima ...
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