CAVINA, Sebastiano
Figlio di Giovanni Maria, nacque nell'anno 1740 a Monte Calderaro (Castel San Pietro Terme, presso Bologna); appartenente a una famiglia benestante, venne mandato a sette anni a Bologna presso uno zio sacerdote per studiare aritmetica, ma egli si interessò presto al disegno dimostrando di riuscire particolarmente nell'ornato. Cominciò con il seguire gli insegnamenti di E. Lelli, si perfezionò successivamente con M. Tesi e C. Bianconi e da quest'ultimo fu consigliato di dedicarsi al cesello. Si mise così a bottega dall'orefice Giovanni Gambari, cui rimase legato per tutta la vita avendone anche sposato, più tardi la sorella. Il 14 apr. 1776 entrò nel novero dei quaranta accademici clementini, poco dopo fu nominato direttore d'ornamento e il 12 ott. 1786 ottenne il principato dell'Accademia. Lavorò indefessamente per la Clementina, sia come insegnante sia come riorganizzatore, ricoprì via via tutte le cariche, e come sindaco si occupò anche del lato amministrativo. Di salute cagionevole, sofferente di continui disturbi allo stomaco, morì dopo otto mesi di malattia il 13 nov. 1800; le esequie furono tenute nella chiesa della SS. Trinità.
Il necrologio riportato negli Atti dell'Accademia (cc. 410-412) ne mette in rilievo l'opera di cesellatore, particolarmente apprezzata nella statua bronzea detta la Piccola anatomia, modellata da Ercole Lelli, che per la bellezza e la perfezione anatomica della cesellatura fu inviata in dono il 6 genn. 1772 dall'Accademia di Bologna a quella imperiale di Pietroburgo (Leningrado, Ermitage); inoltre vengono ricordati i ceselli dei bassorilievi modellati da Ubaldo Gandolfi per dodici pezzi di artiglieria per il palazzo comunale di Bologna, oggi dispersi perché furono poi requisiti dalle truppe napoleoniche e trasportati in Francia insieme con molti altri pezzi di argenteria da lui lavorati per il Gambari. La stessa sorte ebbe un inodello di capitello corinzio in bronzo.
Come scultore il C. operò in cera e in creta sotto la direzione dell'amico Bianconi: in S. Petronio, nell'ottava cappella da sinistra, decorò il monumento disegnato dal Bianconi per Mauro Tesi, morto nel 1766, e per la stessa cappella lavorò a una delle due candelabre in terracotta; nel 1781 insieme con altri allievi del Bianconi prese parte alla decorazione in cotto di palazzo Zambeccari da S. Paolo, lavorando a una candelabra nello stipite del portone e modellando in creta lo stemma posto nel cortile. Nel 1798 aveva pubblicato con P. Panfili una serie di modelli d'ornato dal titolo: Raccolta di cartelle pubblicate per uso della gioventù studiosa. Lavorò anche per la zecca bolognese: si ricorda uno zecchino con s. Petronio e uno scudo d'argento; ma spesso i suoi lavori furono, come questi. attribuiti al Balugani contribuendo così a farne il maestro dei coni della zecca.
Fonti e Bibl.: Bologna, Accad. di Belle Arti, Atti dell'Accademia Clementina, 1772, c. 155; 1776-1790, passim; 1791, cc. 119, 121, 123, 125; 1792, cc. 126-174 passim; 1793, cc. 183-213 passim; 1794, c. 222 e passim; 1796, c. 276 e passim; 1797, c. 332 e passim; 1798, c. 363 e passim; 1799, c. 384 e passim; 1800, cc. 410-412; P.Zani, Encicl. metod.... delle Belle Arti, I,6, Parina 1820, p. 108; G. Bianconi, Guida del forestiere..., Bologna 1820, pp. 189, 275, 478; Id., Guida..., Bologna 1826, pp. 88, 117, 218; Id., Guida.., Bologna 1845, pp. 79, 105, 222; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 236.